Energia

Snam testa con Baker Hughes la prima turbina “ibrida” a idrogeno al mondo

20 Luglio 2020

Baker Hughes e Snam hanno portato a termine con successo i test per il funzionamento della prima turbina “ibrida” a idrogeno al mondo progettata per un’infrastruttura di trasporto del gas naturale. Si tratta di un progetto interamente italiano. La nuova turbina “NovaLT12”, che potrà essere alimentata con una miscela di idrogeno fino al 10% e gas naturale (H2NG), è stata progettata e realizzata nel nostro paese negli stabilimenti di Baker Hughes.

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Il test si è svolto nello stabilimento Baker Hughes di Firenze alla presenza, tra gli altri, di Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, di Rod Christie, vice presidente esecutivo turbomachinery & process solutions di Baker Hughes, di Michele Stangarone, presidente di Nuovo Pignone e vice presidente Europa, Russia & CIS e Africa Subsahariana TPS di Baker Hughes e del senatore Andrea Cioffi.

È la prima volta a livello mondiale che un operatore di infrastrutture gas testa una turbina di questo tipo per utilizzarla sui propri asset. La turbina sarà installata entro il 2021 nell’impianto di spinta di Snam a Istrana, in provincia di Treviso.

Il progetto rappresenta una nuova tappa fondamentale nell’adeguamento delle infrastrutture energetiche italiane all’idrogeno: a oggi il 70% dei metanodotti della rete di trasmissione gas di Snam è già costruito con tubi “Hydrogen ready” per trasportare quantità crescenti di idrogeno miscelate con gas naturale nell’ottica di contribuire al taglio di emissioni di CO2 del paese. Applicando la percentuale del 10% di idrogeno al totale del gas trasportato annualmente dalla società, se ne potrebbero immettere ogni anno in rete 7 miliardi di metri cubi, un quantitativo equivalente ai consumi annui di 3 milioni di famiglie e che consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 5 milioni di tonnellate.

Snam è tra le prime società al mondo ad avere sperimentato l’immissione di idrogeno in una rete di trasporto gas ad alta pressione, prima al 5% e successivamente al 10%. La società è impegnata anche a supportare la crescita della filiera italiana attraverso lo sviluppo di tecnologie per favorirne l’impiego in molteplici settori, dall’industria ai trasporti.

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La “NovaLT” rappresenta nell’industria la prima famiglia di turbine gas ad alte prestazioni di Baker Hughes commercializzata “Hydrogen ready”, in grado di bruciare blend di gas metano e idrogeno, dal 5% fino al 100% di idrogeno. La “NovaLT12” è l’ultima nata nella famiglia di turbine a gas NovaLT. Queste turbine sono nate per adattarsi ad una serie di applicazioni industriali, dalla cogenerazione al trasporto e compressione gas per gasdotti, fino all’offshore e sono il frutto di un intenso piano di investimenti pluriennale dell’azienda sostenuto da Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Toscana.

La sperimentazione segue di pochi giorni il lancio della Hydrogen Strategy della Commissione europea, in base alla quale entro il 2030 l’Europa sarà in grado di produrre almeno 40 GW di idrogeno da fonti rinnovabili ed entro il 2050 lo utilizzerà su vasta scala in tutti i settori difficili da decarbonizzare in modo alternativo. L’obiettivo della strategia è permettere lo sviluppo dell’idrogeno come nuovo vettore energetico pulito per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica al 2050.

«Con questa nuova sperimentazione insieme a Baker Hughes» – commenta l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – «facciamo un ulteriore passo avanti nel percorso di adattamento della nostra rete al trasporto di idrogeno. L’infrastruttura, come evidenziato anche nella Hydrogen Strategy recentemente presentata dalla Commissione europea, sarà un elemento abilitante dello sviluppo dell’idrogeno pulito, che insieme all’elettricità rinnovabile sarà un pilastro della lotta ai cambiamenti climatici e potrà raggiungere il 20-25% del mix energetico globale al 2050. L’Italia, grazie alle sue tecnologie, al suo sistema energetico e alla sua posizione geografica, potrà giocare un ruolo da protagonista in questa nuova sfida ambientale, che genererà anche opportunità di sviluppo e occupazione».

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