Economia
La Russia aggira le sanzioni: Boro Đukić e il Montenegro
CO-AUTORE: SIMONE COCCIA
Serie di articoli sul sistema russo di aggiramento delle sanzioni – già pubblicati:
Introduzione: https://www.glistatigenerali.com/economia-sommersa_macroeconomia/maksim-reshetnikov-rosimushchestvo-e-gli-altri-cosi-la-russia-usa-le-sanzioni/
Italia: https://www.glistatigenerali.com/economia-sommersa_macroeconomia/la-russia-aggira-le-sanzioni-vincenzo-trani-e-litalia/
Lussemburgo: https://www.glistatigenerali.com/economia-sommersa_macroeconomia/la-russia-aggira-le-sanzioni-patrick-hansen-e-il-lussemburgo/
Libia e Malta: https://www.glistatigenerali.com/medio-oriente_russia/haftar-la-spia-che-venne-dal-freddo/
Il Montenegro, con poco più di 14’000 km2 di superficie e quasi 650 mila abitanti, è forse uno dei paesi dalla storia più tormentata della penisola balcanica: al centro di secoli di aggressioni, conflitti interni, rivalità regionali, sanguinose guerre, orgogliosi respingimenti e cruente liberazioni, ancora oggi sembra non riuscire a trovare un suo centro di gravità.
L’ultima conquista di indipendenza risale appena al 21 maggio 2006 quando, in una democratica competizione referendaria e con uno scarno margine del 55,5% (il 55% è la percentuale che l’Unione Europea esige per la vittoria), riesce a separarsi da Belgrado. Il risultato del referendum, malgrado corra sul filo del rasoio, viene comunque riconosciuto: la Serbia è una delle prime nazioni a prenderne atto, seguita dalla Russia, dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dagli altri vicini balcanici, come Croazia, Slovenia e Bosnia-Erzegovina, i cui percorsi verso l’indipendenza portano alla lenta e sanguinosa dissoluzione dell’ex Jugoslavia.
Da allora un vorticoso susseguirsi di fatti cambiano il volto al Paese: nell’autunno successivo al referendum le prime elezioni parlamentari democratiche vedono la vittoria della Coalizione per un Montenegro Europeo, formata dal Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro (DPS) e il Partito Socialdemocratico del Montenegro (SDP); Milo Đukanović viene confermato primo ministro. E’ una amara sconfitta per la coalizione nazionalista, formata dai partiti filo-serbi (il Partito Popolare Serbo SNS ed il Partito Radicale Serbo SRS) ed il Partito Socialista Popolare del Montenegro (SNP): da quel momento in poi le dinamiche di avvicinamento del Paese verso l’occidente divengono inarrestabili e la Russia, che con le liberalizzazioni avvenute dopo il crollo del comunismo aveva messo le mani su una grossa fetta delle attività imprenditoriali di questo Stato (nel 2012 Monstat, l’istituto nazionale di statistica di Podgorica, afferma che circa un terzo delle quote di aziende straniere presenti sul territorio montenegrino fa capo a uomini d’affari russi[1] mentre il turismo rimane una delle principali voci nello scambio economico, mitigate soltanto dall’epidemia di Covid e le successive sanzioni[2]), non gradisce affatto la direzione presa.
Ma il Montenegro prosegue inarrestabile per la sua strada: tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007 arriva l’ammissione al Fondo Monetario Internazionale[3] e al programma Partnership for peace della NATO[4]. Vengono anche intraprese le prime trattative per l’associazione all’UE, che nell’ottobre 2007 portano alla firma dell’accordo di stabilizzazione e associazione[5]. Il 2 dicembre 2015 il Montenegro è invitato a entrare nella NATO[6] , il 28 aprile 2017 i parlamentari del Montenegro appoggiano il trattato NATO – non senza proteste[7], ed il 5 giugno 2017 il parlamento ne ratifica l’adesione[8]: la politica ha gioco facile, le elezioni del 2016 vedono di nuovo la vittoria di Milo Đukanović, sostenuto dalla coalizione indipendentista formata dal Partito Democratico dei Socialisti (DPS) ed il Partito Liberale (LP), mentre a perdere è la formazione filo-russa del Fronte Democratico di Andrija Mandić: le elezioni però sono macchiate da diffuse denunce di brogli e di compravendita dei voti, ma vengono comunque convalidate[9].
