Economia civile
Lotta alla povertà, accordo di Intesa SP con Banco Alimentare e B. Farmaceutico
In Italia oltre 5 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato in aumento rispetto al 2016, secondo l’ultimo rapporto Istat, mentre altri 9,4 milioni soffrono condizioni di povertà relativa. Per contrastare il fenomeno le due fondazioni Banco Alimentare e Banco Farmaceutico raccolgono e distribuiscono pasti e farmaci a una vasta platea di beneficiari. Le strade delle due onlus si sono da tempo incrociate con quelle di Intesa Sanpaolo, che oggi ha provveduto a rinnovare un accordo che permetterà di distribuire 10mila pasti al giorno e 3 mila medicinali al mese fino al 2021.
Nell’ambito del suo piano d’impresa triennale, infatti, l’istituto guidato da Carlo Messina «si impegna a sostenere l’attività delle due Fondazioni per la raccolta e distribuzione agli enti caritativi che assistono le persone indigenti di quasi 8 milioni di pasti e quasi 150 mila farmaci in corso di validità». I due progetti di contrasto alla povertà alimentare e sanitaria troveranno applicazione su tutto il territorio italiano, facendo crescere i centri di raccolta già esistenti, promuovendone di nuovi e favorendo i flussi di distribuzione verso le zone a maggiore necessità.
«La fase di rilancio dell’economia del nostro Paese è accompagnata da una crescita delle disuguaglianze e delle aree di povertà. Il nostro sostegno all’economia italiana non può trascurare chi versa in situazioni di difficoltà, anche a causa della grave crisi degli anni scorsi. Per questa ragione nel Piano di Impresa abbiamo previsto specifiche e concrete iniziative a sostegno di chi si trova in condizioni di povertà e disagio sociale. La stipula degli importanti accordi di collaborazione con il Banco Alimentare e il Banco Farmaceutico rappresenta un passo fondamentale di contrasto alle difficoltà delle persone indigenti», commenta Messina.
Per Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare onlus, «il sostegno triennale di Intesa Sanpaolo alla nostra attività quotidiana di recupero e distribuzione di eccedenze alimentari è un supporto fondamentale in un momento in cui nel nostro Paese oltre 5 milioni di persone sono in povertà assoluta e oltre 18 milioni di individui sono a rischio indigenza. È quindi motivo di grande speranza che ci siano realtà come Intesa Sanpaolo che decidono di coinvolgersi insieme al Terzo settore e alla società civile nella condivisione e nella ricerca concreta di soluzioni per rispondere al bisogno sempre crescente di cibo», dichiara Andrea Giussani. Nell’ambito dell’accordo, il Banco Alimentare offrirà inoltre supporto in via sperimentale per il 2018 alle attività di sensibilizzazione sugli sprechi alimentari promosse dalla Banca, collaborando alla divulgazione sul territorio nazionale del Programma educativo Intesa Sanpaolo per la formazione inclusiva di bambini e ragazzi Webecome.
Soddisfatto anche Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, secondo cui «il recupero di farmaci validi approderà in 12 nuove città e province (attualmente è presente in 10), rafforzando così la lotta alla povertà sanitaria nelle aree del Paese in cui c’è maggiormente bisogno. Si tratta di un’iniziativa che consente di aiutare il prossimo, in maniera efficace e concreta, a fronte di un semplice e piccolo sforzo di memoria: è sufficiente, infatti, ricordarsi dei propri medicinali inutilizzati che giacciono nei propri armadietti farmaceutici – purché abbiamo almeno 8 mesi di validità e siano nella propria confezione originale e integra – e consegnarli in una delle farmacie del territorio che aderiscono al progetto».
I dati Istat mostrano anche che l’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni del Centro Italia di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). Ma la povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
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