Agricoltura

“Ulivi, il futuro è adesso”: il Salento non si arrende e vuole risorgere

6 Febbraio 2023
Il Sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Luigi D’Eramo a Martano nel Salento, per ‘Ulivi, il futuro è adesso’, organizzato da Olivami, associazione no profit che promuove l’adozione degli alberi d’ulivo

 

 

Martano (Lecce) -Domenica 5 febbraio 2023, a Martano, in provincia di Lecce, si è svolto il convegno organizzato da Olivami, associazione no profit che promuove l’adozione di alberi di ulivo, dal titolo “Ulivi, il futuro è adesso“. Un’occasione molto importante nella lotta alla Xylella, che tenta di distruggere un tesoro di inestimabile valore come gli uliveti salentini. Un territorio che non accenna ad arrendersi e sta lottando strenuamente per risorgere. Alla conferenza, presente anche il Governo, nella persona di Luigi d’Eramo, sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste.

Questa battaglia si vince se si punta tutti insieme allo stesso obiettivo. Dobbiamo essere in grado di correre più veloci della Xylella per evitare la sua diffusione. Per intervenire tempestivamente  è strategica la ricerca che va potenziata sul controllo del vettore del batterio, in particolare della sputacchina, con un’azione combinata allo studio dei cambiamenti climatici. E, la creazione di una piattaforma internazionale, consentirebbe ai ricercatori un rapido scambio di informazioni e di risultati“. Queste le parole di D’Eramo che ha poi aggiunto come, l’Esecutivo, abbia stanziato 225 milioni di euro destinati all’innovazione tecnologica, 30 milioni alla ricerca e sperimentazione agricola e come ancora, nel recente passato, siano stati riservati ulteriori 20 milioni di euro per il contrasto agli agenti patogeni.

In un decennio, ossia da quando la Xylella ha fatto il suo esordio in Puglia, solo in provincia di Lecce, sono stati 21 milioni gli alberi di ulivo distrutti e l’infezione sembra che si stia diffondendo verso le terre del sud est barese. Ragione per la quale, l’assessore regionale Donato Pentassuglia, intervenendo al convegno, ha ribadito quanto la stessa Regione Puglia, stia cercando di rendere il più semplice possibile tutto l’iter amministrativo e burocratico legato alla delicatissima situazione.

I 300 milioni stanziati per il DAJS, dal precedente governo,  non sono sufficienti e coprono solo un terzo delle esigenze del territorio salentino,  ne servirebbero altri 900 e soprattutto occorre mettere mano alle norme per garantire ristori anche ai piccoli proprietari. Non basta reimpiantare un ulivo, occorre diversificare le colture. L’agricoltura ha bisogno di acqua e nel mese di marzo renderemo fruibile la diga Pappadai”, ha eccepito Pentassuglia.

Invece, in merito all’emergenza irrigazione nelle campagne della zona, Anna Grazia Maraschio, assessore all’ambiente, ha sostenuto un contraddittorio molto diretto con il sindaco di Martano, Fabio Tarantino e di Carpignano Salentino, Mario Bruno Caputo. Un’area geografica questa, in cui oltre vent’anni addietro, è stato costruito un acquedotto rurale, mai entrato in funzione, e per il quale, le amministrazioni locali, invocano chiarezza per giustificare l’imperdonabile ritardo ed inefficienze connesse. L’assessore Maraschio ha rinnovato nelle sue affermazioni, la rilevanza di custodire di salvaguardare la biodiversità: “Porteremo avanti il progetto boschi di Puglia per restituire un polmone verde al Salento. La Xylella infatti non ha colpito soltanto il mercato olivicolo, e quindi l’economia, ma ha portato alla desertificazione dei territori”.

Ancora, l’On. Roberto Marti, presidente della settima commissione del Senato Cultura, pubblica istruzione e spettacolo,  ha evidenziato come questa tendenza alla desertificazione non debba colpire e indebolire l’enorme la tradizione culturale pugliese, e salentina particolarmente “Insieme al ministro della Cultura Sangiuliano e di concerto con il presidente Emiliano, abbiamo finanziato i Carnevali raddoppiando la dotazione, così come per La Notte della Taranta abbiamo individuato risorse per sostenere le Fondazioni che con il solo contributo regionale non possono operare 365 giorni all’anno”.

Infatti, la Fondazione Notte della Taranta, in collaborazione con Olivami, ha realizzato un Parco degli Ulivi, il primo nel suo genere, dedicato agli artisti, che è riuscito a far adottare 1500 piante di ulivo.

Basti pensare come in soli 12 mesi di vita, l’associazione Olivami abbia permesso che venissero impiantati 25 mila ulivi e che 5 mila piante venissero donate ai piccoli agricoltori. Alessandro Coricciati,  presidente della associazione, ha formulato una richiesta al Governo ed alla Regione Puglia di poter partecipare a tutti i tavoli di confronto inerenti l’olivicoltura : I piccoli contadini sono invisibili e dopo la tragedia della xylella non hanno voce e non possono essere abbandonati. Chi decide di piantare un ulivo non ha alcun aiuto nella conduzione della pianta che prima di essere fortemente produttiva ha bisogno di cure come un bambino”.

Pieno sostegno all’iniziativa da parte dell’ Università del Salento, partner di Olivami: “Senza ricerca anche l’agricoltura non può vincere la sfida del futuro” ha commentato Massimo Monteduro, delegato alla sostenibilità di Unisalento.

L’Associazione Olivami, attraverso la modalità di adozione degli ulivi, è riuscita a piantare 25 mila alberi tra Carpignano Salentino e Martano, a creare oltre 50 giardini aziendali su commissione di imprese private.

Per un totale di 11 mila ulivi adottati, 75 i terreni rigenerati, 15 mila litri di olio prodotto, distribuito sia in Italia che all’estero.

Un percorso coraggioso e pregevole che ha portato al riconoscimento per Olivami, di startup premiata da Banca Sella e Unisalento. Innegabile la valenza preziosa a livello economico territoriale, come l’aver creato 15 posti di lavoro, e aver aiutato la piccola agricoltura a riprendersi da un fase depressiva davvero pesante. Infine, la sostenibilità ambientale, attuata concretamente da Olivami, ha fatto registrare una riduzione di 6,6 milioni Kg/CO2.

Per ogni ulivo adottato, Olivami, ne pianta uno, tollerante al batterio Xylella. Le stesse piante, saranno curate poi dagli agricoltori aderenti al progetto.

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