Inoltre si fa strada l’ipotesi di un tentativo di colpo di Stato che però presenta i contorni di un giallo: la paternità del tentato golpe viene immediatamente assegnata ai serbi filo-russi e le autorità accusano formalmente una ventina di persone, tra cui diversi nazionalisti serbi che si fanno chiamare “Night Wolves” che spingono per un governo filo-russo[10]. La loro guida sarebbe un ex capo della Gendarmeria del ministero degli Affari interni della Serbia, Bratislav Dikic, che viene accusato di aver creato un gruppo terroristico per colpire Đukanović[11]. Ma la pista della cospirazione serba non convince: le indagini portano all’ex premier Radojica Rajo Bozovic (ex comandante dei famigerati “Berretti Rossi”, citato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia e arrestato più volte per vari reati) che avrebbe avuto un ruolo determinante nella preparazione del colpo di Stato: Bozovic è però un buon amico di Đukanović, difatti lui stesso gli avrebbe chiesto di orchestrare il falso golpe e di scaricare la colpa sui serbi e sulle opposizioni al regime[12].
Tra le persone indagate per spionaggio c’è anche Joseph Assad, accusato di essere responsabile della fuga all’estero dei golpisti ipoteticamente in accordo col governo russo[14], ma anche qui qualcosa non torna: Joseph Assad è un cristiano egiziano cresciuto in Libano e in Egitto e poi naturalizzato cittadino statunitense, che ha studiato alla Palm Beach Atlantic University in Florida e che nel 1999 si unisce alla CIA insieme a sua moglie, statunitense (i due divengono noti nel 2015 dopo avere già lasciato la CIA, quando aiutano 149 cristiani iracheni minacciati dallo Stato Islamico a fuggire in Europa[15]). Secondo l’accusa, Assad avrebbe pianificato il golpe in Florida con Brian Scott, ex agente della CIA e presidente della società di sicurezza Patriot Defense Groupe, poi sarebbe partito per il Montenegro per attuarlo: che dietro a tutto questo ci sia la mano del Governo degli Stati Uniti è una ipotesi ampiamente gettonata dai filo-russi, ovviamente respinta dai filo-occidentali. Tra le persone indagate compaiono anche quattro ex agenti dell’FBI: Ladislao Karbaljos, John Joseph Paolo, Scot Rivas e Horhe Mijar[16].
Nel maggio del 2019 il tribunale montenegrino condanna 14 persone, tra cui due ufficiali dell’intelligence militare russa Eduard Shishmakov e Vladimir Popov, due leader filo-russi del Fronte democratico Andrija Mandic e Milan Knezevic, nove cittadini serbi e un altro montenegrino, tutti colpevoli, secondo l’accusa, di aver tentato di rovesciare il Governo nel 2016[17]; nel febbraio 2021 però la Corte d’Appello annulla i verdetti di primo grado emessi a causa di gravi violazioni procedurali: il processo si deve rifare, e ad oggi non si è ancora concluso[18].
La realtà è che il Montenegro vive una situazione politica dove il partito di maggioranza filo-occidentale ha i seggi contati ed è costretto a governare in costanti trattative con i partiti di minoranza; la società civile è divisa, la corruzione è alle stelle (Trasparency International colloca il Montenegro al 65° posto su 180 Paesi, con uno scarno punteggio di 45/100[19]), ma soprattutto c’è la costante pressione della Russia che sfodera tutte le armi[20] per attuare una martellante propaganda anti occidentale nel tentativo di tenere le mani sul Paese: una situazione di estrema instabilità dove finiscono per dominare, oltre ad una strisciante guerra fredda, anche feroci contrapposizioni interne.
Il Montenegro è poi il crocevia di numerosi traffici illeciti e questo, unito ad una scarsa salvaguardia ed il rispetto dei diritti e delle libertà umane, rendono il cammino del Paese verso l’Unione Europea piuttosto complicato. Secondo un rapporto stilato nel 2019 dall’Organized Crime and Corruption Reporting Project, il Montenegro è una vera e propria “lavatrice” dei soldi sporchi della mafia russa[21]. Una delle tecniche di controllo usata da Mosca è l’utilizzo di suoi emissari travestiti da consoli onorari.
