Energia
Il Patto di Leningrado o se volete San Pietroburgo
Il Patto di Leningrado o se volete San Pietroburgo che rinsalda il vecchio patto sulle insostenibili condotte dell’Eurasia
Ansa, Gli accordi firmati a S. Pietroburgo, in data 18 giugno 2016.
“Al termine dei colloqui italo-russi sono stati sottoscritti 11 fra accordi e lettere di intesa.
– Memorandum d’Intesa tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la Corporazione Statale dello spazio (Roskosmos) per la cooperazione nel settore del telerilevamento per l’osservazione della Terra.- Accordo sulle direttive di base della cooperazione tra ENI e Rosneft
– Accordo sullo sviluppo della cooperazione strategica tra Leonardo-Finmeccanica, Rosneft e Russian Helicopters.
– Accordo di compravendita di azioni tra Pietro Barbaro e RN-Foreign Projects (firmato da Gianni Barbaro e il Presidente del CdA di Rosneft Igor Ivanovich Sechin) e Accordo di azionisti tra Pietro Barbaro e RN-Foreign Projects.
– Accordo quadro per la creazione di una joint venture tra Fincantieri e Rosneft
– Accordo di partenariato strategico e cooperazione tra Saipem e Novatek
– Accordo di partenariato strategico e cooperazione tra GE Oil & Gas/Nuovo Pignone e Novatek e accordo tra GE Oil & Gas/Nuovo Pignone e Yamal LNG per l’assistenza tecnica dei compressori a refrigerante/propano misto e altre apparecchiature dello stabilimento di liquefazione gas “Yamal LNG”.
– Accordo per la realizzazione congiunta di un reparto di terapia e riabilitazione dell’Ospedale cittadino n. 40 di San Pietroburgo (firma tra Presidente del CdA di Pizzarotti Paolo Pizzarotti, il Direttore Generale del Russian Direct Investment Fund Kirill Aleksandrovich Dmitriev e il Presidente del CdA di Gazprombank Andrej Igorevich Akimov).
– Memorandum d’Intesa fra l’amministratore delegato del Gruppo Cassa depositi e prestiti, Fabio Gallia, il Presidente del CdA di Gazprombank Andrej Igorevich Akimov, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale dell’Agenzia russa per l’assicurazione dei crediti di esportazione e degli investimenti EXIAR Aleksej Aleksandrovich Tjupanov e il Presidente della State Oil Company of Azerbaijan Republic SOCAR Rovnag Abdullaev. Con questo accordo le società esprimono il mutuo interesse a finanziare il Progetto GPC, che prevede la costruzione di un impianto petrolchimico a Garadagh, nei pressi di Baku, in Azerbaijan, destinato a rifornire l’Europa, la Turchia e la Cina. L’intervento del Gruppo Cdp attraverso la controllata Sace va a sostegno delle commesse che potrebbero essere assegnate a Maire Tecnimont, che ha agito in qualità di promotore dell’iniziativa ed è ben posizionata per la fase Epc (Engineering, Procurement and Construction) del progetto. Il progetto comprende la realizzazione di un impianto di trattamento del gas con una capacità di circa 10 Bcm (miliardi di metri cubi) di gas naturale all’anno. ( ANSA, 17.06.16, Renzi, firmiamo accordi per oltre un miliardo. “Termine guerra fredda fuori da realtà”)
– Accordo di cooperazione nel settore edile tra l’Amministratore Delegato di Maire Technimont Pierroberto Folgiero, il Direttore Generale di Eurochem Dmitrij Stepanovich.
– Protocollo d’Intenti per la realizzazione di un progetto di investimento fra Vice Presidente di Leonardo-Finmeccanica, Direttore della sezione Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza Fabrizio Giulianini e il Direttore Generale di Poste Russe Dmitrij Evgenevich Strashnov.”
Appare evidente da questo comunicato stampa che l’intreccio di interessi nel versante petrolifero tra Russia e Italia è destinato ad una controsvolta. Si riprende, senza il South Stream, imbarazzante corridoio di trasferimento di oil e gas, un rapporto privilegiato di berlusconiana memoria. In specie questo riguarda, unitamente all’impianto di Garadach ( Baku, Azerbaijan) anche il trasferimento dal grande giacimento azero Shah Deniz. In più si formalizza il trasferimento delle azioni dell’Armatore Barbaro alla Rosneft per la diversificazione del trasferimento di greggio con quelle che erano le nostre petroliere.
Siamo in perfetta linea con l’ENI di Scaroni e Berlusconi, si ritorna ai vecchi tempi. La politica estera è dettata dal fabbisogno energetico, e questo va bene, la politica energetica italiana si allinea con quella dell’Europa tradizionale (Francia, Germania, Olanda e Belgio), si dà un colpo all’Intermarium, i paesi dell’area post-sovietica dal Mar Baltico all’Adriatico, insomma torniamo ai vecchi amori putiniani. Così vuole la Merkel! Verrà propagandato come un successo imprenditoriale italiano, e questo è possibile, ma non si dirà mai che è un tassello alla dipendenza italiana ed europea dalla Russia.
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