Economia civile

Proposte per un rapporto fra creditori e debitori con caratteristiche europee

21 Agosto 2024

Le classi dirigenti capaci hanno sempre guardato con attenzione alle difficoltà dei debitori. Il libro di Fabio Cesare (La rivoluzione del debito, Giuffrè) parte dalle prime leggi scritte, per farci capire come sia nell’interesse stesso del creditore non strozzare il debitore.

ECCO LA CAPACITÀ STRATEGICA CHE MANCA  NELLA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA DEGLI ULTIMI ANNI, lo conferma la legislazione sulle cartolarizzazioni: viene ignorata la necessità di avere un equilibrio nel rapporto fra creditori e debitori, la legislazione e la giurisprudenza sono orientate ad un crescente, E A VOLTE SFACCIATO, favor creditoris.

DOVREBBERO ESSERE UNA PREOCCUPAZIONE DI FONDO DELLA CLASSE DIRIGENTE  ITALIANA GLI 8 MILIONI DI CITTADINI ESCLUSI DAL CREDITO LEGALE  

In un convegno del 2017 sul sovraindebitamento, nel tribunale di Milano, il magistrato Giovanni Schiavon, già capo degli Ispettori del Ministero della Giustizia, poi Presidente di Tribunale, docente di Diritto Fallimentare, ascoltò i volontari, gli avvocati, i commercialisti parlare dei debitori che perdevano la prima casa e diventavano lavoratori poveri, tra pignoramenti dello stipendio, sequestri delle autovetture; ascoltò gli psicologi sulle famiglie che si frantumavano, sui figli che crescevano in un ambiente malsano e senza speranze. Poi ci richiamò: avete nobili sentimenti e agite di conseguenza, ma non dovreste essere voi a preoccuparvi: dovrebbe essere interesse della classe dirigente italiana risolvere il problema del debito, per competere nel mercato internazionale, senza il freno potente di milioni di esclusi dal credito e abbandonati al credito illegale.

Questa riflessione ha orientato negli anni i miei studi, confermando l’intuizione profonda del dottor Schiavon.

In effetti tra il 2008 e il 2010 la classe dirigente italiana, a differenza di tutti gli altri paesi sviluppati, non ha voluto assorbire gli NPL in una Bad Bank di Stato, in  modo  che, gradualmente, con il supporto di legislazioni equilibrate, potessero essere  smaltiti, come è successo negli altri paesi, tutelando le imprese e le famiglie in difficoltà. Per carità di patria non cito affermazioni di personaggi anche illustri e “migliori” che, nel 2010, negavano la necessità di una Bad Bank, diventata in seguito impercorribile per le normative europee. Quando la BCE impose agli istituti il rafforzamento del patrimonio, non era  più  possibile una Bad Bank di  Stato e intanto il monte globale degli NPL era stato gonfiato, anche con la manipolazione dei tassi soglia di usura, da interessi maturati fra il 2009 e il 2016, su crediti inesigibili, esistenti ormai solo sulla carta. Banchieri esperti valutano che questi interessi incidano per il 40%. sul monte totale degli NPL.

Infine il sistema bancario ha  ceduto NPL per circa € 260 miliardi. Le SPV li hanno pagati € 62,5 miliardi, il 24% del valore nominale. Questa svendita è stata una scelta impensabile in qualunque altro paese europeo: la classe dirigente italiana ha di fatto ceduto il debito, e la vita, dei propri concittadini al capitale finanziario, principalmente anglosassone. L’ho ripetuto in tutte le sedi e lo ripeto qua: è inimmaginabile che un esponente della classe dirigente francese, tedesca, spagnola ceda il debito di un proprio concittadino al capitale finanziario anglosassone. Da questa scelta che, anche in convegni alla Camera dei Deputati, ho definito folle, discendono le centinaia di migliaia di svendite di prime case che fanno sì che l’Italia sia l’unico paese in cui i valori immobiliari medi reali (non dobbiamo guardare il dato nella sola prospettiva milanese) sono ancora al di sotto di quelli del 2008, le centinaia di migliaia di pignoramenti del quinto dello stipendio contribuiscono al dilagare del lavoro in nero. Uno studio sui debitori fatto da una società di recupero crediti rileva un dato che dovrebbe far rabbrividire, per usare le parole di Schiavon, una classe dirigente al passo con i tempi, il 40% dei debitori censiti sono disoccupati. E’ evidente che sono costretti a lavorare in  nero per sfuggire ai pignoramenti dei salari e sono terreno di coltura per la malavita organizzata.

LE BAD BANK SONO COSTATE.

MA QUANTO È COSTATA LA SVENDITA ALLE SPV DELLE POSIZIONI DEBITORIE DELLE FAMIGLIE E DELLE IMPRESE ITALIANE?

I COSTI NASCOSTI DELLE CARTOLARIZZAZIONI

–      Danno erariale per le perdite da cessione: 65 Mld

–      perdita potenziale delle GACS 12 Mld,

–      Prime case di famiglia svendute all’asta dal 2014 al 2023: 450.000, in procinto di essere svendute all’asta: 110.000

–      Massiccia diffusione del lavoro nero per sfuggire ai pignoramenti dei salari,.

IL RECUPERO CREDITI COLPISCE LE FAMIGLIE DEI CETI MEDIO E MEDIO BASSO E LE PICCOLE AZIENDE, SFIORA (QUANDO NON E’DEL TUTTO  IMPOTENTE) I RICCHI E LE GRANDI AZIENDE

ripartizione degli NPL (dati Bankitalia):

il 95% dei debitori (famiglie e piccole aziende) con debito fino a €250.000, ha il 36% del debito qui, sul ceto medio, si concentra l’azione dei recuperi credito;

il 5% dei debitori ha il 64% del debito, su questa fascia, il cui patrimonio è molto più “sfuggente”, il recupero è in % molto inferiore.

ESISTE UNA SOLUZIONE, SERVE LA VOLONTA’ POLITICA DI PERCORRERLA                                                                     Le famiglie e le aziende italiane, i cittadini italiani a basso reddito, hanno pagato un prezzo altissimo per salvare le banche. Il governo, ha quindi il pieno diritto, e anche l’oggettivo dovere, per responsabilità verso chi l’ha eletto, di riequilibrare la normativa.  Le associazioni di volontariato propongono una serie di modifiche, senza costi per lo stato, studiate con avvocati consulenti delle società di cartolarizzazione. E’ necessario potenziare le cartolarizzazioni a valenza sociale (istituite nella legge di Bilancio per 1’anno 2020, art. 445), la cui logica di fondo è permettere al debitore di mantenere la disponibilità materiale della propria abitazione o laboratorio, in attesa di un miglioramento delle proprie condizioni finanziarie. E’ necessario che su questo tema, di interesse non partitico ma generale, si realizzi una convergenza fra governo ed opposizione, come avvenne nel 1996 sul tema dell’usura.

 

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