Energia

Intesa Sanpaolo presenta “Motore Italia Transizione energetica”

22 Aprile 2023

Intesa Sanpaolo ha presentato “Motore Italia Transizione energetica”, un nuovo programma che riguarda gli investimenti su fonti rinnovabili e il sostegno alla transizione energetica.

La Banca intende dare un nuovo impulso agli investimenti e alle imprese, supportando i processi di autonomia energetica attraverso lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Lo scopo, in un’ottica di rinnovata collaborazione tra pubblico e privato, è quello di aumentare la competitività e i benefici economici, ambientali e sociali per la collettività.

La presentazione del programma

La presentazione del programma, avvenuta nella sede milanese di Piazza Belgioioso, ha evidenziato le misure che Intesa Sanpaolo intende mettere in campo. Hanno illustrato il progetto Anna Roscio (Responsabile Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo), Emanuele Orsini (Vice Presidente Confindustria) e Stefano Barrese (Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo).

Durante la presentazione, moderata da Marco Ferrando de Il Sole 24 Ore, sono intervenuti, tra gli altri, Gregorio De Felice (Chief Economist Intesa Sanpaolo), Alessandra Ricci (Amministratore Delegato SACE) e Antonio Decaro (Sindaco di Bari e Presidente ANCI).

Anna Roscio ha illustrato i dettagli del nuovo piano, mentre Emanuele Orsini e Stefano Barrese hanno dialogato sulla condivisione delle opportunità per il mondo imprenditoriale nell’investire in energie rinnovabili e nel contribuire alla crescita del Paese.

Il piano e la copertura economica

Il programma di Intesa Sanpaolo, che si inserisce tra gli interventi attivati a supporto della transizione energetica e ambientale fissata nel PNRR, sostiene il tessuto produttivo con una liquidità complessiva di 76 miliardi di euro. Questa cifra sarà investita in impianti di energie rinnovabili, ma è solo una parte dell’attività del gruppo, che ha stanziato complessivamente da qui al 2026 oltre 410 miliardi di euro a supporto degli obiettivi del programma presentato.

Gli obiettivi della Banca sono quelli rilanciati dal Piano per la Transizione Ecologica (PTE) approvato dal governo, e si rifanno alle indicazioni del Green Deal Europeo (piano di investimenti della Commissione Europea per rendere l’Europa indipendente dalle importazioni di fonti fossili prima del 2030).

I nuovi obiettivi fissati per il 2030 hanno innalzato al 65% la quota di energie rinnovabili rispetto alla domanda elettrica complessiva, che comporta per l’Italia una quota incrementale di sviluppo di energia rinnovabile elettrica pari a 75 GW, che richiederebbero oltre 80 miliardi di nuovi investimenti. Questi obiettivi del PTE saranno supportati da nuovi investimenti (40 miliardi) nella produzione di biometano e di idrogeno verde.

L’importanza della sostenibilità

In questo periodo è più che mai necessario diversificare le fonti di approvvigionamento e aumentare l’autonomia energetica, e questa iniziativa di Intesa Sanpaolo avrà ampie ricadute sull’economia reale, sulla società e sul territorio. Le aziende che decideranno di investire nelle energie rinnovabili contribuiranno all’indipendenza energetica del Paese e contemporaneamente parteciperanno all’attuazione di una strategia volta al miglioramento del proprio profilo economico-industriale e sostenibile.

A questo proposito viene lanciata una nuova linea di finanziamento, denominata S-Loan CER, a cui è possibile abbinare la garanzia green di SACE. Il meccanismo di funzionamento prevede un incentivo in termini di agevolazione sul tasso di interesse a fronte dell’investimento in energia rinnovabile, a cui viene riconosciuta una ulteriore premialità nel caso in cui l’impresa destini parte dell’energia prodotta e non autoconsumata alla Comunità Energetica Rinnovabile.

