Economia circolare
Snam acquista Enersi Sicilia per costruire il suo primo impianto di biometano
Snam costruirà il suo primo primo impianto per la produzione di biometano da Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) nella provincia di Caltanissetta. La società, attraverso la controllata Snam4Mobility, ha acquistato, per un valore di circa 2 milioni di euro, il 100% di Enersi Sicilia Srl proprietaria del titolo autorizzativo per realizzare l’infrastruttura.
L’impianto in programma, che verrà sviluppato e realizzato dalla controllata IES Biogas, sarà in grado di gestire 36.000 tonnellate all’anno di rifiuti urbani con l’obiettivo di fornire ai comuni limitrofi della provincia siciliana una soluzione rinnovabile al problema dello smaltimento.
Snam4Mobility è la società attraverso la quale Snam sviluppa le infrastrutture di rifornimento per veicoli a gas naturale compresso (Cng) e gas naturale liquefatto (Lng). La mobilità sostenibile a metano e del biometano dimostra le potenzialità degli utilizzi alternativi del gas.
Il biometano è una fonte di energia rinnovabile che si ottiene da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli e deiezioni animali), agroindustriali (scarti della filiera della lavorazione della filiera alimentare) e la frazione organica dei rifiuti solido urbani (FORSU). Proprio i FORSU sono quelli coinvolti nell’impianto che verrà realizzato. Il biometano può essere immesso nell’infrastruttura di trasporto del gas naturale.
Secondo i risultati di uno studio commissionato alla società di consulenza Ecofys, specializzata in studi climatici e nuove energie, dal consorzio europeo Gas for Climate (che raggruppa otto aziende europee di primaria importanza nel settore delle infrastrutture gas, tra cui Snam, e due associazioni che rappresentano la filiera del biogas e del biometano) la produzione e l’utilizzo di biometano e altri gas rinnovabili nelle infrastrutture esistenti consentirebbe all’Europa di centrare gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi risparmiando circa 140 miliardi di euro l’anno entro il 2050.
Il contributo del biometano agli obiettivi di decarbonizzazione non si limita alla sola fase del consumo energetico. Il suo processo produttivo può contribuire a ridurre in modo significativo le emissioni del settore agricolo e a restituire al terreno sostanza organica. Il digestato (ciò che rimane dopo il processo di digestione anaerobica delle matrici agricole) è infatti un ottimo fertilizzante naturale utilizzabile in alternativa a quelli di origine fossile. Le imprese agricole potrebbero dunque abbattere sostanzialmente i loro costi di produzione e aumentare la propria competitività. Il biometano prodotto con criteri di sostenibilità è in grado di aumentare la capacità di assorbire e immagazzinare carbonio del suolo.
«Questa acquisizione– commenta l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – è un ulteriore passo di Snam nell’energia rinnovabile, a conferma del nostro impegno nello sviluppo dei nuovi business della transizione energetica e del nostro ruolo di acceleratore della filiera italiana del biometano. Il biometano può dare un contributo essenziale alla riduzione di anidride carbonica, in Italia e non solo, e alla gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare».
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