Enti locali
Matteino, da queste parti mica ci si astiene…
Va bene, siamo tutti perbenino e quindi l’astensione è sia un segnale di maturità che un esempio di come finalmente funzioni la democrazia anche da noi e non ultimo una grave responsabilità di Matteino che la sottovaluta solo per mero calcolo dopo averla sanzionata moralmente nel passato contro i suoi avversari. Con dotto sopracciglio guardiamo il volo degli uccelli per carpire la volontà di ogni singolo elettore proiettandola nell’immaginario sociopolitico, leggiamo percentuali e voti assoluti da tirare come la nota pelle a maggior uso e consumo proprio che, sia chiaro, è pure esercizio legittimo. Stiliamo graduatorie di insoddisfazione, discutiamo se è meno amata la Provincia, il Senato, la Regione o i burocrati di Bruxelles. Insomma, esauriamo l’onanismo post elettorale in un tripudio di severi ammonimenti e acide repliche che alla fine lasciano però le cose per come sono, e cioè:
a) L’Emilia Romagna conferma di essere una cosa piuttosto lontana da una idea anglosassone di Democrazia e di mantenere invece una constituency elettorale inossidabile. L’astensione massiccia in una regione massicciamente di sinistra dimostra che gli emiliani rimangono a sinistra fino all’osso e non gli passa manco per la capa di votare qualcosa di diverso: o si esce da casa per votare PD o non si esce di casa magari anche indignati, punto. Alla faccia “dell’elettorato maturo”. Chi ha il dubbio su cosa accadrà quando gli astenuti torneranno a votare si metta tranquillo: quando succederà non succederà una mazza.
b) Il Centrodestra è fantastico, avessi io sui mercati dei concorrenti cosí: nel momento in cui la gara è per la prima volta sul centro dell’elettorato che facciamo? Cerchiamo uno che si sente un grande perché sta con la Le Pen e Putin. No, dico: già Matteino vince da solo, se gli vogliamo proprio far fare strike….
c) Matteino, appunto: sta a 18 regioni su 20, più una marea di amministrazioni come neanche Bettino che ai bei tempi stava in maggioranza nel 91% per cento degli enti locali, spregiudicatamente metà con la DC e metà con le giunte di sinistra. Matteino va anche meglio, al massimo ha qualche civica e i residui di Sel. Tecnicamente vogliamo discutere su chi ha vinto? Qualunque amministratore locale, deputato o membro di uno degli 8000 cda di municipalizzate sa che per avere un futuro deve passare da lui e gli facciamo la morale sulla astensione? E’ senza dubbio l’uomo con maggiore potere conquistato nel minore tempo della storia repubblicana d’Italia. Punto e ripunto.
d) E veniamo all’unico, vero angolo oscuro del giovine fiorentino: il Lombardoveneto. Il commentatore che ha colto il segno in questi due giorni è stato Massimo Cacciari che nei rarissimi momenti in cui riesce ad arginare il suo incontenibile disprezzo verso l’imbecillità umana, o perlomeno ciò e colui che il prof. considera arruolato nella peraltro folta schiera, ha lampi di gustosissima lucidità. E’ vero che è sospetto di partigianeria, essendo veneto, ma, pur avendo il centrosinistra conquistato molte amministrazioni locali, il fatto che i due consigli regionali rimangano governati dal Centro Destra del leghismo ancient regime ha una sua estetica e un significato politico da non sottovalutare. Il giudizio sulle corpose riforme, o meglio sulla loro declinazione in fatti reali, in concreti miglioramenti della competitività del Paese e della sua capacità di produrre ricchezza passa solo da qui, dove non ci sono fini dicitori della società ma rozzi individui che però per sopravvivere devono esercitare nobili virtù e che non chiedono più di essere lasciati in pace dallo Stato ma che lo Stato ci sia e sul serio. Non hanno tempo per astenersi, e se non sono contenti lo dicono purtroppo i bilanci. Per quanto Matteino giri le aziende e si faccia fotografare coi “padroni” e ne prenda gli incitamenti il loro monito è ancora inequivocabilmente manzoniano: adelante Pedro, con juicio…
Devi fare login per commentare
Accedi