Un ponte solido tra Russia e Montenegro
Boro Đukić nasce nel 1970 a Podgorica. Il padre, dopo aver lavorato come direttore commerciale in una fabbrica di tabacco in Montenegro, diviene rappresentante diplomatico e commerciale della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia a Mosca, città in cui si trasferisce con tutta la famiglia. Đukić avvia gli studi di economia presso l’Accademia Plekhanov di Mosca e, raggiunta la laurea, inizia a lavorare come rappresentante di un’azienda austriaca, prima a Mosca, poi ad Alma-Ata (oggi Almaty, in Kazakistan).
Nel 1998 torna in Montenegro e diviene consigliere presso il Ministero degli Affari Esteri. Nel 1999 si iscrive all’Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri di Mosca, concludendo gli studi con la sua tesi di dottorato nel 2002 presso il Dipartimento di Economia Internazionale (il cui rettore è Yevgeniy Primakov, Primo Ministro russo dal 1998 al 1999, Ministro degli Esteri, Presidente del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica e capo dei servizi segreti)[23].
Dopo aver fatto soldi in Russia – anche se non vi è alcuna evidenza di come[24] – nel 2013 Boro Đukić torna in Montenegro e l’Ucraina lo nomina console onorario in Montenegro, ma è un incarico che dura soltanto pochi mesi: Đukić spiega che la decisione di lasciare è dovuta ai cambiamenti nella leadership ucraina nel 2014[25]. Lo stesso incarico però viene rinnovato subito dopo, nello stesso anno, ma stavolta dalla Russia[26].
Đukić dimostra di essere un console onorario particolarmente attivo, anche se molte delle sue attività si svolgono in grave violazione della Convenzione di Vienna, principalmente dell’art. 41 che stabilisce che i rappresentanti diplomatici non possono interferire negli affari interni di un altro stato: nell’ottobre 2017, in qualità di console onorario, aiuta Marko Milačić, suo amico, a recarsi a Mosca[27]. Milačić è uno dei politici populisti più importanti del Montenegro e che spende molte delle sue energie contro l’adesione del Montenegro alla NATO[28], è fondatore dell’organizzazione non governativa Movimento per la neutralità del Montenegro, appartiene al Resistance to Hopelessness (OB) di Mladen Bojanić – un movimento politico anti-establishment e anti-NATO –, è membro della lista elettorale del Fronte Democratico (DF) per le elezioni parlamentari del 2016 ed è condannato per aver organizzato una protesta non autorizzata[29] ed aver bruciato in piazza una bandiera della NATO[30].
A Mosca, Milačić incontra un membro del Comitato per gli affari internazionali della Duma di Stato, Sergei Zheleznyak – uno dei principali alleati di Putin e posto sotto sanzioni dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nell’annessione della Crimea – torna in Montenegro e, due mesi dopo, assieme a Djukic, fonda il partito politico di destra Real Montenegro (Prava Crna Gora): la sede ufficiale del partito è nientemeno che nella villa personale di Đukić[31]. Đukić si dà da fare per sponsorizzare il neo partito, in una intervista rivela: “Se avessi qualche milione di euro o dollari, li offrirei al signor Milačić, mi piace la sua idea” e presto compare pubblicamente al fianco dello stesso Milačić durante la campagna elettorale[32].
Le idee antioccidentali del console non sono oramai più un mistero: non manca di farsi fotografare con Alexander Zaldostanov detto “il chirurgo”, leader dei Night Wolves[33], un gruppo paramilitare sanzionato dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti che ha stretti rapporti col Cremlino dal quale sono finanziati, molto attivo tra i Balcani ed est Europa, presente al fianco della parte filo-russa nella guerra del Donbass, fortemente coinvolto con la Chiesa ortodossa russa[34].
Đukić è anche un estimatore del nuovo “Esercito dei Cosacchi” in Montenegro, o Kozacka vojska (il suo profilo Facebook è zeppo di sue immagini dove indossa la loro divisa tradizionale), un gruppo paramilitare che eredita l‘antica tradizione cosacca e che nei Balcani si esprime con una formazione chiamata “Balkanska kozačka armija”[36] costituita in gran parte da serbi e montenegrini che si prefiggono di combattere i valori occidentali: i segni distintivi sono il militarismo, la religione ortodossa ed il motto “sempre con la Russia, mai contro la Russia” e l’attività principale è lottare contro l’ingresso di Podgorica nella NATO[37].
