Artigiani

“Abbiamo scoperto che le persone hanno ancora voglia di bellezza”

6 Maggio 2020

Come stanno vivendo le piccole medie imprese, gli artigiani, le partite iva questo periodo di emergenza sanitaria? Ma soprattutto, chi sono? E perché dovremmo scegliere loro anziché grandi marchi, spesso tutti uguali, che ci ingolosiscono per via delle mode del momento e magari per prezzi stracciati?

Il Coronavirus ha inevitabilmente indebolito e messo in crisi piccole o anche ben avviate realtà che quotidianamente lavorano con passione per ritagliarsi uno spazio nel mercato. Realtà che fanno ricerca del prodotto, delle materie prime se lo realizzano, che propongono originalità, qualità e cercano di veicolare un concetto, un messaggio, oltre che vendere.

Nella quinta puntata del mio piccolo viaggio tra queste bellissime realtà italiane ho intervistato Sara di Aspettaevedrai. Aspettaevreai è fatto da Sara ed Elia, marito e moglie e genitori di Luisa. Nella loro casa-laboratorio ai piedi delle colline tra Reggio Emilia e Parma creano gioielli a partire da vecchie ceramiche rotte, fiori pressati, vecchi merletti e piccoli oggetti del passato. Trasformano i ricordi in gioielli, o almeno gli piace pensare che sia così.

Com’è nato il vostro brand?

Dalla mia passione per le cose vecchie, dalle sue capacità manuali (che ancora dopo anni e anni mi stupiscono ogni giorno), dalle incertezze sul futuro durante la maternità, dalla voglia di crearci un lavoro e di conseguenza una vita a nostro gusto e a nostra misura.

Di cosa vi occupate principalmente? Cosa proponete?

Creiamo bijoux utilizzando piatti rotti vintage e altri piccoli vecchi oggetti. Vendiamo principalmente online attraverso il nostro e-commerce aspettaevedrai.com.

Quali problematiche avete riscontrato in questo periodo di emergenza sanitaria?

Le persone sono tristi, hanno paura. Le persone stanno in casa, la gran parte probabilmente in pigiama o tuta. Molte persone hanno subito lutti. Non è per nulla facile continuare a parlare di beni non di prima necessità. Tantomeno gioielli. Ma, abbiamo scoperto che le persone hanno anche voglia di bellezza. Distrazione. Colore. Dimostrato dal fatto che tantissime tra le persone che hanno acquistato nei giorni più bui sono state medici e infermiere. Abbiamo cercato di esserci, anche se un po’ in disparte. Col nostro sito sempre un po’ fornito e piccole novità, comunque, ogni due o tre settimane.

Le misure del governo in qualche modo vi sono state d’aiuto?

L’aiuto stanziato dal governo per le piccole anzi minuscole imprese come la nostra c’è, ma per la sua entità non può essere certo risolutivo ne “salvare” nessun a attività. Noi lo stiamo ricevendo e lo consideriamo appunto come un contributo, senza dimenticare per un secondo che il grosso del lavoro per rimanere a galla spetta comunque a noi artigiani.

Quanto contano i social network e il web per una realtà come la vostra?

Forse dire il 100% è esagerato, ma forse no… specialmente in questo periodo. Credo fermamente che sia stata la nostra community di Instagram costruita pian piano negli ultimi anni a permetterci di affrontare tutto sommato bene questo momento.

Quali iniziative avete intrapreso per far fronte a questo periodo?

Nella concitazione e nella tristezza delle prime settimane di emergenza devo ammettere che non siamo stati in grado di mettere a punto una vera e propria “strategia”. Abbiamo preso la decisione di continuare semplicemente a fare ciò che facciamo sempre, condito magari da una parola gentile in più verso le clienti, una modifica gratuita che normalmente sarebbe stata a pagamento, un piccolo omaggio per chi ha acquistato anche senza sapere quando sarebbero potute ripartire le spedizioni.

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