Agroalimentare
Ocratossina nel caffè: ritirate dal mercato alcune cialde e capsule
Il Ministero della Salute richiama dal mercato alcuni lotti di cialde e capsule di caffè prodotti da tre marchi italiani, per il rischio di contaminazione chimica da ocratossina
Questa volta l’allarme arriva da uno degli alimenti più consumati al mondo: il caffè. Un allarme generato dal rischio serio di una contaminazione da ocratossina presente in alcune cialde e capsule, prodotte da tre marchi italiani : “Lo Zio d’America”, “Caffè Trombetta” e “Consilia”. La presenza della sostanza tossica per i consumatori, impiegata oltre i parametri consentiti dalla legge e consigliati dalla scienza, ha indotto il Ministero della Salute italiano, a diramare una comunicazione ufficiale in cui si dispone il ritiro dal mercato di alcuni lotti dei suddetti composti di caffè, potendo rappresentare un potenziale danno cancerogeno a livello renale legato all’utilizzo.
I richiami
Il richiamo del Ministero della Sanità, riguardano il caffè “Espresso arabica” confezionato nello stabilimento di via dei Castelli Romani 132 a Pomezia, in provincia di Roma, da un unico produttore, la “Caffè Trombetta spa” ed i lotti coinvolti dalla segnalazione sono i seguenti:
Caffè Trombetta, in confezioni da 10 capsule di arabica da 55g, lotto 02AD07B, data di scadenza 07-02-2024.
Caffè Zio d’America, in confezione da 50 capsule di arabica da 275g, lotto 02CD05B, data di scadenza 05-02-2024.
Caffè Zio d’America, in confezione da 10 capsule di arabica da 55g, lotto 01CD07B.
Caffè Consilia, in confezione da 18 cialde di arabica da 126g, lotto 01DD04B, data di scadenza 04-02-2024.
Caffè Consilia, in confezione da 16 capsule di arabica da 112g, lotti 01ND02B e 01ND03B.
Lo stesso dicastero della Salute raccomanda a chi avesse già acquistato uno di questi prodotti, di non effettuarne il consumo, bensì di riportarli nel punto vendita in cui li si è comprati.
Cosa è l’ocratossina
L’ocratossina è una sostanza nociva generata in modo naturale da alcuni tipi di muffa come l‘Aspergillus ochraceus e Penicillum viridatum, in grado di sviluppare una strenua resistenza anche dopo la lavorazione, come per esempio la tostatura che viene fatta per il caffè, reggendo a tutti i processi metabolici.
La sua presenza è stata individuata in diversi prodotti tra cui il caffè, frutta secca, vino e cereali, alimenti di origine animale, a base di carne suina e nei prodotti lattiero-caseari, tipicamente, durante le fasi di stagionatura e stoccaggio degli stessi.
La sua tossicità si sviluppa essenzialmente a livello nefrologico, comportando, spesse volte, se assunta in dosi superiori a quanto previsto, danni irreversibili e cancerogeni, oltre che immunosoppressivi.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA, ha fissato una soglia di assunzione settimanale (DST) basata sulla tossicità e la cancerogenicità per il rene, da tenere in considerazione per i consumatori abituali di caffè e per i bambini, esposti maggiormente a conseguenze spiacevoli. Da un punto di vista della prevenzione e tutela del Consumatore, è opportuno, quanto fondamentale, rivolgersi ad organismi qualificati e competenti in grado di offrire assistenza efficace e mirata per la salvaguardia del diritto alla salute. Come per esempio, l‘Associazione Nazionale “Dalla Parte Del Consumatore” che, della sicurezza alimentare, continua a farne una delle più importanti battaglie programmatiche che garantiscano protezione e rispetto dei cittadini e della loro qualità di vita.
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