Energia

Su Pil e energia la sen. Lezzi aveva più ragione dei tanti che l’hanno criticata

24 Agosto 2017

Nella solitamente noiosa settimana di ferragosto, il video della senatrice del M5S Barbara Lezzi ha ravvivato il dibattito politico. Secondo la senatrice, la crescita tendenziale del PIL, 1,5%, superiore alle attese, 1,2% è da attribuire soprattutto al maggiore consumo di Energia, certificato dall’Istat.

https://www.youtube.com/watch?v=XluEliQ15D4

Sempre secondo la sen. Lezzi, abbiamo consumato più Energia per il caldo eccezionale, per raffreddare filiera del freddo, uffici e case private e poi per alimentare gli automezzi e autovetture delle aziende e dei privati che consumavano di più per via dell’aria condizionata.

Effettivamente nel mese di giugno del 2017 l’Energia ha registrato una crescita significativa rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, come chiaramente indicato nel prospetto dell’Istat relativo alla Produzione industriale di giugno.

(Nota. La senatrice cita una crescita del 9,6% , ma il dato corretto è 9,8%).

L’intervento ha suscitato l’ilarità di molti addetti ai lavori e lo sdegno di tantissime persone che ne hanno approfittato  per prendere in giro lei e il M5S, sul web e su facebook in particolare.

Ci sono i commentatori pauperisti, per i quali è incomprensibile che il caldo possa influenzare l’Economia. A questo proposito un signore ha scritto: “Se il caldo fa crescere il PIL, l’Africa è ricchissima”. Battuta divertente ma logicamente fallace.

Se vi fate fare un cappotto su misura per ripararvi dal freddo fate aumentare il PIL (non è detto che accada se lo comprate confezionato per una ragione che spieghiamo in fondo). Lo stesso accade se accendete l’aria condizionata. Ovviamente in entrambi i casi dovete consumare più di quanto avevate fatto l’anno precendente.

Ci sono i discepoli del moto perpetuto. Per loro l’Energia non ha nulla a che vedere con la produzione industriale. Perché a loro avviso, la produzione consiste, come ci ha tenuto a spiegare un signore, in “ferro”. Chissà quale rito propiziatorio praticano mentre accendono una lampadina.

Infine i letterati hanno fatto copia e incolla del testo Istat che introduce il bollettino relativo a giugno 2017, che recita qui:

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a giugno 2017 i comparti che registrano la maggiore
crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
(+18,5%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,6%), della fabbricazione di coke e prodotti
petroliferi raffinati (+12,1%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+10,8%).

Insomma cronaca di ordinario analfabetismo funzionale da antigrillismo acutizzato dalle vacanze agostane.

Nella mia esplorazione del web mi sono imbattuto nel video di Luigi Marattin, economista dal cursus honorum straordinario e già consigliere economico del Governo Renzi, oggi ricercatore a Bologna, che commentava l’intervento della senatrice Lezzi.

https://www.facebook.com/LuigiMarattinPD/videos/294092464391946/?hc_ref=ARQDZWxPGhn8nUkqTp-GWEelWMqmBauyYjbYlh6MFHldKpq7BJLWuNYVS1JTG9ge-IQ&pnref=story

Il prof. Marattin, dopo aver preso in giro la Senatrice, risponde punto per punto:

1.       “La produzione industriale misura la produzione fisica di beni, basta andare sul sito Istat per verificarlo”

Se ascoltate il consiglio di Marattin, scoprirete che l’ISTAT molto prosaicamente inserisce l’Energia, ovvero Carburanti, Luce e Gas, come una componente della Produzione industriale complessiva.

Sotto questo aspetto, la sen. Lezzi quantomeno sapeva che l’Energia è una componente della Produzione industriale.

2.       “In quel trimestre non c’entrano nulla i condizionatori perché i due settori che hanno trainato questa crescita sono i Farmaceutici (+18,6%), e Mezzi di Trasporto (+13,5%) , che sono cresciuti più dell’Energia”

Sorvoliamo sul fatto che prima Mattarin dica che l’Energia non ha nulla a che vedere con la Produzione industriale e, dopo qualche secondo, dice che c’entra ma è marginale al confronto di altri settori industriali.

