Agroalimentare

Slow Food: “Il governo dia più importanza al cibo e a chi lo produce”

18 Febbraio 2021

Dopo il discorso di ieri di Draghi al Senato, Slow food augura al Presidente  buon lavoro, apprezza l’attenzione per i temi ambientali ma non nasconde qualche perplessità. Vero è che il  discorso del nuovo premier ha toccato alcuni temi di cruciale importanza per quel vero cambio di paradigma su cui Slow Food da tempo ormai insiste, come ambiente e biodiversità. La strada insomma è giusta, ma si segnala che niente è stato detto in merito al cibo.

Draghi ha evidenziato l’importanza della biodiversità, tema caro a Slow Food che vi lavora da anni con progetti concreti, come i Presìdi e l’Alleanza Slow Food dei cuochi. Ha accennato al dissesto idrogeologico, a cui Slow Food avrebbe aggiunto anche la drammatica perdita di suolo (e di fertilità dei suoli) cui è soggetto il nostro Paese. Ha  riconosciuto che «lo spazio sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo» e ha ricordato  le parole di Papa Francesco secondo cui «le tragedie naturali sono la risposta della Terra al nostro maltrattamento».

La consapevolezza della necessità di articolare il Piano nazionale di ripresa e resilienza attorno al tema della tutela ambientale espressa dal Presidente del Consiglio rappresenta, secondo Slow Food, il punto di partenza del processo di ripresa economica. Promettente, in questo senso, il richiamo di Mario Draghi all’agricoltura, alla bellezza dell’Italia basata su arte e paesaggio, all’importanza delle aree interne e di un turismo che non devasti il territorio.

Agricoltura e alimentazione: sì, ma quali?

In questo primo discorso gli attivisti di Slow Food avrebbero voluto anche sentir parlare di cibo e di chi il cibo lo produce e lo trasforma, di quelle migliaia di piccole aziende agricole che curano i territori e i paesaggi, che costituiscono il tessuto delle comunità italiane, dei piccoli borghi che quel turismo rispettoso non devasta ma nutre. Vorrebbero vedere tra i primi interventi del governo Draghi il tema che secondo Slow Food permette di leggere a 360° il sistema produttivo, economico, culturale e sociale in cui viviamo, una delle principali cause delle crisi climatica e ambientale, ma anche tra le prime soluzioni per risolverle. 

Si tratta di un argomento al centro degli ultimi impegni intrapresi dall’Unione europea con le Strategie sulla Biodiversità e Farm to Fork, che può permettere di lavorare da una prospettiva univoca sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che riunisce l’impegno dei giovani e delle donne, la tutela del paesaggio e il sostegno alle piccole economie.

Se è vero che «ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti», allora è dal cibo che ogni giorno consumiamo, dall’armonia con le risorse naturali con cui viene prodotto, dai diritti di chi lo produce e dalle garanzie per i consumatori che, secondo Slow Food, si deve partire.

 

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