Artigiani

Vacanza alternativa a Herat per quattro artigiani

19 Luglio 2015

Licia Cragnaz, Gloria De Martin, Paolo Bressan, Antonio Zanellato. Sono i nomi dei quattro friulani che a fine luglio si uniranno agli alpini della brigata  “Julia” di stanza ad Herat, in Afghanistan.

Le due signore e i due uomini, però, non indossano la divisa. Loro, le “armi” che quotidianamente usano per il proprio lavoro,  sono altre: forbici, aghi, chiavi inglesi, pialle.

Licia, infatti, di lavoro fa la parrucchiera, Gloria la sarta, Paolo di mestiere fa l’idraulico, Antonio il falegname. Tutti hanno una attività in proprio a Udine, ma sono destinati, a modo loro, a passare alla storia: la loro sarà la prima missione formativa per artigiani organizzata dagli italiani in Afghanistan.

I quattro imprenditori friulani, tutti aderenti alla Confartigianato di Udine, metteranno a disposizione di quaranta persone del luogo (venti donne e venti uomini) le loro conoscenze. Per farlo rimarranno a Herat per tutto il mese di agosto, rinunciando quest’anno alle ferie.

In Afghanistan i militari della Julia stanno predisponendo gli spazi per le lezioni, mentre i quattro saranno aviotrasportati con il loro armamentario (per una volta armi non di morte), necessario all’espletamento della loro missione.

L’intero progetto si svolgerà all’interno della base che, hanno assicurato i vertici militari, si trova in una zona sicura, “tanto che qui attorno sorge addirittura una zona industriale,  a conferma del fatto che non saranno soltanto gli italiani a portare le loro conoscenze professionali agli afghani, ma anche gli afghani a far conoscere il loro modo di lavorare”, ha detto comandante in loco della “Julia”.

Ad affiancare gli artigiani nel loro lavoro ci saranno degli interpreti, già formati per disporre di un lessico adeguato al compito.

I quattro artigiani-docenti, intanto, hanno spiegato il motivo che li ha spinti ad accettare.

Gloria De Martin ha dichiarato: “Ho sempre considerato un obbligo morale condividere il sapere, per cui, quando Confartigianato e gli alpini mi hanno fatto questa proposta, l’ho accolta di cuore. Mi piacerebbe in futuro creare delle reti d’impresa, in modo che questa esperienza possa poi avere una valenza economica sia per noi formatori, sia per le persone che formeremo”.

Per Licia Cragnaz sarà  “un’esperienza che può insegnare molto anche a me, che vedrò una realtà totalmente diversa”.

E se Antonio Zanellato è stato spinto anche da  moglie e figli ad accettare la proposta, chi fornisce una motivazione più “politica” è Paolo Bressan: “La mia è una scelta coerente con l’impegno che già da anni porto avanti al Centro Balducci di Zugliano, dove vengono accolte centinaia di immigrati”.

A Nordest, per fortuna, non è rimasto solo Quinto di Treviso.

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