Grandi imprese
Il potere del logo
A volte lo sottovalutiamo, non ci facciamo neanche caso, eppure il logo di un’azienda è fondamentale. Pensiamo alle grandi multinazionali mondiali: Coca Cola, Apple, Google, Ferrari, le squadre di calcio… vi sono dei brand con una immagine così potente e radicata che riusciamo a visualizzarla immediatamente al solo sentirne il nome. Ciò vale naturalmente per le imprese più forti del mondo ma non solo, anche per una piccola azienda il logo è di importanza capitale.
Marchio: la prima cosa che vediamo
Al momento della creazione del logo dovremmo riuscire nel difficile compito di condensare in un unico elemento la storia dell’azienda. Non sempre è un compito facile. Lo si può fare tramite un codice dei colori, una stilizzazione di quel che facciamo o una precisa forma geometrica con la quale comunichiamo forza (triangolo), eleganza (cerchio) o equilibrio (quadrato). Il logo sarà eternamente legato all’azienda e sarà fondamentale per la sua crescita. Naturalmente, molte aziende poi svecchiano, di tanto in tanto, i propri loghi, per renderli più al passo con i tempi. Per farlo, però, muovono sempre da una base.
Il marchio verrà applicato su qualunque cosa l’azienda mostrerà all’esterno, ponendosi dunque come l’elemento più importante all’interno di una strategia di comunicazione. Da esso passa ogni cosa ed è fondamentale riuscire ad ancorarlo a ricordi o emozioni. C’è una branca della comunicazione apposita, all’interno degli uffici marketing più grandi, per occuparsi di questo aspetto: si tratta del branding.
L’efficacia di un logo
Cappellini, magliette, orologi, profumi… Una volta che il marchio ha successo, il suo logo potrà essere noleggiato ad altri produttori perché lo piazzino su prodotti anche molto lontani dal settore in cui opera l’azienda titolare del brand. Pensiamo a Ferrari, ad esempio, e alle sue linee di orologi, vestiario e cosmetica. Nessuno di questi prodotti di merchandising viene prodotto dai meccanici e dagli ingegneri esperti di automobili; sono altre imprese a sviluppare questi prodotti paralleli e a metterli in vendita come licenziatari della rossa.
Il cavallino rampante della Ferrari è un tipico esempio di logo efficace. Esso comunica l’identità di un brand che sa catalizzare le emozioni, è legato affettivamente alle persone ed è estremamente monetizzabile, in grado di coinvolgere e spingere all’acquisto anche chi non sarà mai in grado di permettersi una supercar sportiva.
Ma come creo un logo efficace se non sono Ferrari, Gucci o Chanel? Ci sono alcune regole per ideare un brand che funzioni ma, naturalmente, non è obbligatorio seguirle tutte. Quel che conta davvero è riuscire a dar vita a un’immagine forte e autorevole, che non solo piaccia, bensì riesca ad imporsi nella memoria di chi la guarderà.
Proviamo a seguire queste indicazioni:
- Keep it simple. Less is more. Due massime anglosassoni per la prima regolina che faremmo bene a osservare. Meno saranno gli elementi del nostro logo, più facilmente sarà ricordato. Più l’immagine del brand sarà semplice e immediata, più facile risulterà tenerla a mente e, di conseguenza, risulterà più autorevole.
- Non progettiamo – soltanto – per autocompiacimento; il logo deve piacere a chi lo osserva. Mettiamoci dunque nei panni del nostro pubblico-target (giovani? Adulti? Single? Famiglie? Uomini? Donne?…) e non lasciamoci influenzare dalle nostre personali emozioni, o correremo il rischio di ostacolarci da soli.
- Attenzione ai colori. Essi comunicano emozioni, esattamente come il lettering e gli altri elementi grafici che compongono il logo. Creiamo dunque una palette (anche qui, keep it simple!) che sarà poi sempre scrupolosamente rispettata ogni volta che faremo comunicazione.
- Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione. I loghi si aggiornano e si modificano nel tempo, quasi tutte le aziende più grandi hanno all’attivo numerose variazioni del loro logo nel corso della propria esistenza, però non possiamo buttare a casaccio il logo, creandone uno brutto e repulsivo, perché tanto poi lo possiamo modificare; è meglio prenderci più tempo per testarlo e assiciurarci che possa funzionare, magari coinvolgendo altre persone nel giudizio. All’occorrenza potremmo poi svecchiarlo ma mai cancellarlo e rifarlo da 0; sarebbe un’operazione potenzialmente suicida.
Il logo di marca e la sua comunicazione sono due colonne portanti nel marketing. Queste 4 semplici regole non sono una Bibbia da rispettare ma rappresentano dei consigli spiccioli, da tenere ben presenti nella creazione di ogni logo.
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