Grandi imprese

Dal telegrafo di Italcable alla fibra di Sparkle: un faro nelle Tlc, since 1921

10 Giugno 2019

(In collaborazione con Sparkle)

Alcuni pronunciavano il suo nome all’inglese, non sapendo che “cable” era riferito al termine spagnolo e che la società era all’inizio italo-argentina, in molti ne avevano un’ottima considerazione:  Italcable era il fiore all’occhiello della holding pubblica per le telecomunicazioni, la STET. Il traffico negli anni ottanta era in maggior parte fonia, con una apprezzabile quota telex, suddiviso tra SIP, per il traffico nazionale, e Italcable, per il traffico extra-europeo; per il traffico europeo e del bacino del Mediterraneo, operava invece lo stato direttamente, con la ASST, Azienda di Stato per i Servizi Telefonici, una suddivisione che sarebbe durata sino alla creazione di Telecom Italia, nel 1994.

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Oggi l’erede di Italcable è Sparkle, operatore globale del Gruppo TIM, primo fornitore di servizi wholesale internazionali in Italia e tra i primi dieci nel mondo, con una storia che parte ancora da più lontano degli anni ottanta e novanta del secolo scorso. Una storia che racconta del progresso delle telecomunicazioni e che ci ha permesso di vivere connessi con tutto il mondo. Sulla rotta dell’emigrazione di massa, che aveva portato l’Argentina ad essere tra le mete preferite dagli italiani che cercavano fortuna e futuro lontano dal loro paese, la prima a connettere i due continenti è stata proprio l’industria italiana Italcable.

Nel 1925 Italcable posò il primo cavo transoceanico tra Anzio e Buenos Aires, oltre al cavo telegrafico Anzio-New York, pochi mesi prima. Nel 1924 infatti Italcable – con capitali per la maggior parte raccolti fra italiani emigrati in Sudamerica –  ottenne dal governo la concessione per collegare l’Italia con gli esuli residenti in Argentina per mezzo di un cavo sottomarino lungo oltre 7000 Km. Una vera e propria innovazione per l’epoca.

Messina, 1975. Operazioni di ispezione e monitoraggio dei cavi.
Roma, anni 50. Sala controllo delle connessioni radiotelegrafiche.

Oggi, la tecnologia si è evoluta notevolmente e i cavi sottomarini sono il mezzo più economico, affidabile e performante per le connessioni a lunga distanza. E stanno prendendo piedi i cavi privati. Internet, a differenze di quanto si possa immaginare, non viaggia via satellite ma su cavi in fibra ottica che transitano sotto i mari e gli oceani tra i vari continenti, come mostra la mappa della società di analisi delle telecomunicazioni Telegeography.

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Sparkle oggi opera in tutto il mondo con un focus in particolare nel Mediterraneo e in America Latina. Di fatto grazie a Sparkle l’Italia rappresenta  il principale Hub Internet nell’area del Mediterraneo, collegando il Medio Oriente e il Sud-Est asiatico con l’Europa. Continente dove inoltre Sparkle sta estendendo le infrastrutture nei Balcani e sviluppando nuove rotte terrestri, alternative ai tradizionali itinerari sottomarini, per collegare l’Europa alla costa orientale africana, al Medio ed Estremo Oriente. Nelle Americhe l’obiettivo è creare sinergie con altri attori e sfruttare il il nuovo cavo Seabras-1 per supportare la domanda di capacità originaria del Sud America, in particolare del Brasile, lungo la rotta Sud-Nord America. L’azienda si concentrerà anche sulla rotta transatlantica per soddisfare la crescente domanda di banda larga proveniente da Europa e Stati Uniti.

In Italia è stato appena compiuto un investimento di lungo termine per la realizzazione di BlueMed, cavo sottomarino multifibra che collegherà Palermo con Genova fino a Milano. Il nuovo cavo, la cui operatività è prevista per il 2020, attraverserà il Mar Tirreno collegando il Sicily Hub di Sparkle a Palermo – data center neutrale e connesso con diciotto cavi internazionali – con la nuova stazione di atterraggio neutrale di Genova, direttamente collegata al ricco ecosistema digitale di Milano. BlueMed includerà anche diverse ramificazioni nel Mar Tirreno ed è progettata per supportare ulteriori estensioni a sud della Sicilia. Con una capacità fino a 240 Tbps e lungo circa 1.000 km, BlueMed fornirà connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa, Asia e gli hub continentali europei con una latenza ridotta del 50% rispetto ai cavi terrestri che collegano la Sicilia con Milano. Inoltre, la nuova stazione di atterraggio di Genova si propone di diventare via preferenziale per i futuri cavi sottomarini alla ricerca di un accesso diversificato sulla costa europea occidentale, rafforzando il ruolo dell’Italia come gateway digitale tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa.

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