Commercio

Il tacito rinnovo. La zavorra assicurativa

2 Luglio 2017

 

Dopo due abbondanti anni dall’analisi in Parlamento, il Ddl Concorrenza sta per affrontare la quarta lettura nell’aula del Senato. Tra i cambiamenti più significativi c’è quello riguardante le polizze assicurative non obbligatorie riguardanti danni e rischi accessori (parliamo delle coperture furto e incendio, sugli infortuni del conducente, sui cristalli…) .  In caso di approvazione del ddl, infatti,  il «tacito rinnovo», abolito e vietato nel 2012 dal governo Monti, tornerà ad essere vigente. Questo implica che chi vorrà cambiare compagnia assicuratrice o polizze attive potrà farlo solo l’invio di una disdetta, tramite una raccomandata fatta pervenire all’assicuratore entro 15 giorni dalla scadenza delle precedenti.

Il tacito rinnovo è una caratteristica dei contratti di assicurazione, per cui in caso di sottoscrizione a polizza danni e rischi accessori, alla sua scadenza annuale essa sarà rinnovata senza alcuna notifica, eccetto sotto richiesta esplicita. Fino al 2012, il rinnovo dell’assicurazione poteva comportare tassi e premi più alti dei precedenti.

Dal giugno 2012 al giugno 2016, il premio assicurativo medio è calato di circa 80 euro, e sarebbe destinato a diminuire ulteriormente, seguendo quanto stabilito da una normativa presente nel Decreto Sviluppo bis (13 dicembre 2012), ratificato, appunto, dal governo Monti.

Queste direttive, assurdamente, erano stabilite solo per contratti stipulati da agenzie, operatori ed uffici sul territorio. il tacito rinnovo non era invece contemplato per le assicurazioni online e telefoniche.  Dunque mentre coloro che si erano recati in agenzia, spesso vittime di dimenticanze, non rispettavano il termine previsto per impedire il rinnovo ed erano costretti al pagamento di un ulteriore anno di assicurazione, con un premio più alto, i clienti che stabilivano un contratto assicurativo online o per telefono alla fine di ogni anno erano facile preda dell’agenzia che offriva il prezzo più stracciato e conveniente, creando una forte competizione e concorrenza tra le imprese assicuratrici. I due circuiti erano quindi agli antipodi: il primo, caratterizzato da premi sempre più dispendiosi, il secondo, un mercato assicurativo spudorato nelle proprie offerte.

Sotto questo aspetto, pertanto,  il decreto del governo di Monti rappresentò uno spartiacque tra due periodi antitetici, uno in cui la massa dei consumatori era soggetta a speculazioni e disuguaglianze ed un altro in cui la rendita venne  sacrificata in nome dei diritti di consumatori. Soluzione più che rosea, originariamente (per quanto sembri incredibile) era validata dal testo iniziale del Ddl Concorrenza, ma messa poi da parte in favore di una misura diametralmente opposta.

Si è pronunciato, con forte contrarietà al rientro in vigore del tacito rinnovo, Francesco Cancellato, giornalista, che ha definito l’emendamento “uno schiaffo ai consumatori” e che ha messo in luce il nome di un’accanita sostenitrice del Ddl -nella versione attuale –, cioè quello di Laura Puppato, senatrice del PD ed ex imprenditrice nel campo delle assicurazioni tradizionali. Cancellato, in particolare, sottolinea, in un articolo pubblicato sulla piattaforma online, l’assurdità della posizione della senatrice, che un tempo si impegnava con Bersani i tempi del Ministero dell’industria di quest’ultimo  per favorire un mercato più liberale e vicino ai consumatori. In risposta, la Puppato afferma, in un tratto della lunga dichiarazione seguita all’attacco di Cancellato, che l’abolizione del tacito rinnovo è “nient’altro che un regalo alle grandi case assicuratrici e un danno gravissimo per i consumatori. Altro che tutela della libertà di scelta!”. Punti di vista.

 

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