Clima
Le energie rinnovabili in Italia: verso il 2020
di Rachele Rizzo
Il 2020 si avvicina e con esso le scadenze del primo pacchetto per il clima e l’energia dei Paesi dell’Unione Europea. La pubblicazione del rapporto “Energia da fonti rinnovabili 2015”, pubblicato da Gestore Servizi Energetici (GSE) il 14 Marzo scorso fornisce una buona base per discutere gli sviluppi della politica energetica italiana rispetto al traguardo del 17% sul consumo di energia da fonti rinnovabili entro il 2020.
Soprattutto per effetto della crisi economica ma anche grazie all’effetto delle politiche sull’efficienza energetica, l’evoluzione dei consumi finali lordi di energia tra il 2005 ed il 2015 è stata inferiore alle previsioni che hanno portato alla determinazione degli obiettivi per il nostro paese sulla percentuale di consumo di energia da fonte rinnovabile.
I dati aggiornati di Eurostat sul consumo di energia in Italia mostrano che la maggior parte dell’energia consumata proviene ancora da prodotti petroliferi e gas, i quali contano per circa il 37% e il 35% rispettivamente. Secondo il rapporto GSE e la pubblicazione del Ministero dello Sviluppo Economico sulla situazione energetica nazionale nel 2015, emerge tuttavia una situazione ottimistica per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi del Piano 20-20-20 sul consumo di energia da fonti rinnovabili, mentre sembra più difficoltoso il raggiungimento del target di emissione dal settore dei trasporti. In questo scenario viene inoltre prospettato ancora un ampio potenziale di riduzione delle emissioni nel settore energetico, soprattutto a confronto di altri settori dell’economia.
Dal 2010 l’Italia consuma più energia da fonti rinnovabili rispetto a quanto previsto dalle traiettorie del Piano d’Azione Nazionale (PAN) elaborato nell’ambito della Direttiva 2009/28/CE per il 2020. Negli anni dal 2004 al 2013 la produzione di energia da fonte rinnovabili è infatti triplicata. Includendo un mix di energia idroelettrica, eolica, solare, geotermica e prodotta da bioenergie, l’obiettivo del 17% di consumi da fonti rinnovabili stabilito dal PAN è stato raggiunto. Lombardia, Piemonte e Puglia sono le regioni che al 2015 hanno la maggiore capacità di energia rinnovabile installata.
Per raggiungere questi obiettivi, l’Italia ha introdotto negli anni un sistema complesso di incentivi per la produzione di energia rinnovabile, come la delibera del Comitato Interministeriale dei Prezzi adottata nel 1992, i certificati verdi introdotti nel 2003 ed altre forme di compenso per l’autoproduzione, quali i sussidi per unità di energia immessa nella rete (feed-in tariffs), poi sostituiti da premi nel 2012. Il settore fotovoltaico ha goduto di un regime di incentivi differenziato, che include il Conto Energia divenuto operativo nel 2005 e rinnovato per 5 volte. Poiché molti di questi schemi sono terminati nel 2014, nuovi decreti ministeriali hanno mantenuto le feed-in tariffs e i premi per le fonti diverse dal fotovoltaico. Gli incentivi dal 2015 si concentrano sugli impianti più piccoli o iniziative ancora non operative che avevano ricevuto sovvenzioni secondo i precedenti schemi.
Nel report biannuale della Commissione del 2017, l’Italia risulta tra i leader nella produzione di pompe di calore e per la produzione di energia da impianti geotermici grazie al proprio potenziale nazionale. Il settore idroelettrico occupa ancora una posizione di rilievo, mentre stupisce l’aumento rapido della produzione delle bioenergie. Nel rapporto “Energia da fonti rinnovabili 2015″ è evidente come le bioenergie rappresentino circa il 50% dei consumi finali lordi da fonti rinnovabili e con un tasso di crescita ancora piuttosto elevato tra il 2014 e il 2015.
Visto il precoce raggiungimento degli obiettivi, con il 17.5% di consumo di energia da fonti rinnovabili già nel 2015, le ambizioni della strategia energetica italiana del 2030 sono state rialzate. L’Italia punta ora al raggiungimento del 19-20% di consumi da fonti rinnovabili entro il 2030, un obiettivo che tiene in conto la ripresa dei consumi energetici dopo la crisi economica.
La strategia verso il 2020 include la volontà dell’Italia di ridurre il differenziale di costo dell’energia (che, secondo la Confesercenti, è maggiore della media europea del 17% per le famiglie e del 25% per le imprese), di continuare il processo di decarbonizzazione e di migliorare la sicurezza energetica del Paese.
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