Innanzitutto, Marattin cita i dati mensili di giugno citati dalla Lezzi ma li attribuisce al trimestre aprile giugno. Questa non è solo una dimenticanza, perché ci tiene a precisare che in questo ipotetico trimestre l’effetto condizionatori è nullo. Rimane un mistero il perché, se i condizionatori influenzano la crescita di giugno, non dovrebbero influenzare la crescita del trimestre che comprende anche giugno.

Infine, la critica di Marattin è senza senso. Il contributo di un settore alla crescita del PIL è determinato non tanto dalla sua crescita in percentuale ma da questa per il peso relativo del settore. Infatti, nel bollettino del mese di giugno, è la stessa Istat a indicare che il contributo dell’Energia alla crescita eguaglia tutta la produzione industriale di Beni Durevoli, di cui i prodotti farmaceutici sono una parte esigua.

 

3.       “Dire che la Produzione industriale, cioè la quantità di beni prodotti dalla fabbriche, dipende dai consumi elettrici vuol dire non capire la differenza tra consumi da una parte e prodotti dall’altra.”

Che il settore Energetico contribuisca alla Produzione industriale è assodato. È altrettanto evidente che tutta l’Industria consuma Energia per produrre.

Relativamente alla differenza tra Consumi e Produzione a fini PIL, facciamo un esempio.

Se preparate una torta per mangiarla in casa, il contributo al PIL lo trovate in parte contabilizzato alla voce Energia e in parte contabilizzato alla voce Industria alimentare, per il valore di acquisto degli ingredienti; se siete un pasticcere professionista e cuocete una torta che volete vendere, il contributo del PIL sarà il prezzo al netto dei costi intermedi.

Ai fini del PIL il fatto che la torta del pasticcere sia stata venduta al consumatore finale è irrilevante.

Nel caso sia stata venduta genererà ad una variazione positiva dei consumi. Nel caso rimanga invenduta, genererà una variazione positiva delle scorte. Per questo, in teoria, l’acquisto di un cappotto confezionato non fa necessariamente aumentare il PIL. In entrambi i casi, la torta una volta prodotta ha generato comunque una variazione positiva del PIL. È evidente che se nessuno la consuma, il pasticcere non ha interesse a produrne altre e se non ne produce un’altra nel periodo successivo avremo una variazione negativa del PIL.

A molti verranno in mente domande di questo genere: Se tengo la luce accesa faccio crescere il PIL? Allora perché non accendiamo sempre le luci e i condizionatori?

Il PIL, come qualunque indice, è ottuso. È come un termometro, se lo usate correttamente vi dirà se avete la febbre ma se lo mettete sopra un calorifero ben caldo, indicherà sempre una temperatura elevata, ma questo non significa che avete la febbre.

 

Conclusione

Una delle poche osservazioni che si potevano fare all’intervento della sen. Lezzi era che il settore Energia contribuisce al PIL in maniera poco significativa, perché buona parte di ciò che consumiamo, nel consumare Energia, è importato. Pertanto, a fronte di un valore del settore molto elevato, tra costi delle materie prime e imposte, il contributo di tutto il settore Energetico al Pil è decisamente limitato, intorno al 1,5%. (Fonte: Ministero Sviluppo Economico, 2016)

In fondo, la sen. Lezzi ha semplicemente ribadito una banalità. La cosa paradossale è che questa ovvietà è quello che buona parte delle persone ha recepito e condannato come assurdo, anche se non lo è affatto.

Sarebbe bastato ascoltare con attenzione, come alcuni di certo hanno fatto, e non lasciarsi assordare dal pregiudizio, per capire che la senatrice del M5S aveva capito ben poco di quel famigerato bollettino Istat. Ma, comunque, qualcosa in più dei tanti che l’hanno attaccata senza capire nemmeno quel poco.

 

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