Il responsabile dell’analisi del Digital-Forensic Center-DFC, Lubomir Filipović, sostiene che Đukić sia un coordinatore della sezione montenegrina dell’estrema destra russa Sorok Sorokov[38], una milizia ultranazionalista ortodossa nata all’interno del Patriarcato, che ha contatti diretti col patriarca Kirill di Mosca e che gode dell’appoggio di personalità influenti come Tikhon Shevkunov, un monaco cristiano ortodosso confessore di Putin e saldamente connesso ai servizi di sicurezza[39]. La missione primaria del movimento Sorok Sorokov è la difesa della Chiesa Ortodossa Russa e la diffusione di una cultura razzista, omofoba, antioccidentale[40].
Đukić è attivissimo sui social[41] dove sfoggia il suo sconfinato amore per la Russia[42] e per la Chiesa Ortodossa, compare in numerose foto in orgogliosa compagnia dei leader religiosi di Montenegro, Serbia e Russia[43] e in tantissime dove celebra la sua amicizia mista a venerazione per Amfilohije[44]; tante anche le foto dove vanta la passione per le armi, la sua vicinanza ai gruppi paramilitari filo-russi, l’odio verso la NATO e gli Stati Uniti, i suoi viaggi per il mondo (Mosca, San Pietroburgo, Belgrado, Dubai, Kamchatka, Istanbul, Amsterdam), le sue battute di pesca e tante, tantissime foto di suoi primi piani, ovunque e perennemente sorridente, testimonianze che trasformano la propria pagina di Facebook in una vetrina dal forte sapore propagandistico e narcisista.
Il caso Skripal e la sospensione di Đukić
Il 4 marzo del 2018 Serghej Skripal e la figlia Yulia vengono trovati semi incoscienti, a causa di un avvelenamento, su una panchina di Salisbury: la vicenda viene immediatamente paragonata al caso Litvinenko, dove l’ex agente dell’FSB rimane ucciso a Londra nel 2006 avvelenato da un tè “condito” con del polonio. Sereghej Skripal è un ufficiale militare ed agente segreto russo che fa il doppio gioco per i servizi di intelligence del Regno Unito tra gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Catturato nel 2004 dai servizi di sicurezza federali russi e processato, viene condannato a 13 anni di carcere per alto tradimento, per tornare poi nel 2010 nel Regno Unito grazie ad uno scambio di spie[46].
Serghej Skripal e la figlia Yulia riescono a sopravvivere all’avvelenamento che verrà appurato provenire dall’agente nervino Novichok, un gas messo a punto in Unione Sovietica tra gli anni 70 e 80, e la loro sopravvivenza dona una fondamentale svolta alle indagini che stabiliranno le responsabilità del Governo Russo: il primo ministro Theresa May annuncia, come ritorsione, l’espulsione di 23 diplomatici russi[47].
La situazione per i diplomatici russi si fa immediatamente rovente in tutti i paesi occidentali: nel marzo del 2018, il Ministro degli Affari Esteri montenegrino decide di espellere un diplomatico di nazionalità russa e di sospendere definitivamente Boro Đukić, sulla cui testa pende anche la recente accusa di essere il cofondatore del partito ultranazionalista di destra Prava Crna Gora (Real Montenegro), dall’attività di console. La decisione viene giudicata scandalosa da Đukić che è convinto di non meritare affatto di essere trattato in questo modo, sostiene si tratti di “isteria anti-russa”[48], ma il primo ministro Duško Marković dichiara che la decisione segue la politica estera dell’UE ed è solidale con i membri della NATO[49].
Spogliato dal suo incarico, Đukić continua le sue attività politiche in sostegno a Marko Milačić, alle strutture paramilitari antioccidentali e alla chiesa ortodossa[50] e, nel 19 febbraio del 2020, il suo nome balza di nuovo alle cronache: la polizia di frontiera montenegrina sequestra un plico contenente 100 distintivi, probabilmente falsi, dell’Associazione Internazionale di Polizia (IPA) e che hanno lui come destinatario; sugli stessi distintivi spicca la scritta “sezione russa”[51].
