Energia

Energia, ecco quando ci hanno rubato il mercato

16 Settembre 2016

Puoi sapere dove va il mercato, ma non puoi sapere dove andrà una volta che ci è arrivato (cit. A.Bloch)

Vi chiederete perché ho scelto una citazione come titolo per raccontarvi alcune cose noiose sul mercato dell’energia… Semplice, perché di solito è considerato un tema noioso, non sempre però!

Nella vita di tutti i giorni l’energia svolge un ruolo importante, nei budget familiari è una spesa significativa, magari non la più rilevante e quella che desta maggior interesse ma di tanto in tanto a tutti capita di occuparsi delle utenze, delle famose e poco amate bollette.

Ebbene qualche tempo fa, più sulla spinta dell’Unione Europea che per nostra forte convinzione, si è deciso di aprire al mercato anche il settore dell’energia ovvero di favorire la concorrenza e l’ingresso di nuovi operatori. Va detto che in pochi anni i risultati raggiunti sono stati estremamente interessanti:

  • La filiera è stata suddivisa in comparti: la produzione, la distribuzione, la vendita ai clienti finali;
  • Nella produzione e nella vendita si è assistito al proliferare di nuovi operatori, grazie ad esempio ai tanti impianti fotovoltaici che hanno reso privati e piccole aziende produttori di energia;
  • Sono stati creati e messi in funzione i mercati all’ingrosso dell’energia, con la creazione della Borsa Elettrica, dove grandi industrie e società di vendita di energia possono a determinate condizioni acquistare energia all’ingrosso, in maniera tendenzialmente agevole.

Per alcuni versi i progressi fatti in Italia dalla liberalizzazione sono addirittura superiori a quelli a cui si assiste in altri Paesi europei evoluti. La nostra liberalizzazione per molti è motivo di vanto! Sembra assurdo ma è così…

Eppure quando ci troviamo a rispondere alla fatidica domanda: “perché l’energia costa così tanto?”; non si può far altro che provare un’enorme frustrazione.

L’elemento su cui ruota tutta la mia (nostra!) frustrazione è l’odiata bolletta! E provo a spiegarvi perché. La questione è a mio avviso configurabile come una vera e propria “barriera all’ingresso”, per richiamare le nozioni di economia studiate tempo fa, qualcosa cioè che limita la concorrenza.

Sapete che oltre il 60% della bolletta è relativa a voci sulle quali i fornitori di energia non possono incidere?

Se pensate poi che l’altro 40% è una materia prima che il fornitore acquista e rivende capirete che tale 40% può oscillare davvero poco tra un fornitore e l’altro, pochi punti percentuali.

Vi sembra una cosa normale?

E’ come se doveste comprare una scarpa e il fornitore può variare solo il prezzo dei lacci e delle suole.

E’ evidente che una cosa del genere limita la concorrenza, più è limitato l’oggetto del contendere minore è l’interesse del consumatore verso questa forma di mercato “invisibile”, nascosto nei meandri della bolletta.

mercato-energia

E qual è l’ultima trovata per riparare ad una situazione del genere? Aggiungere in bolletta anche il canone RAI!! Mi è capitato di recente di raccontarlo a colleghi europei e hanno fatto fatica a trattenere il sorriso! Sapete qual è ora la % di mercato che c’è nella bolletta? NP = Non Pervenuto!

Si potrebbe a questo punto argomentare che quanto meno per un mercato così asfittico c’è la buona notizia che non occorrono strumenti estremi di controllo, monitoraggio, confinamento, delimitazione. E invece no! Sorpresa…

Basta poco a chi si approccia per la prima volta con il settore dell’energia per rendersi conto che esistono montagne di regole che determinano come deve essere fatta la bolletta, quali voci deve esporre, quali allegati di dettaglio evidenziare, quale periodicità deve avere, quando vanno emesse le bollette, come vanno pagate e dove, a chi rivolgersi per avere spiegazioni, quante ore deve essere aperto il servizio clienti, entro quanto occorre rispondere alle domande del cliente, differenziandone i livelli di servizio a seconda della tipologia di domanda.

E a questo punto è spontaneo farsi una domanda: ma voi per un bel paio di lacci di quante informazioni e tutele avete bisogno? Vi farebbe piacere quando andate nel negozio sapere quanto costa la suola, quanto costa la pelle, quanto costano i lacci, quanta manodopera è servita per cucirla, quanti oneri d’importazione sono stati corrisposti per importare i materiali dall’estero, quanto pesa sulla scarpa l’affitto del negozio che ve la sta vendendo?

Il tema secondo me da sottolineare è che per la paura diffusa di affidarsi al mercato si è creato nell’energia un sistema ibrido peggiore dell’attuale Formula Uno. I Clienti sono interessati a quanto spendono in totale per la bolletta dell’energia, sfido chiunque a dire che gli interessa sapere esattamente qual è l’addebito per gli oneri generali di sistema o per i servizi di dispacciamento. La componente sottoposta a concorrenza (l’energia) in questi anni è andata via via diminuendo ma di pari passo sono esplose le altre componenti della bolletta non di mercato.

E come si fa a competere così?

Tutto ciò rende quasi inutile la competizione, si sta de facto tornando ad un sistema non concorrenziale, in cui le voci della bolletta sono uguali per tutti.

Vi lascio con un aneddoto: è così poco rilevante la componente energia in bolletta che nell’ennesima configurazione regolatoria su come deve essere elaborata una bolletta non è neanche necessario indicare il prezzo unitario dell’energia! Come dire: più chiaro di così che il mercato non interessa proprio a nessuno!

Eppure esiste, si sviluppa, individua nuove idee e servizi (prodotti abbinati alle forniture, nuovi servizi di customer care digitali, offerte bundled, offerte prepagate). E’ facile dire che il mercato non funziona, occorre, però, prima vedere se ci sono i presupposti affinché possa funzionare correttamente, cosa su cui ho espresso i miei dubbi.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.