Grandi imprese
Rete unica, è tutta italiana la prima fornitura in fibra per FiberCop
Il Consiglio dell’Agcom ha dato un primo via libera a FiberCop e ha disposto una consultazione pubblica per acquisire le valutazioni del mercato. Dopo l’analisi preliminare ora il progetto è ammesso a «un vaglio più approfondito nell’ambito dell’analisi coordinata dei mercati dell’accesso».
Lo sbarco di FiberCop è previsto per marzo 2021 ma intanto si passa dalle trattative ai fatti: Tim ha infatti annunciato di aver chiuso la prima gara per la fornitura di cavi in fibra ottica a supporto del piano di cablaggio in FTTH. La commessa è stata aggiudicata a cinque aziende italiane: Ecotel, Metallurgica Bresciana, Prysmian, Technikabel e Tratos. La fornitura servirà a coprire il fabbisogno di FiberCop per i primi due anni di attività.
Ecotel, Metallurgica Bresciana, Prysmian, Technikabel e Tratos che copriranno almeno per due anni il fabbisogno di FiberCop hanno confermato che la realizzazione dei cavi, il taglio a misura, il controllo della qualità e lo stoccaggio sono tutti effettuati all’interno della propria società, presso strutture di produzione, certificazione e magazzino situate sul territorio nazionale. Questa operazione conferma l’impegno di voler sostenere il paese e il tessuto imprenditoriale con l’obiettivo di valorizzare l’eccellenza e la qualità della produzione italiana per la realizzazione di un’infrastruttura strategica per la digitalizzazione che richiede massime prestazioni ed efficienza.
Le cinque aziende tutte italiane forniranno i cavi in fibra per circa 70 milioni di euro. Il gruppo Prysmian, public company con sede a Milano, guidata da Valerio Battista, è specializzato nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia, delle telecomunicazioni e di fibre ottiche. Prysmian è attivo in 50 Paesi, con 112 stabilimenti produttivi, 25 centri di ricerca e sviluppo e più di 30,000 dipendenti. Metallurgica Bresciana è una società operativa nel settore dal 1968, con sede produttiva a Dello (BS); Technikabel è un’impresa nata nel 1978, che ha fornito i cavi elettrici per la metropolitana di Torino e sviluppato un nuovo cavo ibrido di alimentazione e trasmissione dati. Ecotel, invece, è un’azienda romana che studia e offre soluzioni nel campo dell’information e comunication technology e infine Tratos, è un’impresa che è nata nel 1966 come compagnia di trafilatura di fili in rame, poi è si trasformata in azienda produttrice di cavi telefonici per uso generale e tecnologia semplice.
FiberCop è la società del gruppo TIM chiamata a trasformare la rete secondaria, ovvero quella che va dagli armadietti alle abitazioni degli italiani. La sua nascita risponde ad un primo fondamentale compito e bisogno, cioè quello di colmare il gap infrastrutturale che l’Italia ha accumulato con il resto dei paesi europei per quello che riguarda la distribuzione della connessione a banda larga. Un problema, quest’ultimo, venuto prepotentemente alla luce quando migliaia di lavoratori si sono ritrovati in smartworking, durante il lockdown, in occasione della prima ondata della pandemia da Covid-19.
FiberCop è composta da Tim, che con una quota societaria del 58% rappresenta l’azionista di maggioranza. Il suo apporto pratico è relativo alla rete secondaria in rame, vale a dire proprio quella parte di infrastruttura che collega gli armadietti della strada alle singole abitazioni dei clienti. Poi c’è FlashFiber, con una quota detenuta da Fastweb del 4,5%. Flash Fiber si occupa della rete in fibra differenziandosi quindi dall’area di interesse di Tim che prevede quella in rame. Infine è composta da KKR Infrastructure: operatore internazionale di private equity con una quota pari al 37,5%.
La creazione di una rete unica arriva dopo anni di dibattiti soprattutto a livello politico ma anche industriale e finanziario. Per perseguire l’obiettivo dell’abbattimento del gap infrastrutturale l’evoluzione di FiberCop sarà quella collaborare con OpenFiber per costituire un soggetto unico con cui gestire e diffondere in maniera più capillare la connessione a banda larga. OpenFiber è un operatore all’ingrosso nel mercato italiano di infrastrutture di rete, posseduto con quota paritaria da Cdp Equity ed Enel (che però è in uscita). La nuova rete unica si chiamerà AccessCo. L’obiettivo di FiberCop è chiaramente quello di portare la fibra ultra veloce FTTH in almeno il 56% dei comuni in aree nere e grigie entro il 2025. Per le aree bianche invece si continuerà ad investire sulle linee fibra misto rame FTTC, anche se in questo caso la volontà è convertirle in fibra.
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