Energia

MED & Italian Energy Report, l’Italia deve vincere la sfida dell’idrogeno

1 Dicembre 2021

È stato presentato il nuovo MED & Italian Energy Report, lavoro di ricerca annuale frutto della collaborazione tra SRM, il centro studi a Intesa Sanpaolo e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, da Massimo Deandreis, direttore generale SRM e dal professor Ettore Bompard, direttore scientifico ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, che hanno coordinato la ricerca. L’evento è stato patrocinato dalle deputate europee Tiziana Beghin e Patrizia Toia, ed è stato organizzato con la collaborazione dell’ufficio di Bruxelles di Intesa Sanpaolo.

Il rapporto, arrivato alla sua terza edizione, compie un’analisi ad ampio raggio sul tema dell’idrogeno, una delle nuove frontiere del futuro sistema energetico. Oggi, infatti, è necessario porre l’attenzione su fonti energetiche e tecnologie che possano consentire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità al centro dell’agenda europea e italiana.

In questo contesto, la regione del Mediterraneo può assumere un ruolo cruciale in termini di sviluppo di nuove fonti rinnovabili e tecnologie orientate alla riduzione delle emissioni e all’efficientamento di tutta la filiera energetica. La transizione verso la sostenibilità nella regione mediterranea non può prescindere dall’interazione tra una terna di triangoli: un triangolo geografico, relativo alle tre macro-zone (Nord, Est e Sud) della regione, aventi differenti caratteristiche socio-economiche ed energetiche; un triangolo di attributi energetici, ovvero sicurezza energetica, sostenibilità ambientale ed equità sociale; un triangolo delle commodity, che include energia elettrica, idrogeno e gas, che risulteranno centrali nell’implementazione della transizione energetica.

«SRM, con il terzo Rapporto sull’Energia, ha concluso un primo triennio di ricerca che ha voluto rappresentare quanto fosse strategico questo comparto per il paese. Abbiamo voluto tracciare un quadro dei nuovi orizzonti e delle nuove sfide che lo scenario competitivo ci chiama ad affrontare: investimenti in infrastrutture, miglioramento della sicurezza energetica, rinnovabili ed efficienza, più sostenibilità e attenzione a ciò che va sviluppandosi sul tema dell’idrogeno», ha affermato Massimo Deandreis, direttore generale di SRM. «Il PNRR rappresenta la base per iniziare un nuovo processo nel nostro paese fondato sull’economia green ed anche sulla sinergia che può instaurarsi con l’economia Blue, non ha caso abbiamo anche dedicato un capitolo alla portualità ed allo shipping. L’Italia deve essere pronta a giocare e vincere “The new game of Hydrogen”, è questa la nuova capacità da mettere in campo».

A influenzare la penetrazione dell’idrogeno nel Mediterraneo è anche la presenza di azioni di policy ad hoc. I paesi europei hanno già inserito l’idrogeno nella strategia del green deal, tradotto in obiettivi specifici su energie rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di GHG attraverso il pacchetto “Fit for 55” nel 2021. Inoltre, nel 2020, la Commissione Europea ha pubblicato la Strategia Europea per l’Idrogeno e la Strategia di Integrazione del Sistema Energetico che include l’idrogeno tra i suoi pilastri. Viceversa, le regioni del Medio Oriente e del Nord Africa a volte mancano ancora di strategie organiche sulla penetrazione dell’idrogeno, anche se alcuni paesi come Giordania, Qatar, Arabia Saudita e Tunisia hanno individuato nell’idrogeno una commodity che può aiutare a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

L’attuazione delle strategie dell’idrogeno richiede quindi una predisposizione dei diversi paesi nell’incoraggiare l’adozione dell’idrogeno verde. ​La catena del valore dell’idrogeno può essere una prospettiva di business significativa per la regione del Mediterraneo, grazie all’elevato potenziale da rinnovabili, con impatti economici positivi. Ma il ruolo delle materie prime nelle tecnologie di produzione dell’idrogeno richiede un’attenzione elevata sulle possibili dipendenze geopolitiche che possono sorgere.

Adottando schemi di cooperazione tra le sponde del Mediterraneo nello sfruttamento del potenziale rinnovabile e nella produzione di idrogeno verde, costruendo un nuovo dialogo energetico, ci guadagneremmo tutti in sostenibilità ed equità.

Le interconnessioni esistenti per il trasporto del gas naturale possono svolgere un ruolo chiave nel sostenere la penetrazione dell’idrogeno e la creazione di un mercato mediterraneo dell’idrogeno verde, soprattutto perseguendo la strada del trasporto di idrogeno in forma di miscela col gas naturale.

L’Europa, rispetto alle altre grandi aree mondiali, ancora dipende fortemente dalle importazioni di energia ma si muove più rapidamente sulla strada della sostenibilità. Cina, USA, Unione Europea ed India rimangono tra i maggiori consumatori di energia mondiale con una percentuale pari al 56 percento. In particolare Cina e USA il 23 percento ed il 15 percento, Ue 11percento e India 6 percento.

Secondo le analisi, l’Europa mostra un migliore rapporto tra consumo di energia e pil in confronto a Cina e USA. L’UE con un pil superiore alla Cina consuma molta meno energia. Ciò significa che gli europei hanno investito di più e da più tempo nell’efficienza energetica.

L’Europa si muove in modo più rapido verso la sostenibilità. Il suo mix di generazione elettrica è variato negli ultimi 20 anni; l’uso del carbone è diminuito dal 32% al 13% mentre l’utilizzo del gas naturale è cresciuto in maniera significativa dal 16 percento al 22 percento. Le energie rinnovabili sono passate dal 15 percento al 41 percento. Le traiettorie previste dalle politiche europee prevedono un massiccio aumento del peso delle rinnovabili che dovrebbero arrivare a coprire il 61 percento del mix elettrico nel 2030, l’84 percento nel 2040 e l’88 percento nel 2050. Permane però una forte dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia che è pari al 58 percento.

I Paesi del Sud del Mediterraneo sono ancora molto dipendenti dalle fonti fossili per la generazione elettrica e il potenziale rinnovabile dell’area MENA può rappresentare la base di nuove opportunità di partnership energetica.

L’Italia è ancora fortemente dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili, cosa che la rende vulnerabile quanto a sicurezza energetica. C’è quindi tutto l’interesse a sviluppare efficienza, risparmio energetico e fonti rinnovabili. L’idrogeno rivoluzionerà diversi settori, in primis quello dei trasporti, e Porti e Shipping sono in prima linea sul raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.

«La transizione energetica è ormai un’esigenza indifferibile anche per la regione Mediterranea. La sua implementazione poggerà sull’interazione tra tre commodity chiave: energia elettrica, idrogeno e gas. In particolare, l’idrogeno “verde”, prodotto a partire da fonti rinnovabili, potrà rivestire un ruolo di rilievo non soltanto da un punto di vista di sostenibilità ambientale, ma anche come opportunità di sviluppo per i paesi delle sponde Est e Sud e, pertanto, di crescita armonica dell’intera regione mediterranea», ha spiegato Ettore Bompard, direttore scientifico ESL@Energy Center del Politecnico di Torino. «Investimenti mirati nel settore, supportati da un’adeguata cornice normativa, potranno infatti consentire la creazione di una nuova filiera industriale, portando a un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e a una possibile stabilizzazione dell’area. Ciò consentirà di aprire le porte a un nuovo dialogo energetico Mediterraneo, basato sulle rinnovabili, in grado di rimpiazzare quello attuale, fondato sulle fonti fossili».

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