Economia civile
Aumento dei costi dei conti correnti. Insidie per il consumatore. Le difese
Molte Banche, a fine dicembre 2016 e inizio anno 2017, hanno iniziato ad aumentare i costi dei conti correnti e conto depositi, con addebito a carico dei correntisti.
In sostanza si tratta di modifiche unilaterali predisposte dagli istituti di credito, che comportano maggiori spese afferenti il canone e la gestione dei conti. La scusante di tali variazioni, a tutto discapito dei clienti, viene identificata come “Giustificato Motivo” o per altre vaghe ragioni poco chiare e incomprensibili.
A fronte delle contestazioni rappresentate dalle associazioni di consumatori, Banca d’Italia è intervenuta e fa presente che “Una banca può cambiare le condizioni contrattuali di deposito o di conto corrente, ma – sottolinea Bankitalia – solo se vi è un giustificato motivo, seguendo una procedura trasparente e informando adeguatamente il cliente per consentirgli di fare le proprie valutazioni ed eventualmente recedere”. Fatto sta che, si tratta di paletti insignificanti per le banche che facilmente possono modificare, in peggio le condizioni economiche del conto. Inoltre, va detto che la moltitudine dei correntisti, nella maggior parte dei casi, si trova ad analizzare documenti contrattuali complessi e redatti con un linguaggio tecnico , ancorché in un formato lillipuzziano, difficile anche da leggere.
La verità sta nel fatto che, per sovvenzionare il soccorso di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche, diversi istituti hanno dovuto incrementare le spese chieste ai correntisti.
Invero, Ubi e Banco Popolare hanno già eseguito una manovra di rincari, che ricadono sui consumatori, costretti a pagare gli errori dei banchieri. Si fa riferimento agli aumenti, che vanno dai 25 euro una tantum per i correntisti del Banco Popolare, all’incremento di 12 euro annui del canone dei conti correnti di Ubi.
Lo stesso vale per UniCredit che ha innalzato il canone mensile di alcuni profili, così giustificando l’aumento: “a causa dell’entrata in vigore dell’accordo Facta sul contrasto all’evasione fiscale, l’aumento dell’Iva, l’adeguamento del sistema informatico e anche l’accordo per la costituzione del fondo di risoluzione europeo chiamato ad intervenire per evitare fallimenti bancari a livello continentale”(da Il Fatto quotidiano). Mentre CheBanca! Alzerà il canone mensile della carta ricaricabile Conto Tascabile, che arriverà a costare 24 euro l’anno a causa dell’aumento europeo delle commissioni interbancarie in vigore dal 9 dicembre 2015. Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it.
In contro tendenza, Banca Sella e Intesa Sanpaolo; per quest’ultima in riferimento alle commissioni per rientrare dell’esborso per il Fondo di risoluzione, il Presidente Gros Pietro, già nel settembre del 2016, in un’audizione alla Camera, (riportata anche dal Corriere della Sera – Economia)- ha così dichiarato: «Noi non lo facciamo e non lo faremo. Nessun costo per questo intervento verrà imputato ai clienti»,
Cosa possono fare i correntisti per contrastare questi rincari economici?
Considerato che alla fedeltà del cliente alla propria banca, si ha come contropartita, non un bonus, ma anzi, un aumento dei prezzi applicati ai medesimi servizi bancari, allora è giunto il momento di cambiare banca.
Come fare? La portabilità, che è gratuita, va garantita in massimo 12 giorni lavorativi.
Anche se ci sarà qualche bancario, che continuerà a dare informazioni errate al correntista, tipo “ dovete chiudere il vecchio conto, per aprirne uno nuovo e solo allora trasferire i rapporti” o, parlerà di tempi lunghi per disincentivare i clienti, va detto che è possibile trasferire il conto senza più difficoltà o attese, grazie alla recente Legge 24 marzo 2015.
La procedura è assolutamente rapida e dal 2007, totalmente gratuita, in quanto il passaggio deve avvenire in massimo 12 giorni lavorativi , dal momento in cui il cliente autorizza la nuova banca a trasferire il conto, tramite un modulo di autorizzazione.
Mettiamo il caso, invece che la banca, non rispetti il termine stabilito per la portabilità, cosa fare?
Ebbene, il correntista, anche con l’aiuto di un avvocato specializzato in diritto bancario, potrà presentare un reclamo all’istituto di credito e qualora, vi fosse ancora inadempienza, potrà adire l’Arbitro Bancario Finanziario, che è un organo di risoluzione alternativo delle controversie.
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