Agroalimentare
Record storico di esportazioni agroalimentari italiane per Natale
Ma la Coldiretti parla già di denunce contro le pratiche sleali. E l’Unesco candida il Tartufo a diventare patrimonio immateriale dell’umanità
Le prossime festività natalizie si apprestano a far registrare un record mai raggiunto prima circa le esportazioni del settore agroalimentare. Pare infatti che, i prodotti made in Italy, solo nel mese di dicembre, permetteranno un incasso pari a 4,4 miliardi di euro. Cifre queste che hanno innalzato la soglia di vigilanza ed attenzione della Coldiretti, la quale anticipa che verranno sporte formali denunce contro le cosiddette pratiche sleali già poste in essere. Un passaggio obbligato per tutelare le imprese agricole che vedono esposto il proprio lavoro e la propria credibilità ad una nuova e pericolosa forma di illecito, riconducibile al reato di caporalato, in special modo rispetto agli agricoltori. Sostanzialmente sono queste le motivazioni contenute nelle dichiarazioni del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, al termine della sua partecipazione all’assemblea annuale dell’Associazione, conclusasi il 16 dicembre a Roma. Il richiamo normativo ineludibile dell’ente rappresentativo del settore agroalimentare italiano, riguarda il decreto legislativo attuativo della direttiva Ue (entrato in vigore lo scorso 15 dicembre, attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), sulle pratiche commerciali considerate scorrette, che vieta di speculare sui prodotti agricoli attraverso il pagamento sottocosto dei prezzi, in un periodo di rincari matti delle materie prime, divenuto ormai generalizzato anche a livello internazionale. A tal proposito, è possibile già consultare l’apposita pagina “Pratiche sleali” direttamente sul sito istituzionale del Ministero delle Politiche agricole, contenente tutte le indicazioni necessarie per denunciare qualsiasi violazioni di specie. Lo stesso Prandini ha poi ribadito che il percorso da continuare a seguire, per proteggere un comparto fondamentale per la nostra economia, è quello di una responsabile e solida collaborazione tra agricoltura, industria e canali di distribuzione, attraverso la stipula di accordi che riescano a consentire una suddivisione equa degli utili in grado di mettere in sicurezza l’intera filiera agroalimentare. Ad ogni modo, proprio Coldiretti ha manifestato soddisfazione per i 450 milioni di euro inseriti nella legge di Bilancio, incrementando così le risorse del 58% ,rispetto al 2020. Sono state tenute in considerazione le richieste del settore di riferimento, accordando significative misure in materia fiscale volte ad agevolare allevamenti ed imprese, senza dimenticare i sostegni per i danni climatici, il bonus verde, gli incentivi per la pesca, il grano e la giovane imprenditoria, così come pure quella femminile. Inoltre sono stati stanziati 6 miliardi di euro solo per il settore agricolo, inclusi nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Fondamentale sarà anche sostenere lo sviluppo delle foreste urbane per contrastare l’insostenibile tasso di inquinamento cittadino, rafforzare gli invasi all’interno dei territori locali per riuscire ad abbassare dispendio idrico e puntare in maniera efficace e redditizia sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e sulla cosiddetta “GREEN CHEMISTRY”. Senza contare quanto ancora ci sia da mettere in campo in termini di fermezza e determinazione per combattere la produzione di carni e surrogati in laboratorio, o l’etichettatura dei prodotti con il semaforo “Nutriscore”, che non ha incontrato l’approvazione italiana ma anche estera, ritenendola scientificamente incerta.
Insomma, le prossime festività natalizie vedranno un netta ripresa per l’export agroalimentare italiano che toccherà cifre storiche in tutto il mondo, facendo giungere sulle tavole estere i nostri pregiati vini, spumanti, dolci, salumi e formaggi che regaleranno sicuramente momenti di intenso piacere per il palato dei degustatori. Più nel dettaglio, le esportazioni dello spumante italiano sono cresciute del 29%, quelle dei panettoni del 25%, ma troviamo anche l’incremento di vendite nel circuito internazionale di prodotti elitari come il caviale nostrano cresciuto del 146% e delle paste farcite, come tortellini e cappelletti che registrano un +4%.
Il boom dell’export agroalimentare italiano per Natale, mentre l’Unesco inserisce il tartufo nostrano nella lista per diventare patrimonio immateriale dell’umanità
Il Tartufo con la sua cerca e la cavatura finale, sono ufficialmente candidate a diventare patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.
Da Parigi, il comitato della stessa Organizzazione mondiale per l’educazione, la scienza e la cultura, ha dichiarato il prossimo inserimento delle pratiche tipiche dei trifolai italiani, nella lista delle risorse da salvaguardare perché considerate di inestimabile valore. Ed ha lanciato un monito per vietare l’eccessiva commercializzazione del tartufo. Le associazioni dei tartufai italiani avevano presentato la richiesta ai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, attraverso un percorso durato otto anni, e solo nel marzo 2020, la Farnesina aveva argomentato dettagliatamente la candidatura ai competenti apparati dell’Unesco. Dal 13 al 18 dicembre a Parigi e online, infatti, il comitato della stessa Organizzazione, sarà riunito per esaminare 48 candidature, tra le quali anche quella della falconeria del nostro Paese. Nell’incoraggiare l’Italia a fare buon uso dei tartufi, vigilando affinché non vi siano speculazioni spropositate anche nel contesto turistico, sono state rivolte parole di attenzione nei confronti della tutela dei cani da tartufo, per porli al riparo da qualsiasi forma di maltrattamento in virtù di questa intensiva attività di ricerca e commercio italiana. L’ambasciatore Massimo Riccardo, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unesco ha manifestato grande contentezza nell’avere appreso questa notizia. Mentre, Lucia Borgonzoni, sottosegretaria di Stato alla cultura, ha dichiarato che il Ministero appoggerà le comunità coinvolte e vigilerà sulla correttezza delle pratiche da eseguire. Infine, Michele Boscagli, presidente dell’Associazione nazionale città del tartufo ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento di importanza storica, economica e culturale che rappresenta una importante eredità per le generazioni future. Certamente è un traguardo questo, che racchiude una serie di opportunità davvero notevoli sotto molteplici profili. Pensiamo, per esempio, a quello turistico, attraverso una conoscenza approfondita delle nostre meraviglie paesaggistiche, ma anche e soprattutto, un lente di ingrandimento salvifica per adottare tutti quei comportamenti volti alla tutela ambientale di un territorio pieno di grandissime risorse.
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