Il pacco viene rinvenuto su di un autobus il cui autista racconta di averlo ricevuto da uno sconosciuto che, in cambio di un compenso in denaro, gli chiede di consegnarlo a Podgorica fornendogli i contatti del destinatario, spiegando che il contenuto è composto da alcuni “documenti di famiglia” [53]. I contatti conducono a Boro Đukić che, venuto a sapere del sequestro, spegne il telefono, acquista un biglietto aereo e si rifugia a Mosca[54]. Dopo una verifica successiva, il procuratore capo speciale del Montenegro, Milivoje Katnić sosterrà si tratti di distintivi originali ma senza numero progressivo[55].
Đukić non si dà pace e sostiene di essere un perseguitato[56]: Ivan Sardak, tenente generale della polizia e presidente del dipartimento regionale di Mosca dell’IPA, sostiene di aver inviato lui i cento distintivi ai suoi colleghi montenegrini e di averli fatti realizzare in Serbia poiché più economici e di miglior fattura, l’ex console sarebbe quindi totalmente estraneo all’operazione[57], ma intanto le autorità montenegrine spiccano un mandato di cattura nei suoi confronti: Đukić è un ricercato[58].
Non c’è pace per Đukić: nell’ottobre del 2021, durante il suo esilio in Russia, rimane coinvolto nel caso Dmitry Zakharchenko e viene incriminato dal Comitato Investigativo della Federazione Russa per falsa testimonianza. Zakharchenko è un ex vice capo dell’ufficio per la sicurezza economica e per la lotta alla corruzione del ministero dell’Interno russo, già arrestato per corruzione nel 2016 e condannato nel 2019 a 13 anni di carcere. Đukić, testimoniando davanti alla Corte, afferma di aver concesso un prestito all’ex investigatore nel dipartimento dei trasporti del Comitato investigativo della Russia (TFR) Ivan Kozhevnikov per un importo di 185 milioni di rubli e di aver ricevuto per il servizio 5,5 milioni di rubli; le indagini rilevano che in realtà si tratta di soldi derivanti da proprietà del colonnello dell’FSB Dmitry Senin, scomparso subito dopo l’arresto di Zakharchenko e chelascia tutti i suoi ingenti averi, frutto di tangenti, a parenti ed amici, tra cui appunto Kozhevnikov che Đukić tenta di coprire testimoniando il falso[59].
Le indagini rivelano che Đukić, nel giro di pochi mesi, ha importato 469 milioni di rubli in contanti in Russia depositandoli su diversi conti correnti. Tutta la documentazione che dovrebbe provare la propria innocenza fornita da Đukić al Tribunale, il contratto di prestito, le ricevute di emissione e restituzione dei fondi, la procura per riceverli, è considerata contraffatta: il 20 ottobre 2020 Ivan Kozhevnikov viene condannato a un anno e mezzo di lavori correttivi e il 21 ottobre 2021 l’ICR (il Comitato Investigativo Russo) apre un procedimento contro Boro Djukic[60].
Nel febbraio di quest’anno Đukić dirama un comunicato dove racconta di essere stato completamente assolto dal Tribunale russo dalla accuse di falsa testimonianza e di aver trascorso volontariamente gli ultimi anni della durata del procedimento nella propria residenza utilizzando il tempo per frequentare corsi di pittura di icone, intarsio, mosaico e intaglio del legno: lo ha fatto per la fiducia incrollabile che ha nei confronti della magistratura russa: il sottotesto sembra essere “non sono fuggito come ho fatto in altre circostanze”[61].
Boro Đukić è caparbio e insegue il suo vero il suo sogno futuro, quello di candidarsi come alternativa all’allora presidente Milo Djukanović che, secondo l’ex console, sta spingendo il Montenegro in un “percorso euro-atlantico fondato sulla russofobia e sulla serbofobia. La gente, ovviamente, vuole nuovi leader. Ma per correre, hai bisogno del sostegno di stati amici: Serbia e Russia. Se c’è supporto da parte loro, non escluderei un’idea del genere”[63].
