Economia civile
Brussels Airlines, ultima fermata Germania
Lufthansa prende il controllo totale della compagnia belga e affitta 40 aerei da AirBerlin per sviluppare la propria rete low cost. Ryanair protesta contro il mancato intervento dell’autorità antitrust europea.
Lufthansa acquisirà a breve il 100 per cento di Brussels Airlines. Lo ha deciso ieri il consiglio di supervisione del gruppo tedesco approvando l’esercizio dell’opzione per acquistare il 55 per cento delle azioni di SN Airholding – proprietaria al 100 per cento della compagnia aerea belga, ancora nelle mani di una trentina di investitori diversi tra cui Virgin Group, Fortis, ING, Suez, Tractebel, Brussels Airport, la Société Régionale d’Investissements Wallone e la Société Régionale d’Investissements Bruxelloise.
In un comunicato, il gruppo Lufthansa afferma che eserciterà l’opzione entro la fine dell’anno per completare il passaggio di proprietà all’inizio del 2017. Lufthansa nel 2009 era entrata nel capitale di SN Airholding spendendo 65 milioni di euro per il controllo del 45 per cento. Con l’esercizio del diritto di opzione il gruppo tedesco controllerà al 100 per cento la compagnia belga. Stavolta però, il prezzo pagato sarà inferiore a una pipa di tabacco. In questi anni Lufthansa ha concesso prestiti alla compagnia belga per diverse decine di milioni. Per esercitare l’opzione ai tedeschi basterà aggiungere una cifra tra i due e i tre milioni di euro.
La mossa di Lufthansa va inquadrata nella competizione per il mercato europeo e per quello internazionale. I vettori low cost hanno consolidato una presenza significativa sulle rotte regionali e, grazie alla disponibilità di nuovi aerei più efficienti dal punto di vista energetico, si affacciano ora sulle rotte intercontinentali. Negli ultimi anni la crescita del settore aereo è stata spinta anche dal dimezzamento del prezzo del petrolio, ma è incerto se la tendenza al ribasso proseguirà. In tali condizioni, le dimensioni di impresa e le economie di scala realizzabili possono diventare un fattore importante per la competizione o addirittura per la sopravvivenza di un vettore. Con l’aquisizione di Brussels Airlines, Lufthansa sta di fatto decidendo di rafforzare la propria low cost, Eurowings e metterla nelle condizioni di diventare la terza compagnia low cost europea, dietro a Ryanair e easyJet e in grado di operare anche su rotte intercontinentali, al pari di Norwegian, Air Berlin e Wow.
Il vettore low cost tedesco dispone al momento di 34 aerei propri, ma opera su una flotta di 90 aerei, assicurando gran parte dei collegamenti interni alla Germani un tempo serviti da Lufthansa. Dalla compagnia belga arriveranno 49 velivoli, di cui 9 Airbus A330 (tutti in leasing). Questi ultimi attualmente sono utilizzati sulle rotte per il Nord America e per l’Africa. E’ presto per sapere quali rotte verranno affidate a Eurowings e quali gestite direttamente dalla compagnia di bandiera. Però è possibile ipotizzare un ampliamento del raggio di azione di Eurowings. Anche perché, sempre ieri, il board del gruppo ha approvato l’accordo preliminare per l’affitto di altri 40 aerei da Air Berlin. Si tratta di 29 Airbus A320 e 11 Airbus A319 destinati a rafforzare la rete e la capacità di Eurowings e di Austrian. I nuovi aerei saranno dislocati su sette aeroporti tedeschi, a Vienna e a Palma di Maiorca. L’accordo prevede il cosiddetto “wet lease”, cioè AirBerlin fornirà gli aerei completi di equipaggio, manutenzione e assicurazione. Inoltre, AirBerlin avvia un processo di ristrutturazione che prevede la dismissione di gran parte delle rotte “punto a punto” che non toccano i suoi hub di Berlino e Dusseldorf. Questo processo spiana la strada alla crescita di Eurowings, non tanto all’interno dei confini nazionali, quanto in ambito europeo dove potrà servire le rotte dismesse da AirBerlin.
Proprio quest’ultimo accordo ha fatto saltare la mosca al naso all’amministratore delegato di Ryanair. Sollecitando invano l’intervento dell’antitrust europea, Michael O’Leary non ha mancato di far notare come la stessa autorità regolatrice ha per ben tre volte negato il benestare alla fusione tra Ryanair e AerLingus, mentre sembra girarsi dall’altra parte quando la prima e la seconda compagnia tedesca di fatto trovano un accordo di spartizione del mercato.
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