La sostenibilità ambientale è centrale nella strategia della Banca (che ha già attivato insieme a SACE iniziative simili nel 2021) ed è anche il tema portante dell’accordo triennale con Confindustria. L’accordo mette a disposizione delle aziende una liquidità pari a 150 miliardi di euro e una ampia e strutturata collaborazione a favore del più ampio coinvolgimento e supporto alle imprese nel rilancio economico del Paese.

Il ruolo dei Comuni e l’accordo con l’ANCI

Antonio Decaro e Marco Ferrando

Un ruolo importante nella realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili è svolto dai Comuni italiani, che si pongono come soggetti istituzionali per l’informazione e la diffusione delle CER. Proprio per questo la Banca ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con l’ANCI per promuovere sui territori la diffusione di modelli di produzione e condivisione dell’energia rinnovabile.

La Banca ha inoltre sottoscritto di recente un accordo di collaborazione con GSE, Gestore dei Servizi Energetici S.p.A., per favorire l’integrazione delle tematiche ESG e dello sviluppo sostenibile nell’ambito finanziario e nel tessuto imprenditoriale nazionale. Al fine di promuovere la realizzazione delle CER, è stato infine messo a punto da Intesa Sanpaolo un network di assistenza tecnica grazie a specifici accordi di collaborazione con partner tecnici specializzati in virtù della loro capacità realizzativa.

Le agevolazioni governative previste per le CER rientrano in un quadro normativo tuttora in attesa di via libera da parte della Commissione Europea che prevede un incentivo in tariffa valido per 20 anni sull’energia condivisa rivolto a tutto il territorio nazionale e un contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento a favore delle CER ubicate nei comuni sotto i 5.000 abitanti, finanziato con 2,2 miliardi di fondi provenienti dal PNRR.

Queste le parole di Stefano Barrese:

Oggi insieme ai nostri partner rinnoviamo il nostro patto con il mondo delle imprese in un ambito decisivo, la transizione energetica. La collaborazione tra soggetti di natura privata e soggetti pubblici che ha già dato buoni risultati durante la pandemia deve rinsaldarsi per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, importante opportunità per Pmi e famiglie in virtù di concreti benefici economici, sociali e ambientali per interi territori. Per questo intendiamo fornire alle nostre imprese, ai privati e agli operatori del Terzo Settore, in un’ottica più ampia possibile, gli strumenti più innovativi per far cogliere le opportunità derivanti dalla transizione energetica, rafforzando le iniziative già avviate nell’ambito del PNRR, con la previsione di 410 miliardi di finanziamenti, di cui 76 dedicati alla transizione energetica, contribuendo così a generare una crescita sostenibile in linea con gli obiettivi del nostro Piano d’Impresa.

Il punto di vista di Decaro

Decaro ha evidenziato quanto la transizione energetica sia nelle corde dei sindaci, in quanto i cambiamenti passano sempre prima dalle grandi città. I Comuni si occupano spesso anche di aspetti che dovrebbero essere gestiti dallo Stato e che riguardano proprio l’energia: uno su tutti il riscaldamento e la sistemazione del cosiddetto “cappotto” nelle scuole. Nei prossimi mesi inoltre proprio nei Comuni Capoluogo inizieranno a viaggiare 3000 tram ad energia alternativa.

Il Presidente dell’ANCI chiede di rendere più formale il ruolo di pianificazione degli amministratori di prossimità e di superare la soglia dei 5000 abitanti presente nel PNRR.

40 miliardi per i comuni sono certamente tanti soldi, ma sono solo il 19 % del totale. A chi è destinato il restante 81%?

Decaro chiede infine chiarimenti dal punto di vista normativo e sottolinea due punti:

  • solo il 44,6 % dei fondi per i comuni è destinato al Sud e il 53% delle risorse è già in uso;
  • i ritardi del PNRR non derivano (nonostante la carenza di personale) dai Comuni.
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