Agroalimentare

I distretti industriali agroalimentari realizzano 7,1 miliardi di euro di export

11 Settembre 2024

Dopo aver archiviato il 2023 con un progresso sui mercati esteri del 4,5 per cento rispetto al 2022, i distretti agroalimentari italiani continuano sullo stesso trend nel primo trimestre del 2024 realizzando quasi 7,1 miliardi di euro di esportazioni, 441 milioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+6,6 per cento tendenziale a prezzi correnti). È quanto emerge dal monitor dei distretti agroalimentari italiani al 31 marzo 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo. La dinamica ricalca quella del totale dell’export agroalimentare italiano (+6,7 per cento), e va in controtendenza rispetto agli altri distretti manifatturieri, che invece arretrano leggermente (-2,7 per cento).

La filiera dei distretti vitivinicoli nei primi tre mesi del 2024 ottiene il 2,4 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2023 grazie ai dieci distretti monitorati che totalizzano oltre 1,5 miliardi di export dopo il lieve calo del 2023 (-0,7 per cento rispetto al 2022). Spicca positivamente il distretto dei Vini del Veronese, con una crescita a due cifre (+11,6 per cento) e anche il distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+7,4 per cento). Si assesta sugli stessi valori del primo trimestre del 2023 il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+0,4 per cento). In lieve contrazione invece il distretto più importante in termini di valori esportati, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato (-2 per cento).

Segue sullo stesso sentiero di crescita dello scorso anno la filiera della pasta e dolci: (+4,4 per cento nel primo trimestre del 2024, dopo il +4,8 per cento del 2023). Tra i distretti della filiera, va segnalata la dinamica molto positiva del primo distretto per valori esportati, quello dei Dolci di Alba e Cuneo, che realizza quasi 75 milioni di euro di esportazioni in più rispetto al primo trimestre del 2023 (+18,9%). Anche i Dolci e pasta veronesi segnano un progresso a due cifre (+16,4 per cento). Arretrano invece i comparti pasta e dolci dei due distretti campani: l’Alimentare napoletano cala del 33,2 per cento e l’Alimentare di Avellino del 22,6 per cento.

Lieve progresso per la filiera dei distretti agricoli nel primo trimestre del 2024 (+0,6 per cento). Il principale distretto, l’Ortofrutta romagnola, chiude quasi invariato il primo trimestre del 2024 (-0,2 per cento), nonostante il clima avverso che ha caratterizzato gran parte dell’anno (siccità, gelate tardive e alluvioni) e che ha compromesso molte produzioni del territorio. Forte balzo in avanti per le Mele dell’Alto Adige (+16,9 per cento). Anche il Florovivaistico del Ponente ligure mostra una buona dinamica (+10,7 per cento). In arretramento invece la Nocciola e frutta piemontese (-17,8 per cento).

Procede bene sui mercati esteri la filiera delle conserve (+8,4 per cento nel primo trimestre del 2024). Nella dinamica della filiera risulta determinante l’apporto del principale distretto, le Conserve di Nocera, che da solo contribuisce con 41 milioni ai 65 di crescita complessiva della filiera nel trimestre (+10,5 per cento tendenziale). Secondo per contributo alla crescita il comparto conserve dell’Alimentare di Parma (+28 per cento).

Nella filiera delle carni, che nel complesso registra nel primo trimestre del 2024 un progresso del 6,1 per cento, si distinguono in particolar modo i Salumi di Parma (+17,6 per cento) e i Salumi del modenese (+8,8 per cento).

Luci e ombre nella filiera del lattiero-caseario: il principale distretto in termini di valori esportati, il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale, arretra leggermente (-3,7 per cento). Anche la Mozzarella di bufala campana riduce le esportazioni nel primo trimestre del 2024 (-10,3 per cento) dopo la crescita del 7,4 per cento registrata nel 2023. Fanno da contraltare i successi del distretto Lattiero-caseario parmense che tocca +36 per cento nel primo trimestre del 2024.

Tuttavia, la filiera che contribuisce maggiormente alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari italiani è quella dell’olio con un +65 per cento, con aumenti a doppia cifra per tutti e tre i distretti che la compongono: +71,7 per cento per l’Olio toscano, +44,2 per cento per l’Olio umbro e +55,4 per cento per il comparto oleario del distretto dell’Olio e pasta del barese. Le stime produttive elaborate da ISMEA indicano una ripresa del 20 per cento per la campagna 2023-24 (dopo il crollo del 37 per cento nell’annata 2022-23). Continua anche la spinta sui prezzi, dopo i forti rialzi del 2023 determinati dalla scarsa disponibilità mondiale.

La filiera del riso è l’unica a chiudere con un segno leggermente negativo il primo trimestre del 2024 (-0,8 per cento). Invariato il Riso di Vercelli, che dopo il +26,1 per cento dello scorso anno, conferma i flussi del primo trimestre del 2023 (-0,02 per cento); lieve calo per il Riso di Pavia (-1,7 per cento).

In crescita la filiera del caffè (+8 per cento nel primo trimestre del 2024), dove spicca il distretto del Caffè di Trieste (+13,8 per cento). Crisi logistiche e cambiamenti climatici hanno avuto un impatto maggiore sui prezzi del caffè rispetto ad altre commodity. Bene anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+19,8 per cento). Proseguono nel territorio i tentativi per arginare l’invasione del granchio blu, tra cui la pesca del crostaceo e l’istituzione di ambienti protetti con aree recintate. La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari (+4,2 per cento); riprendono vigore i flussi verso gli Stati Uniti (+17,2 per cento) dopo il lieve calo del 2023 (-1,4 per cento); in crescita anche Francia (+1,9 per cento) e Regno Unito (+0,8 per cento). Le economie emergenti, che rappresentano il 20 per cento del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, segnano un progresso del 10,1% tendenziale (rispetto al +5,8 per cento delle economie avanzate). Tra queste vanno segnalate Polonia (+10,3 per cento) e Romania (+17,5 per cento); in recupero Cina (+6,9 per cento) e Russia (+44,7 per cento).

«Il comparto agroalimentare italiano continua a crescere anche negli ultimi mesi: si conferma così uno dei settori più brillanti per l’export, nonostante scenari complessi dal punto di vista geopolitico e climatico. Per incrementare la competitività e la crescita sui mercati esteri, Intesa Sanpaolo continua a operare fornendo supporto agli investimenti grazie agli oltre 6 miliardi di euro erogati dalla Direzione Agribusiness, dal 2021 a oggi, alle sole PMI del mondo agroalimentare con finanziamenti a medio e lungo termine in particolare destinati a sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Si tratta di accompagnare le progettualità anche di aziende di minori dimensioni prevalentemente nei processi di transizione e sviluppo sostenibile che Intesa Sanpaolo supporta tramite il programma Il tuo futuro è la nostra impresa per dare sempre maggior slancio al Made in Italy agroalimentare», ha dichiarato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo.

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