Grandi imprese
***Documento*** Cantone risponde a Di Maio: diverse anomalie nella gara ILVA
I dubbi del ministro Luigi Di Maio sulla procedura di gara per la vendita dell’ILVA trovano conferma nella risposta che l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha inviato al ministro dello Sviluppo economico, dopo che quest’ultimo aveva sollecitato un parere lo scorso 11 luglio. Si tratta di un documento di otto pagine, che Stati Generali è in grado di rivelare integralmente (vedi lettera Anac a Di Maio), firmato dal capo dell’organismo Raffaele Cantone.
Otto pagine che danno ampio riscontro ai profili di criticità sollevati da Di Maio rispetto alla procedura che ha portato ad aggiudicare il gruppo siderurgico tarantino alla cordata AM Investco Italia – cordata controllata dal colosso francese Arcelor Mittal e partecipata anche dal gruppo Marcegaglia. Vari i punti sollevati: dai rinvii sull’attuazione del piano ambientale disposti per legge a gara avviata, che «ha senza dubbio modificato in modo rilevante il quadro economico e fattuale» preso in considerazione dai concorrenti, senza però che vi sia stata una riapertura dei termini per la partecipazione alla gara, alla rimodulazione delle scadenze intermedie per l’attuazione del piano, fino alla mancata attuazione del procedimento di rilancio.
«L’individuazione di eventuali irregolarità – si legge nel documento – non potrebbe portare di per sé all’adozione di provvedimenti di autotutela» (leggi annullamento della gara). Questi provvedimenti potranno essere assunti da Di Maio solo al ricorrere di tutti i presupposti previsti dalla legge: «in particolare l’esistenza dell’interesse pubblico specifico all’annullamento, diverso – secondo la costante giurisprudenza amministrativa – dal mero ripristino della legalità». A questo punto, conclude Cantone nella missiva, «l’accertamento dei presupposti di fatto e di diritto previsti dalla legge, la valutazione dell’interesse pubblico prevalente e lo stesso accertamento delle illegittimità nel caso concreto sono rimessi, ovviamente, alle responsabilità dell’Amministrazione», e dunque del ministro Di Maio.
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