Cooperazione

Lusetti: “Il paese ha bisogno di più cooperazione, non di più cooperative”

16 Dicembre 2016

Mauro Lusetti è a Milano, per le celebrazioni del 130esimo anniversario di Lega delle Cooperative, che nasceva, proprio a Milano, nel 1886. Sono giorni complicati, per Milano e per l’Italia, e che si inseriscono nel ciclo lungo di anni difficili per la nostra economia e la nostra società. Lusetti, in un giorno di festa per l’organizzazione di cui è presidente, non nasconde il lato buio e faticoso di un tempo di lunga transizione.

«La cooperazione sta raccogliendo nel complesso risultati buoni, ma in un contesto di ripresa economica ancora insufficiente. L’occupazione quindi è in ripresa, nel nostro mondo, ma certo sono ancora segnali deboli. In alcuni settori, come le costruzioni e l’abitare, i segnali di sofferenza restano elevati. La grande distribuzione, pur in un contesto nazionale negativo, registra dati migliori della media del paese, mentre vanno bene l’agroalimentare perché esporta, e le cooperative sociali e di servizi».

In questo quadro, e pur in un momento quantomeno confuso, la politica può aiutare la cooperazione?

«Abbiamo bisogno di riforme e di stabilità. L’interruzione del percorso riformatore del governo Renzi ha avuto ovviamente anche un impatto sulla stabilità politica. Speriamo però che il nuovo governo, pur nato con scopi precisi e un orizzonte limitato nel tempo, non si fermi alla sola riforma della legge elettorale».

Cosa auspicate che faccia?

«Una priorità sicuramente riguarda l’appllicazione del nuovo codice degli appalti. Abbiamo contribuito alla stesura di una normativa importante e che aumenta sensibilmente il tasso di trasparenza richiesta ma la sua attuazione ancora fatica a prendere il passo, a causa di una pubblica amministrazione che non è in grado di adeguarsi».

Perché?

«La pubblica amministrazione deve bandire grade corredate di progetti esecutivi. Questo porrebbe un forte argine al fenomeno, ormai classico, dell’esplosione dei costi che avviene in corso d’opera, a tutto discapito del bene pubblico. Ma la pubblica amministrazione non ha le competenze che servono, non ha la forza per produrre progetti esecutivi: e così, una buona legge, fatta nell’interesse di tutti rischia di rimanere inapplicata. Su questo, un intervento della politica è davvero indispensabile».

In un momento difficile, cosa serve, più in generale, al paese?

«Lo dico partendo dal mio mondo, pensando ai nostri valori profondi e fondanti: serve più cooperazione. Non parlo di cooperative, parlo proprio di cooperazione, della capacità di fare cose insieme. Vedete, questo è un paese lacerato da fratture e divisioni, e invece abbiamo bisogno di condividere valori che riunifichino. E serve una politica che abbia la testa tra le nuvole, che sappia pensare al mondo dall’alto, anche che sappia sognare: ma con i piedi ben piantati a terra. Servono testimoni, non profeti»

 

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