Commercio
Controllare se commercianti non fanno scontrino? Salvini: ‘Fesserie’
‘L’evasione fiscale non la combatti mandando l’Agenzia delle Entrate a guardare lo scontrino in negozio o in panetteria da un euro, quelle sono fesserie’. A parlare in questi termini non è il barista del bar da Arturo e neppure il re del Pinacolo della bocciofila Pontelungo. Queste sono le parole utilizzate pochi giorni fa dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini in un comizio pubblico a Mirandola alla vigilia del ballottaggio. Lo scontrino fiscale per il Ministro è dunque ‘una fesseria’ perchè l’evasione per Salvini si combatte solo mettendo una tassa uguale per tutti al 15% (una misura ad oggi semplicemente lunare).
Parole in libertà che peraltro nemmeno corrispondono alle effettive misure messe in campo dal Governo che dal 1 luglio (tra 25 giorni) renderà obbligatorio per le aziende, con volume d’affari 2018 superiore ai 400.000 euro, l’emissione di scontrini fiscali elettronici e il dotarsi di un registratore di cassa di tipo RT per poter giornalmente memorizzare ed inviare il riepilogo giornaliero dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate con il file telematico. Una misura che dal 1 gennaio 2020 verrà estesa a tutte le aziende tenute all’emissione dello scontrino fiscale a prescindere dal loro fatturato (a parte tabaccai, giornalai e tassisti).
Ma questo Salvini non lo dice, o forse non lo sa neppure. Non importa. Chi se ne frega. L’importante è incassare l’applauso di chi lo scontrino proprio non lo vuole fare e dopo il ballottaggio di domenica ci si pensa. Da domani, insomma, tana libera tutti. Panettieri, macellai, ristoratori, baristi, commercianti in genere di tutta Italia Nuntio vobis gaudium magnum lo scontrino è inutile. Anzi, sciocchi quelli che – in modo ligio – lo hanno fatto sinora. D’ora in poi si va di nero, col sigillo del ministro. Purchè (ovvio) il nero non sia quello che arriva in Italia coi barconi, sporco e pieno di malattie esotiche, a toglierci lavoro e a violentare le nostre donne. Per il resto tana libera tutti. Porti chiusi, cuori aperti e scontrini fiscali al rogo.
Giuseppe Leonelli
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