Economia
Il sud a rischio usura a causa del covid. Ma ci sono i rimedi?
“Squilibri territoriali nella concessione di prestiti e forte rischio usura, dopo sette mesi dal propagarsi della pandemia Covid-19.” Lo ha detto la Fabi ( Federazione Autonoma Bancari Italiani) in una rilevazione sui finanziamenti garantiti dallo Stato. In questo periodo così critico in cui “il sostegno finanziario di famiglie e imprese riveste un’importanza vitale e il fattore tempo gioca un ruolo chiave, le disparità economiche già così ampie a livello territoriale continuano a rimanere marcate e trovano conferma nell’analisi dei dati”.
Sin dall’inizio della pandemia e fino alla prima metà di novembre “sono state presentate 1.252.662 domande per un importo complessivo di 101,2 miliardi. Sono 277.560 le richieste di finanziamento fino a 800mila euro per un totale di 82,2 miliardi (296.284 euro l’importo medio), mentre sono 975.102 le richieste di finanziamento fino a 30mila euro (19.582 euro l’importo medio). Confrontando il numero delle misure concesse nelle diverse regioni, lo scenario appare decisamente non omogeneo“.
Gli estremi “sono dati da un lato da Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni che hanno ricevuto più di un terzo del totale e dall’altro, da Molise e Basilicata, regioni che invece faticano a beneficiare del supporto finanziario derivante dalle misure introdotte”. Il peso preponderante delle regioni del Centro-nord “sembra evidente non solo nelle fasce di prestiti di importo ridotto (fino a 30mila euro) ma anche per quelle di importo maggiore (fino a 800mila euro)“.
I dati “suggeriscono che la diversità nella ripartizione delle risorse finanziarie nell’attuale fase di emergenza spinge il ricorso a forme alternative di finanziamento, anche non legali, soprattutto per i contesti socio-economici più fragili“. Se si analizza il totale dei finanziamenti, “il 52,7% delle richieste interessa solo quattro regioni (Lombardia 23%, Veneto 11,4%, Emilia-Romagna 10,2%, Toscana 8,2%) dove opera, tuttavia, il 37,7% di Pmi e partite Iva“.”Lo sforzo del settore bancario italiano – sostiene il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – per sostenere le imprese durante l’emergenza Covid, è stato e continua a essere significativo. I prestiti garantiti dallo Stato, dopo una fase iniziale complessa, vengono erogati rapidamente, anche grazie all’impegno e alla professionalità dei lavoratori delle banche. Il loro ruolo è importantissimo anche sul versante della lotta al riciclaggio, per il complesso meccanismo di segnalazioni di operazioni sospette“.
“Tuttavia – aggiunge Sileoni – in una situazione così difficile per l’economia, non bastano i finanziamenti: sono indispensabili anche stanziamenti a fondo perduto, proprio per assicurare disponibilità finanziarie al paese e per evitare che sia le famiglie sia le imprese possano essere costrette a chiedere denaro agli usurai. Il sostegno delle banche, anche in chiave ripresa, sarà comunque determinante. In quest’ottica, è essenziale il rinvio dell’entrata in vigore delle nuove regole europee sulla gestione dei crediti deteriorati (calendar provisioning)”.
“Il peso preponderante delle regioni dell’area Centro-Nord – prosegue il report – sembra evidente non solo nelle fasce di prestiti di importo ridotto (fino a 25.000 euro) ma anche per quelle di importo maggiore (fino a 800.000 euro)”. I dati, secondo la Fabi, “suggeriscono che la diversità nella ripartizione delle risorse finanziarie nell’attuale fase di emergenza spinge il ricorso a forme alternative di finanziamento – anche non legali -soprattutto per i contesti socioeconomici più fragili”. É una denuncia pesante che, dice il sindacato, emerge “guardando il totale dei finanziamenti. Il 52,7% delle richieste interessa solo quattro regioni (Lombardia 23%, Veneto 11,4%, Emilia-Romagna 10,2%, Toscana 8,2%) dove opera, tuttavia, il 37,7% di pmi e partite Iva”.
“I prestiti garantiti dallo Stato, dopo una fase iniziale complessa, vengono erogati rapidamente, anche grazie all’impegno e alla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche: il loro ruolo è importantissimo anche sul versante della lotta al riciclaggio, per quanto riguarda il complesso meccanismo di segnalazioni di operazioni sospette. Tuttavia, in una situazione così difficile per l’economia, non bastano i finanziamenti: sono indispensabili anche stanziamenti a fondo perduto, proprio per assicurare disponibilità finanziarie al Paese e per evitare che sia le famiglie sia le imprese possano essere costrette a chiedere denaro agli usurai. Il sostegno delle banche, anche in chiave ripresa, sarà comunque determinante. In quest’ottica, è essenziale il rinvio dell’entrata in vigore delle nuove regole europee sulla gestione dei crediti deteriorati, note come calendar provisioning: si tratta di norme troppo stringenti che avrebbero un effetto sull’erogazione di nuovi prestiti, costringendo, di fatto, gli istituti a ridurre le erogazioni al settore privato”.
Si segnala, in ogni caso, che esistono in tutta Italia, presidi che offrono aiuto, assistenza e informazioni per chi è gravato da debiti e a causa della crisi non è in grado di poter adempiere ai propri obblighi nei confronti di banche, finanziarie o Agenzia delle entrate. Va ricordato che ci sono fondazioni e onlus che possono aiutare le persone in difficoltà economica ad uscire da situazioni di debito evitando di entrare nella piovra criminale dell’usura.
Queste fondazioni o i confidi, possono accedere al “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura”, introdotto dall’art. 15 della legge 108 del 1996, ed erogare così presiti prevenendo il fenomeno dell’usura.
L’art.15, comma1, legge 108/96, dispone che il 70% del Fondo venga utilizzato
in favore di Confidi, per erogare garanzie alle banche che concedono finanziamenti a medio termine e incremento di linee di credito a breve termine, nella misura massima garantita dell’80%, a sostegno delle piccole e medie imprese a elevato rischio finanziario, In particolare si intende che possano essere ammesse al credito solo quelle imprese cui sia stata rifiutata una danda di finanziamento assistita da una garanzia pari ad almeno il 50% dell’importo del finanziamento stesso, pur in presenza della disponibilità del Confidi al rilascio della garanzia.
Si ribadisce altresi’ che esiste una legge meglio nota come “salva suicidi”, la legge 3/12 che da la possibilità di accedere a delle procedure che permettono al soggetto, persona fisica o giuridica, ( famiglie e imprese) di mantenere l’immobile o l’attività e di falcidiare il debito a determinate condizioni. In merito a questa procedura è consigliabile affidarsi ad esperti della materia, a professionisti/ advisor iscritti in appositi albi, come avvocati o commercialisti.
Per maggiori info: chiama negli orari d’ufficio al tel. 0817281404- oppure scrivi un messaggio al seguente contatto cell. 3398902342 oppure scrivi una email a : centrotutele@libero.it
Fonti: https://www.fabi.it/
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