Nel giugno del 2023 però, malgrado le nuove elezioni chiudano l’era di Djukanović lunga un trentennio, il Paese viene consegnato nelle mani di Milojko Spajić, leader di Europe Now (PSE) e convinto europeista[64]. Il sogno di Đukić di portare la Grande Madre Russia in Montenegro dovrà ancora attendere.
[1] https://balkaninsight.com/2016/08/18/russians-own-every-third-company-in-montenegro-report-08-17-2016/
[2] https://gradskeinfo.rs/crna-gora-zbog-sankcija-gubi-turiste-iz-rusije-06-04-2022/
[3] https://www.imf.org/en/News/Articles/2015/09/14/01/49/pr077
[4] https://www.nato.int/docu/update/2006/12-december/e1214a.htm
[5] https://www.eeas.europa.eu/montenegro/european-union-and-montenegro_en?s=225
[6] https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_125370.htm
[7] https://balkaninsight.com/2017/04/28/montenegro-approves-nato-membership-amid-protest-04-28-2017-4/
[8] https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_144647.htm
[9] https://balkaninsight.com/2016/10/17/djukanovic-wins-montenegro-s-elections-amid-complaints-of-violations-10-17-2016/
[10] https://www.balkancrossroads.com/balkans-should-beware-of-putins
[11] https://balkaninsight.com/2016/10/21/bratislav-dikic-alleged-mastermind-of-montenegro-s-coup-10-20-2016/
[12] https://www.in4s.net/djukanovic-bozovic-i-pokusaj-drzavnog-udara/
[13] https://www.standard.co.me/politika/djukic-stavio-na-racun-56-miliona-eura-pukovnik-fsb-a-mu-posredovao-u-vracanju-zajma-od-22-miliona-eura/
[14] https://www.theguardian.com/world/2018/aug/12/ex-cia-officer-faces-arrest-over-alleged-montenegro-coup-plot
[15] https://abcnews.go.com/International/americans-helped-100-iraqi-christian-refugees-escape-isis/story?id=35783650
[16] https://balkaninsight.com/2023/04/10/defence-to-offer-secret-files-evidence-in-montenegro-coup-plot-retrial/
[17] https://www.aljazeera.com/news/2019/5/9/russian-spies-found-guilty-of-montenegro-coup-attempt
[18] https://balkaninsight.com/2023/04/10/defence-to-offer-secret-files-evidence-in-montenegro-coup-plot-retrial/
[19] https://www.transparency.org/en/countries/montenegro
[20] https://www.nsf-journal.hr/online-issues/focus/id/1351
[21] https://www.occrp.org/en/troikalaundromat/how-russian-blood-money-flowed-into-montenegro
[22] https://www.vijesti.me/vijesti/politika/224585/boro-dukic-pocasni-konzul-rusije-u-budvi
[23] https://pvnovine.com/pocasni-konzul-rf-u-crnoj-gori-boro-djukic-po-povratku-u-crnu-goru-organizovacu-pokret-savez-pravoslavnog-naroda/
[24] https://thegeopost.com/en/analysis/pro-publica-and-icij-shadowdiplomats-in-the-balkans/
[25] https://istories.media/news/2022/12/04/lyubiteli-rossii/
[26] https://www.vijesti.me/vijesti/politika/224585/boro-dukic-pocasni-konzul-rusije-u-budvi
[27] https://istories.media/news/2022/12/04/lyubiteli-rossii/
[28] https://www.sajkaca.com/aktuelne-vesti/ti-si-nesto-najgore-sto-se-desilo-ovako-je-marko-milacic-cestitao-rodjendan-nato-paktu-video/5846/
[29] https://www.politika.rs/scc/clanak/378080/Region/Milacic-ispred-spuskog-zatvora-zapalio-zastavu-NATO
[30] https://sputnikportal.rs/20190404/milacic-nato-obelezavanje-1119355030.html
[31] https://istories.media/news/2022/12/04/lyubiteli-rossii/
[32] https://istories.media/news/2022/12/04/lyubiteli-rossii/
[33] https://istories.media/news/2022/12/04/lyubiteli-rossii/
