Grandi imprese

Italo e Family Day. Se idiozia e imprenditoria maccheronica viaggiano insieme

25 Gennaio 2016

Che la società di trasporto Ntv (quella del treno Italo) non navigasse in buone acque si sapeva già da un po’. Il concorrente che avrebbe dovuto erodere lo strapotere di Trenitalia, ha visto man mano spegnersi l’entusiasmo dei suoi promotori e soprattutto dei grandi gruppi bancari che avevano finanziato l’impresa. Fino a qui sembrerebbe l’inizio dell’ennesima storia di imprenditoria maccheronica, quella che ritroviamo anche in molte commedie all’italiana: tanti soldi buttati, strategie aziendali fallimentari, scioperi, cassa integrazione, licenziamenti, aiuti statali più o meno mascherati per non far arrabbiare l’Europa. Ma come in tutte le commedie all’italiana, non può mancare quella vena di idiozia che porta con sé un pizzico di comicità.

Così accade che la società fondata da Montezemolo, Della Valle e Punzo, decida di trattare il Family Day come una finale di Champion’s League o come l’unica data italiana di un concerto di Madonna, prevedendo tariffe scontate verso Roma per i partecipanti alla manifestazione “pro famiglia del Mulino Bianco” del 30 gennaio. Una scelta che ha scatenato l’indignazione di molti, portando l’hashtag #boicottaitalo nei piani alti delle classifiche di twitter.

Ma dov’è l’errore?

Tecnicamente, leggendo il primo post di risposta pubblicato sulla pagina Facebook di Italo Treno, verrebbe da dire che in fondo la società di trasporto abbia semplicemente offerto una convenzione agli organizzatori dell’evento, garantendosi un traffico extra per quel giorno. E non ci sarebbe nulla di male se la manifestazione in questione non fosse un’adunata così controversa, organizzata da chi vuole negare diritti ad altri esseri umani in nome di ragionamenti dogmatici accompagnati in molti casi da sentimenti omofobi. Per questo motivo quella frase che chiude il post e che recita: “evitiamo basse dietrologie politiche su una scelta puramente commerciale”, sembra quasi una battuta di spirito che non fa ridere. Se non vuoi dietrologie non offri sconti a chi organizza eventi di questo tipo.

 

Italo Family Day 1

Ma come detto all’inizio, la società viaggia da tempo su un binario morto e cerca disperatamente di risalire la china con sconti periodici su ogni cosa, dall’arrivo dell’inverno al carnevale. Non è quindi da escludere il classico “errore umano” di chi ha pensato bene di trattare il Family Day come il Carnevale di Venezia. Com’era prevedibile, il post pubblicato su Facebook è stato un boomerang. Tra annunci di boicottaggi, insulti e improbabili richieste di convenzioni per manifestazioni a sostegno dei clienti delle escort, la toppa è stata peggiore del buco e in molti hanno pensato che dietro al profilo social dell’azienda si nascondesse l’ex direttore del Marketing della Melegatti.

Non contenti, i grandi esperti di comunicazione hanno pensato bene di pubblicare un nuovo post poche ore dopo, esordendo con: “Ragazzi, non ci stiamo a farci mettere nell’angolo da chi vuole strumentalizzare ogni cosa”, ribadendo che l’azienda ha concesso gli sconti su richiesta “come sempre in questi casi” e spiegando che Italo Treno difende da sempre i diritti individuali e quelli delle minoranze. Nulla… il copione dei commenti non è cambiato e a molti non è piaciuto neanche il tono confidenziale del messaggio (ragazzi a chi?). A peggiorare la cosa, i comunicati diramati nelle ore successive da altre organizzazioni a cui erano state negate convenzioni in passato.

Italo Family Day 2

Un piccolo disastro, prima commerciale e poi di comunicazione. Da oggi Italo sarà agli occhi di molti il “treno omofobo”, quello dove se sali sulla carrozza 1 rischi di incontrare Adinolfi in compagnia della sua servile mogliettina che gli massaggia i piedoni gonfi seduta sul sedile di fronte, sulla carrozza 2 potresti imbatterti nella Santanché e sulla carrozza 3 non trovi posto perché sono tutti occupati dalle famiglie tradizionali di Casini. Le carrozze 4 e 5 sono chiuse al pubblico perché prenotate in blocco per una cena elegante e una festa che durerà fino a tarda notte.

Quanto il Family Day inciderà negativamente sul fatturato di Ntv ancora non possiamo saperlo. Il mercato sarà probabilmente influenzato solo in parte e per un breve/medio periodo da questa polemica, ma di certo si tratta di una brutta tegola per un’azienda già in crisi che ora deve fare i conti con un danno all’immagine non indifferente. La domanda che andrebbe posta al management è invece molto semplice: Ne valeva la pena per vendere qualche biglietto in più il 30 gennaio?

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