Energia

Centrale nucleare a Marghera. La proposta di Brunetta

19 Ottobre 2024

La rassegna stampa delle principali notizie dal Veneto nella settimana dal 13 al 19 ottobre

ENERGIA

Sabato 19 ottobre

Brunetta, proposta choc: «A Porto Marghera una centrale nucleare»
Fare di Porto Marghera una delle capitali del nucleare. È la proposta che ha fatto ieri mattina Renato Brunetta, presidente della Fvcms/Vsf, ossia la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità/ Venice Sustainability Foundation, che guida assieme ai vicepresidenti Luca Zaia (governatore del Veneto) e Luigi Brugnaro (sindaco di Venezia). Brunetta ha candidato quella che è stata per decenni l’area industriale più grande d’Europa (prima della crisi e della chiusura di molte fabbriche) a “sito utilizzabile” per le nuove centrali nucleari ieri mattina al Venice Hydrogen Forum 2024 The Mediterranean Forum on Hydrogen, appoggiato da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’idea è esplosa come una bomba a Venezia, città che ha sopportato per ben oltre mezzo secolo l’inquinamento delle produzioni chimiche e siderurgiche e, come avviene di solito, la città si è spaccata in due. (Il gazzettino)

Giovedì 17 ottobre

Un veneto cinese produrrà in Italia i pannelli solari made in Pechino
Contribuire a ricostruire la filiera produttiva dei pannelli solari in Italia e in Europa con esperienza e tecnologie cinesi. L’obiettivo di FuturaSun, media impresa di Cittadella, a nord di Padova, 103 milioni di fatturato nel 2023, ma soprattutto tre stabilimenti produttivi in Cina, è di quelli ambiziosi: utilizzare, per primi, le tecnologie e il modello organizzativo di Pechino in Europa. «Crediamo che le condizioni politiche ed economiche», dice Alessandro Barin, 44 anni di cui 23 vissuti tra Italia e Cina, dove ha trovato moglie e messo su famiglia, «siano favorevoli alla ricostruzione di una filiera produttiva dei pannelli solari in Europa. Pensiamo di aver maturato un background di esperienze e conoscenze in Cina, il Paese leader del settore, e di poterle trasferire in Italia». Con la costruzione, in prima battuta, di uno stabilimento per la produzione di moduli solari e con la contemporanea, e paziente, ricostruzione di una filiera di fornitura italiana. Un investimento, in partenza, di 60 milioni di euro di cui circa un terzo sostenuti dall’Innovation Found dell’Unione europea. (Il Sole 24 Ore)

SOCIETÀ

Lunedì 14 ottobre

La pensione non basta più costretti a svendere casa
Il 40% dei pensionati bellunesi vive con meno di mille euro al mese e le spese della casa, specie per la popolazione sola, pesano come un macigno, in particolare per quella fetta di anziani che vive nelle case con ampie metrature, come quelle costruite nel ‘900. E se l’invecchiamento della popolazione e l’allungamento delle aspettative di vita sono un dato di fatto, si affaccia sempre più concretamente il fenomeno della vendita della nuda proprietà della casa per incassare subito la somma pattuita necessaria per pagare le spese correnti: tasse, welfare sanitario e le altre miriadi di uscite. (Il Gazzettino)

INDUSTRIA

Lunedì 14 ottobre

È veneta la bici più veloce al mondo
La bicicletta da cronometro più veloce al mondo è veneta, realizzata dalla Wilier Triestina di Rossano Veneto (Vicenza). Si chiama «Supersonica» e i test internazionali nella galleria del vento di Silverstone l’hanno incoronata regina di velocità. Wilier Triestina è anche l’unica azienda che produce biciclette a essere rimasta di proprietà italiana, veneta da tre generazioni, della stessa famiglia vicentina, i Gastaldello. Oggi al vertice ci sono i tre fratelli Enrico (58 anni), Michele (56) e Andrea (46). Fondata nel 1906 da Pietro Dal Molin, che rilevò a Bassano del Grappa il marchio britannico semi sconosciuto Wilier e alla fine della Seconda Guerra Mondiale aggiunse la parola Triestina, l’azienda fu poi rilanciata dai Gastaldello. Nonno Giovanni Gastaldello nel 1969 rilevò all’asta il marchio, dopo che la società era fallita. Così, da semplice negoziante di biciclette a Rossano Veneto, Giovanni si trovò a capo di un’industria. (Corriere del Veneto)

AMBIENTE

Venerdì 18 ottobre

L’aria è sempre più malata. Vicenza la quarta peggiore d’Europa
L’aria di Vicenza è malata. Talmente pregna di particolato fine – le famose Pm 2.5 – da far precipitare il capoluogo berico in fondo alla classifica sulla qualità dell’aria nelle città europee realizzata dall’Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente. Un documento (pubblicato a fine agosto) che mette in fila le caratteristiche ambientali di 372 centri urbani europei con più di 50 mila abitanti, misurandone le concentrazioni medie di Pm2.5, considerato uno degli inquinanti atmosferici con il maggior impatto sulla salute. (Il Giornale di Vicenza)

