Grandi imprese

Tim presenta il piano industriale. Il titolo perde il 23,8% in Piazza Affari

7 Marzo 2024

Free to run, ossia liberi di correre. Si intitola così il nuovo piano industriale al 2026 di Tim, approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione del gruppo che ha candidato il manager Pietro Labriola alla riconferma nel ruolo di amministratore delegato in vista della scadenza del board, affiancato da Alberta Figari nel ruolo di presidente, al posto di Salvatore Rossi.

Dopo la presentazione del piano il titolo stamattina è crollato del 10 per cento a Piazza Affari, chiudendo poi a meno 23,8, ma l’ad Labriola ha voluto tranquillizzare il mercato specificando che «con la cessione di Netco (la società della rete, ndr) riusciremo a essere nuovamente un’azienda in grado di vivere bene nel mercato, ripristinando la flessibilità finanziaria». «Non tutti capiscono le nostre strategie e non ci sono le giuste reazioni del mercato ma manterremo le promesse fatte oggi. Il problema di questo gruppo era il debito di venti miliardi, che interessava non solo le performance finanziarie, ma anche le opportunità industriali del gruppo. La reazione del mercato azionario cercheremo di capirla», ha commentato.

La vendita della rete fissa permetterà a Tim di muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali. Il nuovo piano, che segue il percorso di trasformazione avviato nel precedente biennio, individua le linee di sviluppo per Tim nel 2024-2026. Nonostante un contesto macroeconomico fortemente incerto, il gruppo di telecomunicazioni prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale.

Nell’arco del biennio si stimano ricavi di gruppo, con Sparkle inclusa, in crescita del 3 per cento con un +2 per cento per Tim Domestic. Per il 2024 la previsione è di una crescita compresa fra il 3 e il 4 per cento e del 2-3 per cento per Tim Domestic. Per l’Ebitda organico After Lease di gruppo è atteso un balzo dell’8 per cento medio annuo e del 9-10 per cento per il Domestic, target che Tim punta a raggiungere già quest’anno.

L’Ebitda organico After Lease–Capex di gruppo è stimato in aumento da 1,3 miliardi di euro pro-forma nel 2023 a circa 2,2 miliardi nel 2026; per Tim Domestic in crescita a circa 1,1 miliardi di euro da 600 milioni pro-forma nel 2023. Per il 2024 prevista una crescita del 15-17 per cento a livello di gruppo e dell’11-12 per cento per Tim Domestic.

Riguardo all’indebitamento è previsto un rapporto debito/Ebitda After Lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023.

Per Tim Brasil è prevista invece un’ulteriore crescita dei ricavi e dell’Ebitda, con una generazione di cassa in crescita in doppia cifra in orizzonte di piano.

A livello Domestico, il piano prevede una seconda fase del progetto di taglio dei costi, con target incrementali pari a 400 milioni di euro al 2026, legati alla semplificazione e al ridimensionamento delle strutture di costo. Sarà posta una particolare attenzione all’efficienza nel settore Consumer e all’internalizzazione di risorse e competenze nell’area Enterprise.

Per il Consumer proseguirà la stabilizzazione del core business, con un progressivo aumento dell’Arpu fisso e mobile, migliorando  la convergenza dei clienti fra i due settori. In parallelo sarà sviluppato il modello di Customer Platform, con un focus sulla crescita dei ricavi beyond connectivity attraverso nuove partnership e opportunità nel settore delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Per Enterprise, facendo leva sul proprio posizionamento e su vantaggi competitivi, continuerà l’accelerazione dei ricavi da servizi guidata da un’ulteriore espansione nel mercato ICT, amplificata da un posizionamento sui settori chiave per la crescita (Cloud, IoT, Cybersecurity). Particolare focus sarà dedicato al settore del cloud grazie a partnership con i principali operatori mondiali e al pieno avvio operativo del Polo Strategico Nazionale (di cui Tim è principale socio e abilitatore tecnologico).

Tim punta a rimanere l’operatore di telecomunicazioni più infrastrutturato in Italia e continuerà a investire sulla propria rete mobile, accelerando lo sviluppo del 5G, contando sul più ampio spettro di frequenze e sulla più vasta rete di trasporto dati del paese, e sullo sviluppo del proprio ecosistema tecnologico, composto fra l’altro da un’infrastruttura di sedici data center dislocati su tutto il territorio nazionale.

Il gruppo punta al Net zero nel 2040. I target ambientali delineano una netta strategia di riduzione delle emissioni nel tempo, confermando come primo step il 100 per cento di approvvigionamento energetico da rinnovabili entro il 2025 e appunto l’obiettivo finale del Net zero al 2040. Sul gender gap Tim si dà l’obiettivo di raggiungere almeno il 33 per cento di donne manager in posizioni di responsabilità. Il piano punta, inoltre, alla crescita dei servizi e prodotti ESG driven come le soluzioni per le PA e le smart city, a vantaggio dei cittadini, le soluzioni per la digitalizzazione del patrimonio museale e archeologico, le nuove cabine telefoniche smart o i prodotti marchiati Tim con impronta di carbonio. Il Gruppo infine intende confermare la leadership mondiale di settore per le politiche di Diversity&Inclusion con azioni dedicate ai dipendenti e attività di partnership.

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