Energia

Il compenso dei Facilitatori

9 Dicembre 2016

Non si tratta purtroppo di un’anticipazione relativa alla prossima puntata di Star Wars. Anche se il suono del titolo di quest’articolo evoca scenari epici o di fantasia che ben si ineriscono nel periodo più fiabesco dell’anno.

Al di là del sound intrigante anche quest’oggi mi ritrovo più semplicemente a parlare di energia, per commentare ed analizzare il nuovo mercato che a breve vedrà la luce e che riserva qualche aspetto di particolare importanza.

Mi riferisco al mercato della Tutela Simile, che è una nuova opportunità per i consumatori finali dell’energia. Come sappiamo, nel 2018 dovrebbe terminare la Maggior Tutela ovvero le tariffe regolate di cui ancora oggi si avvalgono la gran parte delle utenze domestiche in Italia (oltre che utenze non domestiche in bassa tensione).

Perché esistono tariffe di Maggior Tutela? Perché è giusto tutelare i consumatori finali in situazioni di bisogno o che necessitano di protezione. Questo lo stabilisce anche l’Unione Europea in diversi provvedimenti succedutisi negli anni. Il fatto è che la Tutela oggi è disponibile per tutti, non solo per gli utenti in situazioni bisognose. Ed il risultato sinora è stato quello di limitare fortemente lo sviluppo del mercato dell’energia. Se esiste una tariffa di “maggior tutela”, dunque con connotazioni rafforzative anche rispetto ad una semplice “tutela”, è chiaro che nell’immaginario collettivo passare al mercato rappresenta un salto nel vuoto. Ecco perché progressivamente la Maggior Tutela dovrebbe evolvere verso un meccanismo di Tutela dedicato alle sole utenze bisognose, in base all’effettiva necessità di tutelare chi versa in condizioni di difficoltà.

Dico dovrebbe perché il superamento della Maggior Tutela era affidato al DDL concorrenza, che ad oggi si può definire sospeso a causa degli ultimi accadimenti relativi al Governo e che potrebbero frenare l’attività parlamentare.

Per preparare i clienti finali alla fine della Maggior Tutela si è pensato di introdurre un ulteriore offerta, detta di “Tutela Simile”. Quest’offerta sarà disponibile attraverso il web e introdurrà alcune novità:

  • Sarà proposta non dai fornitori di Maggior Tutela ma da fornitori del mercato libero, con caratteristiche di prezzo molto simili a quelle della Maggior Tutela;
  • Presenterà uno sconto iniziale, erogato nella prima fattura, per il quale è stata indetta un’asta al ribasso (vince chi propone lo sconto più elevato), il cui esito non è ancora noto. Va detto che il cliente finale sarà libero di scegliere anche chi non si è aggiudicato l’asta, magari piazzandosi in graduatoria qualche gradino sotto rispetto al vincitore, se ad esempio è più gradito al cliente stesso per via di servizi di customer care più funzionanti;
  • Si introduce la figura dei Facilitatori, ovvero soggetti terzi (ad esempio associazioni dei consumatori o gruppi d’acquisto) che possono promuovere le offerte di Tutela Simile, invitare i privati cittadini ad aderirvi e percepire per questo un compenso.

L’esperimento della Tutela Simile è stato fatto per avvicinare i clienti al mercato libero, per far fare loro una prima esperienza col mercato, in vista della futura totale apertura del 2018.

Resta però da chiedersi se davvero la Tutela Simile assomigli al mercato oppure no. Perché capendo questo si può forse entrare maggiormente in sintonia con chi da anni sta lavorando per ritagliarsi un ruolo in un mercato, quello dell’energia, che è sì liberalizzato ma sempre con una certa timidezza. Gli elementi che meritano una riflessione e che ritroviamo nella Tutela Simile sono in particolare i seguenti.

1 – Il ruolo dei facilitatori: nella Tutela Simile si prevede un compenso per l’attività dei facilitatori pari a 15 euro (per le utenze domestiche) e peraltro tale compenso è “socializzato”, nel senso che sarà remunerato dalla generalità dei consumatori attraverso la bolletta dell’energia. Purtroppo il mercato libero è molto diverso su quest’aspetto. Il costo di acquisizione di un nuovo cliente (tenendo conto di costi di marketing e provvigioni di vendita) è superiore ai 100 euro e sono le singole società che devono sostenerlo, non potendo ovviamente ricorrere alla socializzazione. Già quest’aspetto rende la Tutela Simile decisamente diversa dal mercato libero, che per essere efficace deve anche poter conseguire un equilibrio economico tra costi di gestione e vantaggi da apportare ai clienti finali;

2 – Lo sconto rispetto alla Maggior Tutela: la Tutela Simile propone uno sconto rispetto alla Maggior Tutela. Ma a ben vedere tale sconto è la conseguenza di alcune condizioni che non si riscontrano nel mercato libero: la Tutela Simile si prevede possa interessare diverse decine di migliaia di clienti, mentre le offerte sul mercato libero devono traguardare la necessità di acquisire un cliente per volta; lo sconto verrà stornato pro-quota ai clienti che escono dalla Tutela Simile prima di 12 mesi mentre sul mercato libero non si possono applicare penali per il cambio fornitore; infine, come già detto, il compenso dei facilitatori (molto contenuto) è anche socializzato.

L’insieme di queste considerazioni fa si che l’esperimento Tutela Simile non potrà essere un vero banco di prova transitorio per capire se i clienti gradiscono il mercato, perché a ben vedere è più simile alla Maggior Tutela che al mercato. Però a mio avviso può avere il grande beneficio di far comprendere come sia complesso operare in un mercato che si trova a competere con la Maggior Tutela (e tra un po’ anche con la Tutela Simile).

Questo vuol dire evidentemente che la dicotomia Tutela-Mercato, come da più parti sostenuto, non è fatta per convivere a lungo, le condizioni di funzionamento sono diverse e tali da non rendere affatto agevole un equilibrio tra i due mercati.

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