ECONOMIA

Venerdì 18 ottobre

Starbucks a Venezia prende casa a Rialto avrà 35 dipendenti
Starbucks apre le sue porte a Venezia, con il primo punto vendita situato vicino ad uno dei luoghi simbolo della città: il Ponte di Rialto. Questa nuova apertura rappresenta una meta importante per Percassi, licenziatario esclusivo della catena di caffetterie nel Paese. «Lo store di Venezia è un gioiello che segna il traguardo dei 45 store in Italia» ha detto Matteo Morandi, Ceo di Starbucks Italia. «Venezia è per noi una città chiave, che gioca anche a livello globale un ruolo strategico nel posizionamento del brand grazie ai nostri clienti internazionali». (La Nuova Venezia)

Domenica 13 ottobre

Prezzi delle case in città alti come dieci anni fa «E il centro è off limits»
È finita la stagione in cui comprare casa a Padova era un impegno se non altro abbordabile. Fatto cento nel 2014, quando i prezzi degli immobili hanno raggiunto vette importanti, dieci anni dopo le quotazioni sono tornate a un valore di 98,6, toccando il fondo a 89,1 durante la pandemia. Il primo semestre del 2024 mostra quotazioni immobiliari nella città del Santo ancora aumentate del 2,1% rispetto al semestre precedente, tali da risollevare la curva fin quasi al 100 di partenza. È quanto emerso dalla ricerca nazionale realizzata dal gruppo Tecnocasa e confermato dagli zeri nei prezzi al metro quadro che dividono la città per capacità di spesa degli acquirenti. In centro storico si va dai 3.800 euro al metro quadro per un appartamento signorile usato (se è nuovo sale a 5 mila, medio nuovo a 4 mila). La stessa tipologia scende ai 3.550 euro in zona Santo, Prato della Valle, Città Giardino. Per un economico usato, il budget minimo sono 800 euro ad Altichiero e Sacro Cuore, o 900 all’Arcella-Durer, a Ponterotto o nel quartiere di Salboro. (Mattino di Padova)

Martedì 15 ottobre

Lavoro, crollano le dimissioni. Part-time un’assunzione su tre
Crescono nel mercato i segnali di frenata. Nell’industria assunzioni giù del 7%. Ci siamo. Il saldo tra assunzioni ed uscite nel mercato del lavoro dipendente in Veneto, tra gennaio e settembre, è tornato sotto il dato 2019 (72.800 contro 73.600), ultimo anno prima del Covid. Le fiammate occupazionali seguite alla grande paralisi del 2020 si sono esaurite, l’apparente euforia degli ultimi due anni, rispecchiata dalla vivacità delle dimissioni spontanee (cioè dell’ampia disponibilità di posti di lavoro via via migliori), si è intiepidita. E se le assunzioni a termine riprendono a salire mentre quelle a tempo indeterminato calano, la deduzione più ovvia rimanda al ritorno ad un clima di prudenza, da parte delle aziende. La tendenza si trova nel rapporto La Bussola dell’agenzia regionale Veneto Lavoro, diffuso ieri e aggiornato a settembre. I confronti con l’analogo periodo 2023 confermano l’avvicinamento ad una situazione di torpore. Nessuna crisi, insomma, almeno per ora; ma nessuna licenza a sottovalutare i numeri. Tra gennaio e settembre in regione si sono creati 72.854 posti di lavoro, 3.600 in meno rispetto al 2023 e, soprattutto, 1.200 in meno sul 2019. (Corriere del Veneto)

MOBILITÀ

Martedì 15 ottobre

Vicenza su due ruote. Esteso il bike sharing
Il Comune di Vicenza ha annunciato l’ampliamento del servizio di bike sharing, che ora raggiunge anche la zona dei Ferrovieri. Questa iniziativa si inserisce nel contesto di promozione della mobilità sostenibile e dell’uso della bicicletta nella città. I cittadini potranno noleggiare biciclette tradizionali, biciclette a pedalata assistita e monopattini elettrici, disponibili grazie alla collaborazione con Ridemovi. L’area di bike sharing era già stata estesa nei mesi scorsi a Campedello e ora include anche il quartiere che si affaccia sul parco Retrone. (Radio Veneto 24)

