Clima

Il ruolo del gas naturale oggi, l’amico della transizione energetica

23 Giugno 2017

Il “nemico” del futuro energetico e dell’ambiente? Il carbone. Diminuire i consumi e convertire il sistema fossile verso un sistema carbon free è la sfida di oggi e di domani. Il fenomeno del climate change, cioè tutte quelle alterazioni che le emissioni per la produzione di energia da fonti fossili hanno contribuito a provocare al clima, non può infatti certamente essere ignorato, ne dalla politica, ne dai colossi dell’energia.

La transizione energetica non è però un processo semplice e diretto, soprattutto per i paesi emergenti che spesso vorrebbero invece utilizzare le cosiddette “risorse e fonti tradizionali”. La via della sostenibilità è tuttavia inevitabile ed è qui che entra in gioco il ruolo da protagonista del gas naturale.

Il gas si presenta come la fonte pulita che oggi può accompagnare il pianeta verso la definitiva transizione. Ma il fabbisogno di gas naturale di Eni in Italia, per esempio, è oggi soddisfatto prevalentemente con approvvigionamenti di provenienza estera, principalmente dalla Russia, dall’Algeria, dal Mare del Nord e dalla Libia. L’obiettivo dell’Italia è quello di diventare hub strategico del gas per il resto d’Europa. Un obiettivo ambizioso ma necessario per il bene del pianeta e per la sicurezza energetica.

Ma cos’ha il gas di speciale?

Se il carbone è un combustibile sporco, (sporco quando lo si estrae, sporco quando lo si brucia e sporco quando si devono trattare le polveri che produce), il gas è un carburante “biocompatibile”, dato che la quantità di sostanze nocive emesse nell’atmosfera durante la combustione è inferiore rispetto agli altri tipi di carburante. A parità di energia prodotta, il gas metano produce meno anidride carbonica (in media dal 25 al 40% in meno) se paragonato ad altri combustibili provenienti da fonti fossili come petrolio e diesel.

Mentre le varie forme di carbone, infatti, producono da 350 a oltre 400 grammi di CO2 per kWh, l’olio combustibile produce emissioni fra i 240 e i 260 g/kWh, il gas naturale si ferma a soli 200 g/kWh. Quest’ultima è il principale responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento globale.

Il principale vantaggio nell’uso del gas al posto del carbone per la produzione di energia elettrica? È proprio qui: mentre l’energia chimica contenuta nel carbone sta nel legame chimico carbonio-carbonio, nel gas questa è custodita nel legame carbonio-idrogeno. Per liberare l’energia intrappolata in quei combustibili milioni di anni fa si devono ossidare completamente sia il carbonio – producendo CO2 – che l’idrogeno – producendo vapore acqueo H2O. Per questo, a parità di energia sviluppata, la combustione completa del gas naturale produce circa la metà della CO2 rispetto a quella che si sviluppa bruciando carbone. In questo modo, sostituendo le centrali termoelettriche a carbone con quelle a gas si potrebbe arrivare a risparmiare circa la metà della anidride carbonica emessa in atmosfera, con grandissimi vantaggi per il riscaldamento globale.

Raggiungere un mix pulito di gas e rinnovabili, al fine di garantire la sicurezza energetica europea ma anche di aiutare i Paesi vicini del Mediterraneo combattendo così il climate change è la strada più corretta da percorrere. Per le rinnovabili c’è bisogno di tempo e quindi rafforzare proprio il ruolo del gas, abbondante peraltro nei Paesi vicini all’Europa, appare come la concreta via per raggiungere gli obiettivi in termini di sicurezza e diversificazione delle fonti.

La climate strategy adottata da Eni ha permesso di ridurre le emissioni totali di CO2 equivalente del 28% dal 2010 a oggi. Il Gruppo ha definito una sua strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti, che integra interventi operativi e gestionali allo sviluppo di linee di ricerca nell’innovazione tecnologica. La climate strategy passa in primis proprio attraverso la valorizzazione del gas naturale e come fonte di transizione verso le rinnovabili, e partnership con i paesi produttori di idrocarburi, per lo sviluppo di sistemi energetici low carbon. La combinazione di gas naturale e rinnovabili è quindi la soluzione perseguita per eliminare il carbone dalla generazione di elettricità che attualmente copre ancora il 41% della produzione di energia elettrica causando quasi il 73% delle emissioni in questo settore.

Per una definitiva affermazione delle fonti rinnovabili occorre risolvere ancora i problemi legati allo stoccaggio e alla fornitura, poiché si tratta di risorse naturalmente instabili. Il gas rappresenta perciò un traino importante per conciliare un cambio di rotta energetico e la necessità di portare avanti gli obiettivi di riduzione delle emissioni stabilite con l’accordo di Parigi (Cop21).

 

 

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