Enti locali
Flavio Tosi e quei pranzi con gli emissari di Grandi Aracri da chiarire subito
Non è più tempo per aspettare. Ieri, nel giorno del suo insediamento al Colle, il presidente Sergio Mattarella lo ha detto forte e chiaro: “E’ allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove, anche in aree geografiche storicamente immuni. Un cancro pervasivo, che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti. Dobbiamo incoraggiare l’azione determinata della magistratura e delle forze dell’ordine che, spesso a rischio della vita, si battono per contrastare la criminalità organizzata. Nella lotta alle mafie abbiamo avuto molti eroi. Penso tra gli altri a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per sconfiggere la mafia occorre una moltitudine di persone oneste, competenti, tenaci. E una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere”.
Sì, ed è esattamente la cosiddetta “dirigenza politica e amministrativa” ad essere, ora, sotto la lente d’ingrandimento delle Forze dell’Ordine. In particolare quella del Nord, storicamente immune (o presunta tale) da certi rapporti e vicinanze. La stessa dirigenza politica che rappresenta l’attuale sindaco di Verona, Flavio Tosi, uomo di punta della Lega Nord e più in generale della politica nazionale.
Il nome di Tosi finisce infatti nel grande calderone dell’inchiesta “Aemilia”, che non più tardi di una settimana fa ha portato all’arresto di 117 persone legate alla ‘ndrangheta calabrese ma infiltrate in affari, lavori e commissioni in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria. Quali sono le presunte connessioni tra Tosi e le ‘ndrine di Grandi Aracri? Per il momento – va chiarito – il primo cittadino di Verona non è assolutamente indagato ma risulta ospite di un emissario dei calabresi in un paio di pranzi assieme all’attuale ex vicesindaco Vito Giacino e all’imprenditore Moreno Nicolis, oggi ai domiciliari, nella taverna di questo.
Ma il sindaco di Verona era già finito nell’occhio del ciclone nell’aprile del 2014, quando la trasmissione di Milena Gabanelli Report aveva parlato di una cena a Crotone con Tosi di fianco a Stanislao Zurlo, presidente della locale Provincia per il quale fu chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. In quell’occasione Tosi si difese negando qualsivoglia coinvolgimento con la mafia locale, e anzi rimandando al mittente ogni ulteriore “accusa.
Tornando a oggi e al “caso” Aemilia: “Mi sono incontrato con il sindaco e il vice sindaco di Verona, con Tosi e coso, e ancora stanno mangiando, lì da Moreno, sotto in taverna». Lo dice a un sodale Antonio Gualtieri, uomo di riferimento della ‘ndrina di Grandi Aracri, ora in carcere con l’accusa di associazione mafiosa. Fino a prova contraria Tosi è innocente ma è bene (dovrebbe esserlo) che il sindaco di Verona intervenga subito, chiarisca quei pranzi e quelle frequentazioni. E’ bene che lo faccia per dare un senso alle parole del neo presidente Sergio Mattarella, e per “compiere il proprio dovere”, esattamente come fa una corretta “dirigenza politica e amministrativa”.
@giulio_serra
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