Energia

Gas&power: scorte record, ma rischi sulle forniture

15 Settembre 2023

In Europa, i livelli di riempimento degli stoccaggi di gas hanno raggiunto un nuovo massimo stagionale: al 2 settembre i depositi erano pieni al 93,1 per cento, un nuovo record, contro una media a 5 anni dell’81,4 per cento e un minimo di 68,1 per cento nel 2021. Pertanto, i depositi europei potrebbero raggiungere la piena capacità entro la fine di settembre.

La domanda europea di gas è destinata a rimanere limitata. Il perché lo argomenta uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo dedicato proprio al gas, alle scorte e ai rischi delle forniture, a cura di Daniela Corsini.

La domanda totale di gas è di circa il 15 per cento inferiore rispetto alla media, anche considerando l’impatto del clima, e potrebbe rimanere del 10 per cento inferiore alla media almeno fino a metà 2024 a causa dei processi di ottimizzazione e risparmio energetico, dell’indebolimento della produzione industriale e dei rischi di recessione.
Pertanto, data la domanda anemica, i rischi legati all’offerta guidano i prezzi e alimentano volatilità.

Le principali fonti di preoccupazione sono un potenziale sciopero in Australia, che potrebbe ridurre le esportazioni di GNL e intensificare la concorrenza tra Asia ed Europa, i lavori di manutenzione pianificati e non pianificati in Norvegia, che hanno ridotto i flussi norvegesi verso l’Europa ai minimi dal 2015 ma anche  un’escalation nella guerra tra Russia e Ucraina e una minaccia di un blocco attraverso il Mar Nero.

Tuttavia, con depositi di gas pieni alla massima capacità, la domanda di gas potrebbe diminuire ulteriormente a fine settembre e ottobre. Pertanto, se le condizioni meteorologiche fossero favorevoli e i rischi di riduzioni o interruzioni dei flussi si allentassero, i prezzi del gas potrebbero temporaneamente diminuire ulteriormente (ma dovrebbero comunque rimanere ben sostenuti al di sopra della fascia di supporto garantita dal coal-to-gas switching e stimata attorno ai 23-25 euro/MWh).

I rischi sui prezzi restano sbilanciati verso l’alto nella stagione invernale a causa delle varie minacce di interruzione o riduzione delle forniture, di possibili condizioni meteorologiche sfavorevoli, della concorrenza asiatica sui mercati del GNL e dell’incertezza sulla produzione di energia elettrica da fonti nucleari o rinnovabili.

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