Grandi imprese
Tim, in nove mesi diminuiscono i debiti ma i ricavi calano del 2,2%
Questa mattina a Piazza Affari Telecom Italia è caduta al -4,90 percento dopo i numeri in calo della trimestrale e la revisione delle stime per i risultati di fine anno. Il titolo soffre in Borsa, fermo intorno 0,32 euro di valore.
Tim, infatti, ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi in calo del 2,2% a 11,4 miliardi, un margine operativo lordo di gruppo che scende a 4,39 miliardi (-14,1% in valore assoluto e -4,4% a livello organico), a causa delle attività domestiche in contrazione del 6,5% a 3,42 miliardi. A fine settembre 2021 l’indebitamento finanziario netto rettificato era sceso a 22,16 miliardi di euro, in forte calo rispetto ai 23,33 miliardi di inizio anno.
Il risultato netto attribuibile ai soci è stato positivo per 22 milioni di euro rispetto all’utile di 1,18 miliardi dei primi nove mesi del 2020; escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti il risultato netto dei primi tre trimestri del 2021 è stato positivo per 342 milioni di euro (870 milioni nei primi nove mesi del 2020).
Il gruppo ha chiuso il trimestre luglio-settembre con ricavi per 3,84 miliardi di euro, in flessione del 2,1% rispetto ai 3,92 miliardi ottenuti nel terzo trimestre del 2020. Il margine operativo lordo organico (escluse le poste non ricorrenti) si è ridotto da 1,77 miliardi a 1,67 miliardi di euro.
Gli sforzi sulle nuove attività come il cloud dove Tim ha realizzato una società ad hoc, Noovle, che parteciperà alla gara per il polo strategico nazionale, e la promozione della banda ultralarga grazie alla partnership con Dazn non hanno ancora dato i risultati sperati in termini di capitalizzazione. Gli investimenti ad oggi sono maggiori dei ricavi.
L’amministratore delegato Luigi Gubitosi ha spiegato che «L’offerta calcio è destinata a un bacino potenziale di utenza di circa 5 milioni di famiglie, fino allo scorso campionato di calcio prevalentemente su satellite, con l’obiettivo di accelerare il passaggio alla banda ultralarga e quindi la digitalizzazione del Paese». Ma soprattutto «Già nel terzo trimestre si sono registrati i primi effetti positivi, che hanno portato a un ulteriore miglioramento nella crescita delle linee ultrabroadband di TIM e a una fortissima riduzione del tasso di abbandono».
Il gruppo adesso si aspetta un 2021 con ricavi in calo e margini in calo tra il 6 e il 9%, stime riviste per due volte al ribasso. Con riferimento alla politica dei dividendi per il triennio 2021/2023, Tim punta ad assegnare una cedola di almeno 0,01 euro per le azioni ordinarie e di 0,0275 euro per le azioni di risparmio.
Il consiglio di amministrazione ha poi conferito un ampio mandato a Luigi Gubitosi, invitandolo a proseguire l’analisi sulle opzioni strategiche per valorizzare le attività del gruppo, e quindi dopo le torri di Ineits e la telefonica carioca di Tim Brasil, potrebbero essere cedute in parte o quotate anche il clound di Noovle e i cavi sottomarini di Sparkle.
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