Economia civile

Che interessi copre chi non vuole riequilibrare le esecuzioni immobiliari?

15 Dicembre 2018

È uscito il “Decreto legge in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la Pubblica Amministrazione”. All’interno di questo decreto due articoli fanno esplicito riferimento alle norme richieste da Sergio Bramini nel suo incarico al MISE.  Vengono infatti chiamate “norme Bramini”. Si tratta dell’articolo 1 (“Sostegno alle piccole medie imprese creditrici delle Pubbliche Amministrazioni) e dell’articolo 4 (“Modifiche al codice di procedura civile in materia di esecuzione forzata nei confronti dei soggetti creditori della pubblica amministrazione”).

L’articolo 1 è stato elaborato da alcuni dei massimi esperti del settore. È stato molto ridotto nella sua estensione e nella sua efficacia rispetto al progetto depositato da Bramini (immaginiamo per l’intervento dell’Abi) rispetto alle originarie proposte. Introduce comunque una norma che, opportunamente ampliata, può essere innovativa e avviare una prassi più equilibrata nel profondo squilibrio, a favore dei creditori, esistente oggi fra creditori e debitori.

L’articolo 4, nonostante l’intenso lavoro svolto dai consulenti di Bramini che avevano fatto una proposta estremamente equilibrata e di buon senso, è invece una presa in giro.

È evidente che, nonostante le buone intenzioni, gli interessi economici in gioco hanno impedito qualunque modifica della situazione di profondo squilibrio tra creditori e debitori e continuerà nelle esecuzioni immobiliari l’umiliazione delle famiglie debitrici.

Con questo articolo, altri ne seguiranno, cercheremo di andare ad individuare gli interessi economici in gioco e di collegare questi interessi con le fasce sociali che si stanno arricchendo ai danni delle famiglie impoverite.

È necessario, per comprendere il fenomeno, partire dai dati quantitativi. Presentiamo un sintetico report

·       sulla quantità delle esecuzioni immobiliari di prime case di famiglia in corso

·       sul numero delle persone coinvolte negli sloggi prevedibili sulla base della legge 560

·       sui guadagni che questa attività permette a speculatori e a gestori delle aste immobiliari

Abbiamo condotto una elaborazione sui dati raccolti da “ANALISI STATISTICA E NUMERI SULLE PROCEDURE ESECUTIVE IMMOBILIARI D’ITALIA ANNO 2017”. Utilizzando anche qualche dato dell’edizione 2016. Sulla base di una nostra estrapolazione, e incrociando questi dati con quelli forniti da altri centri di ricerca (ad esempio, Nomisma) e con l’importante studio fatto dall’Associzione T6, nell’aprile del 2016, sui costi delle esecuzioni immobiliari individuali, si può arrivare alle seguenti conclusioni:

1.     QUANTI SARANNO GLI SLOGGIATI NEL 2019?

2.     QUANTI SARANNO GLI SLOGGIATI NEI PROSSIMI 2 / 3 ANNI?

Il report Astasy 2016 (probabilmente sottovalutando il fenomeno della cessione degli NPL ai fondi speculativi, che stanno inondando l’Italia di decreti ingiuntivi, l’anticamera delle esecuzioni immobiliari) scrive che arriveranno sul mercato fino a 450.000 immobili provenienti da procedure.

Nel giro di 2, massimo 3 anni si arriverà quindi ai seguenti dati:

Si tratta di un fenomeno sociale di dimensioni bibliche che travolgerà tutta la rete di assistenza che comuni e parrocchie cercano di allestire.

Non  percepito e non viene denunciato perché sta permettendo a settori della società italiana (non di rado legati ad interessi malavitosi) di realizzare guadagni favolosi sulle spalle delle famiglie impoverite ed indebitate.

3.     CHE GUADAGNI PERMETTE LA SPECULAZIONE SU IMPOVERITI E INDEBITATI E QUALI FIGURE GUADAGNANO?

Per rendersi conto degli interessi coinvolti e dei guadagni possibili è necessario ricorrere ancora una volta all’elaborazione statistica, sul materiale di cui precedentemente si è dato conto. Sulle esecuzioni immobiliari concluse nel 2017 possiamo anche fare un calcolo delle percentuali di recupero del creditore e sul margine di indebitamento residuo del debitore. Dalla nostra stima, il creditore recupera il 30% del credito, lasciando quindi il debitore senza casa ed indebitato per tutta la vita. Nella stima del T6 il creditore recupera circa il 40% del credito. In quello studio viene fatta una osservazione condivisibile sulla stima Bankitalia, che valuta questo recupero intorno al 54%, non calcolando la maggiore incidenza sulle piccole case di famiglia dei costi di esecuzione. Quindi il debitore, ripetiamo oltre aver perso la casa di abitazione, resta indebitato per il 60 o il 70% del suo debito. Di conseguenza sarà perseguitato dal recupero crediti per tutta la vita, sarà oggettivamente spinto verso il lavoro nero e verso il mercato parallelo del credito, magistralmente descritto dal procuratore nazionale antimafia Roberti su Economy Mag del luglio 2017.

È possibile quindi comporre la seguente tabella per le esecuzioni immobiliari concluse sulle case di famiglia nell’anno 2017:

Possiamo a questo punto rispondere al quesito con cui si apriva l’articolo: “Che interessi copre chi non vuole riequilibrare le esecuzioni immobiliari?”

I dati statistici sono chiarissimi:

a)     SI È ORMAI CONSOLIDATO UNO STRATO SOCIALE CHE GUADAGNA GESTENDO LA SPOLIAZIONE DEGLI IMPOVERITI, il Prof. Capponi lo chiama giustamente “il drappello dei professionisti”.  Il bottino è enorme ed è pagato dagli impoveriti che resteranno massicciamente indebitati.

Proiettando i dati del 2017 al monte esecuzioni previsto si hanno le seguenti previsioni di guadagno per il “drappello”:


A fronte di somme così cospicue, si capisce come alcuni professionisti eletti in Parlamento con i voti degli impoveriti indebitati, nelle liste dei cosiddetti partiti populisti, sostengano l’attuale sistema delle esecuzioni e si oppongano di fatto a qualunque intervento che voglia restituire un minimo di equilibrio. Lo stesso stanno facendo alcuni dei consulenti scelti dai partiti populisti come consulenti del governo.

b)     GLI SPECULATORI CHE SISTEMATICAMENTE COMPRANO ALLE ASTE avranno in mano (avendolo pagato mediamente 1/3 del suo valore) un valore immobiliare che poi, rivenduto al 70% del valore di mercato, porterà a guadagni di 12 miliardi. Sul sistema delle aste gli speculatori, che spesso operano con capitali di dubbia provenienza, guadagnano il 25% in più di quello che recupera il creditore e rubano agli indebitati un terzo del valore dei loro immobili. Sono somme colossali, alla base del malaffare che, con cadenza oramai settimanale, esplode anche sui giornali.

c)  È incredibile che nelle Fondazioni bancarie e nelle banche stesse nessuno comprenda:

  • che i creditori, complice la marmellata consociativa degli strati burocratici e professionali italiani, cederanno un terzo del valore degli immobili esecutati agli speculatori.
  • che, dietro lo storytelling dei grandi proclami di snellimento delle procedure burocratiche, dietro la fake “lo vuole l’Europa” si stia consumando una tragedia per le famiglie e le Pmi italiane, il nerbo del made in Italy e della ripresa del Pil.
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