Economia
Il paradosso che inquieta: l’eroe antimafia indagato per mafia
Nel giorno in cui a Palermo scattano le manette per 27 persone per estorsioni e usura (tra cui Giuseppe Faraone, consigliere comunale della lista Amo Palermo), al presidente degli industriali siciliani nonché delegato per la Legalità di Confindustria Antonello Montante vengono puntate le luci dalle Forze dell’Ordine per alcune frequentazioni ritenute “pericolose”. Alcuni pentiti, infatti, ne citano nome e cognome, riconducendo entrambi a intrighi non certo trasparenti e assolutamente lontani dai ruoli pubblici che ricopre attualmente Montante.
La procura di Caltanissetta nel frattempo apre un fascicolo su di lui, indagandolo per reati di mafia. Ma chi è Antonio Calogero Montante? Cinquantadueenne, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, qui è a capo di una delle più grandi industrie dedite alla produzione di ammortizzatori per veicoli industriali. Di recente il Governo lo ha addirittura designato quale componente dell’Agenzia dei beni confiscati, una posizione di prim’ordine nella lotta alle mafie e nella redistribuzione di decine di miliardi di euro.
Di fatto, è un paradosso che inquieta: l’eroe antimafia indagato per mafia.
A fare il suo nome pare siano tre pentiti, in particolare Salvatore Dario Di Francesco, compare di Vincenzo Arnone, figlio di Paolino, storico padrino siciliano morto suicida nel ’92. Vincenzo Arnone è anche testimone di nozze di Montante. Coincidenze che preoccupano.
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