[34] https://www.firstpost.com/explainers/vladimir-putins-angels-who-are-the-night-wolves-the-russian-motorcycle-gang-that-novak-djokovics-father-posed-with-12054902.html
[35] https://balkaninsight.com/2020/01/17/russian-night-wolves-bikers-support-montenegro-church-protests/
[36] https://thegeopost.com/en/analysis/pro-publica-and-icij-shadowdiplomats-in-the-balkans/
[37] https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/11/12/news/i-cosacchi-dei-balcani-nel-mirino-dei-pm-1.14401745
[38] https://www.nsf-journal.hr/online-issues/focus/id/1351
[39] https://www.ft.com/content/f2fcba3e-65be-11e2-a3db-00144feab49a
[40] https://www.codastory.com/lgbt-crisis/unholy-alliance/
[41] https://www.facebook.com/jelka.novogodisnja.5
[42] https://www.facebook.com/photo?fbid=338928740223541&set=ecnf.100023192536952
[43] https://ridl.io/moscow-s-fight-against-the-enemies-of-orthodoxy-in-the-balkans/ ; https://www.balcanicaucaso.org/aree/Montenegro/Montenegro-identita-nazionale-religione-e-politica-198791
[44] https://www.facebook.com/jelka.novogodisnja.5/posts/pfbid0DtpT4Dyfah6hru1outATXxaqNGSxMWrTGqvK3T2LxCn6t14PHth2CxTM5sGxNDzMl
[45] https://sputnikportal.rs/20180329/rusija-konzulat-podgorica–1115088372.html
[46] https://www.bbc.com/news/world-europe-43291394
[47] https://www.reuters.com/article/uk-britain-russia-expulsions/britain-expels-23-russian-diplomats-over-chemical-attack-on-ex-spy-idUKKCN1GQ1QG
[48] https://ria.ru/20180328/1517456544.html
[49] https://www.vecernji.hr/vijesti/crna-gora-protjeruje-ruskog-diplomata-1235736
[50] https://www.pobjeda.me/clanak/bivsi-konzul-rusije-dio-organizacije-protesta
[51] https://rtcg.me/vijesti/drustvo/269912/zaplijenjeno-100-laznih-ipa-iskaznica.html
[52] https://central.asia-news.com/en_GB/articles/cnmi_ca/features/2020/07/13/feature-01
[53] https://rtcg.me/vijesti/drustvo/269912/zaplijenjeno-100-laznih-ipa-iskaznica.html
[54] https://radiosarajevo.ba/vijesti/regija/pale-lazne-policijske-iskaznice-pobjegao-ruski-konzul-dukic/368298
[55] https://sputnikportal.rs/20200309/crna-gora-raspisala-poternicu-za-bivsim-pocasnim-konzulom-rusije–1122006274.html
[56] https://www.srpskoujedinjenje.com/novosti/boro-djukitsh-borite-se-protiv-naroda
[57] https://sputnikportal.rs/20200309/crna-gora-raspisala-poternicu-za-bivsim-pocasnim-konzulom-rusije–1122006274.html
[58] https://sputnikportal.rs/20200309/crna-gora-raspisala-poternicu-za-bivsim-pocasnim-konzulom-rusije–1122006274.html
[59] https://iz.ru/1244046/svetlana-kuzina-tatiana-baikova-roman-soldatov/v-dolg-sluzhbe-kak-v-dele-soobshchnika-polkovnika-zakharchenko-poiavilsia-inostranetc
[60] https://iz.ru/1244046/svetlana-kuzina-tatiana-baikova-roman-soldatov/v-dolg-sluzhbe-kak-v-dele-soobshchnika-polkovnika-zakharchenko-poiavilsia-inostranetc
[61] https://adria.tv/preporuceno/ruski-sud-donio-oslobadjajucu-presudu-u-slucaju-bora-djukica/
[62] https://www.pobjeda.me/clanak/pale-lazne-policijske-iskaznice-pobjegao-ruski-konzul-dukic
[63] https://iz.ru/1244046/svetlana-kuzina-tatiana-baikova-roman-soldatov/v-dolg-sluzhbe-kak-v-dele-soobshchnika-polkovnika-zakharchenko-poiavilsia-inostranetc
[64] https://it.euronews.com/2023/06/12/elezioni-in-montenegro-vince-il-partito-europeista-di-milojko-spajic
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