POLITICA

Sabato 19 ottobre

Autonomia, le richieste del Veneto: Mega Zls, competenze Enac e le concessioni autostradali. 
I «fogli di lavoro» come li chiama il presidente del Veneto, Luca Zaia, del dossier sull’Autonomia affrontano lungamente tre temi che, cuciti insieme, costituiscono l’esoscheletro di un territorio: le infrastrutture. Porti, aeroporti, autostrade, strade, tratte ferroviarie ma anche elettrodotti e gasdotti. Siamo nel comparto «materie Lep». Vale a dire quelle di cui si inizierà a discutere non prima del 2026 a Lep finiti (livelli essenziali delle prestazioni) insieme a costi e fabbisogni standard. E verso gennaio, come ha spiegato ieri il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, il Clep, comitato per la «definizione» dei Lep guidato da Sabino Cassese, passerà il testimone alla Commissione Tecnica dei Fabbisogni Standard che quei Lep li dovrà sostanziare. (Corriere del Veneto)

Mercoledì 16 ottobre

Autonomia infinitesimale. Zaia abbandona la retorica del sovranismo veneto
Il presidente (conciliante) in aula sette anni dopo. Camani (Pd): «Si fa una guerra di religione e i frutti sono niente». Per affrontare l’arena consigliare, Zaia ha scelto un low profile, è partito con un lungo excursus per ripercorrere gli ultimi 7 anni della riforma. Nessun proclama roboante (per una volta non riecheggia il solito «è la madre di tutte le battaglie»). Al contrario, il presidente sembra cercare la conciliazione. Nella controreplica agli interventi dei consiglieri parla della sanità, unica, vera, materia già in capo alle Regioni e dice «rispetto alla sanità stiamo chiedendo cose infinitesimali». Parla di «occasione per un grande decentramento amministrativo», magnifica i vantaggi di «catene decisionali corte» e aggiunge «non vogliamo la scrivania, i ministeri, dovremo attrezzarci per gestire le competenze, non siamo nei 9/10 di Irpef della Provincia di Trento ma culturalmente iniziamo un nuovo percorso». Da lontano arriva il commento sul filo del sarcasmo di Ivo Rossi, Pd: «Quasi timoroso. Burocratico. Minimizzante. La proposta politica che ha agitato il Veneto negli ultimi 20 anni ridotta a cronistoria di incontri. Da “23 materie, non una di meno”, e “vogliamo i 9/10” a ragionevoli richieste di competenze amministrative». (Corriere del Veneto)

Autonomia, le opposizioni vanno all’attacco «Intervento vuoto, solo retorica»
Non una parola su quello che accadrà adesso, o su cosa comporterà nel concreto l’autonomia per i cittadini veneti. Solo un resoconto di quanto accaduto finora, già noto ai più. È questa l’accusa che l’opposizione ha mosso al presidente Luca Zaia dopo il suo intervento in Consiglio regionale. «Avevo ben altre aspettative su questo intervento – ha detto prendendo la parola in Aula la capogruppo del Partito democratico, Vanessa Camani – Zaia non riesce ad abbandonare la retorica, fa la cronistoria di cosa è successo finora senza dire nulla su dove vuole condurre la nostra Regione». E ancora, sempre contro il presidente della Regione: «Parla di Autonomia come di una battaglia da vincere, senza dire nulla su come questa possa aiutare il Veneto o soddisfare i bisogni dei suoi cittadini». (Mattino di Padova)

Autonomia, a che cosa e a chi serve?
«Davvero stiamo chiedendo l’Autonomia per gestire i passaporti? Sul serio il Veneto si è lanciato in un corpo a corpo col resto del Paese davanti all’opinione pubblica, alla Corte costituzionale e per qualcuno alla Storia, per avere mani libere sull’Ordine delle estetiste e poter dire la sua sugli ‘enti di credito fondiario e agrario’ (ma attenzione: solo se ‘a carattere regionale’), che nonostante ripetuti sforzi neppure i tecnici sono stati in grado di spiegarci a che servano?». Se lo chiede retoricamente Marco Bonet nell’editoriale del Corriere del Veneto che fa il punto sulle richieste autonomistiche venete al termine del dibattito in aula consiliare.  «Il dubbio è sorto a molti tra quanti, avendo la fortuna (?) di seguire il dibattito autonomista dai suoi albori, ieri hanno assistito al confronto tra il presidente Luca Zaia, corpo in cui s’incarna la riforma, e le opposizioni tutte schierate come plotone d’esecuzione. L’attesa era notevole: il convoglio della legge Calderoli è partito, 5 Regioni a guida Pd-M5s si sono messe di traverso alla Consulta, il fronte del No gioca la carta del referendum. Si pensava, insomma, di essere nel vivo. E invece. Terminato l’excursus storico («Estenuante»), Zaia ha scelto di rimanere vago sul celeberrimo dossier. Con ciò da un lato confermando la scelta che, a dispetto dei siti «trasparenti», vede le uniche informazioni d’interesse per i cittadini, quelle sul «cosa cambia», trapelare col contagocce, in modo faticoso, episodico, spesso inevitabilmente impreciso». (Corriere del Veneto)

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