Energia

Le rinnovabili: non per salvare l’ambiente, ma per risparmiare

24 Giugno 2020

È ormai noto che dobbiamo convertire le nostre economie alle rinnovabili per salvare l’ambiente tramite la riduzione delle emissioni di CO2. Questo però è sempre stato percepito come un sacrificio da fare per il bene di altri. Adesso, grazie al calo del prezzo delle energie rinnovabili, possiamo salvare l’ambiente e allo stesso tempo ridurre il costo dell’elettricità: un passo che dovrebbe automaticamente trasformare l’attuale economia a base di combustibili fossili in una a base di energie rinnovabili.

Guardiamo qualche grafico. Il primo mostra, in alto, il costo dell’energia elettrica dal fotovoltaico rispetto al costo dell’energia da centrale a gas per il massimo del giorno, mentre in basso il costo dall’eolico rispetto al costo dell’energia da un impianto CCGT (Combined Cycle Gas Turbine, un impianto termoelettrica a gas a ciclo combinato):

Fonte: https://www.lazard.com/perspective/lcoe2019/

In quasi ogni zona del mondo il costo più alto delle rinnovabili è più basso del costo più basso per l’equivalente da combustibile fossile. In più, il costo della soluzione rinnovabile è in costante calo, anche ad un ritmo non indifferente, -7% per l’eolico e -13% per il fotovoltaico dal 2014 al 2019:

Fonte:https://www.lazard.com/perspective/lcoe2019/

Direi che è ragionevole aspettarsi che i prezzi scendano ancora. Ciò vuol dire che pian piano ci saranno sempre più fonti di combustibili fossili che semplicemente non avranno ragione da esistere. Già vediamo che in certe circostanze costa meno costruire e gestire un impianto eolico o fotovoltaico che non gestire un impianto a carbone o nucleare:

Stimando che il calo dei costi delle rinnovabili continui (al 4% all’anno fino al 2024 per l’eolico, poi al 2% fino 2029; per il fotovoltaico al 6% sino al 2024, al 3% sino al 2029),  i costi dell’eolico si collocano in una forchetta tra i $ 21 e i $ 40, mentre quelli del fotovoltaico tra i $ 23 e i $ 28. Nel 2030 potrebbe diventare più economico chiudere la stragrande maggioranza degli impianti a carbone per costruire degli impianti eolici e fotovoltaici ex novo.

L’impatto è significativo, ed è possibile già vedere dei miglioramenti nei dati della rete nazionale britannica. L’emissione di CO2 per KWh è scesa del 60% dal 2013 al 2019:

Fonte: https://www.nationalgrideso.com/media/national-grid-electricity-system-operator-data-shows-record-breaking-year-britains

Va, peraltro, rilevato, che questo non ha inciso tanto sul prezzo dell’elettricità:

Fonte: https://www.ofgem.gov.uk/data-portal/wholesale-market-indicators

Ma non possiamo gestire le rinnovabili come i combustibili fossili. Non si possono accendere e spegnere a comando. Per fortuna il calo dei costi delle batterie (-85% in 10 anni) è tale che siamo vicini al punto in cui sarà possibile trattare le rinnovabili come l’energia da combustibili fossili.  Quando Northvolt (l’impianto europeo per la produzione delle batterie a li-ion) entrerà a regime nel 2024 e il costo calerà sotto i $ 100kW/h, il costo di una macchina elettrica diventerà paragonabile a quello di una benzina, e il costo dei rinnovabili + batteria scenderà sotto il costo della realizzazione di un impianto termo-elettrico.

L’economia ad idrogeno potrà avere dei costi talmente bassi da fornire altre possibilità per lo stoccaggio. Se ad esempio uno dei progetti che Bosch ha con Ceres o Powercell andasse a buon fine, potremmo vedere un prodotto industriale nel giro di 3-4 anni. Aggiungendo altri sei anni per abbassare i costi, ritengo abbastanza probabile che entro il 2030 le energie rinnovabili + batteria di qualche genere porteranno all’estinzione la produzione di energia dai combustibili fossili.

Un aspetto rilevante riguarda chi deve investire in questi impianti o finanziarli.  Se fossi una banca che deve finanziare un progetto a 20 anni, beh… non sceglierei certo un impianto a carbone perché tra un paio di decenni non esisterà più. Ciò vuol dire che un’azienda del settore dovrà finanziare tutto al costo più alto di equity e non di debito, all’8-10% invece del 3-4%. Questo spingerà l’evoluzione energetica a procedere a un ritmo sempre più veloce. Perché sempre più spesso il foglio Excel dirà semplicemente che costa meno chiudere l’impianto a combustibili fossili ed aprire qualcosa a fonte rinnovabile.

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Foto di copertina: Sandia National Labs, immagine tratta da Flickr

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