Teatro
Vicenza, Martinelli e Montanari portano Sofocle e Aristofane nell’Olimpico
VICENZA _ Rileggere i classici con i linguaggi della contemporaneità. Una sfida di alto valore solamente se si pensa a un qualsiasi palcoscenico. Ancor di più se questo è di alto lignaggio e importanza storica e culturale quale è quello del Teatro Olimpico di Vicenza, struttura pensata dal geniale Palladio – a cui la città si rivolse nel 1580 – che elaborò un progetto ispirato direttamente ai teatri romani. Palladio lo disegnò pochi mesi prima della sua scomparsa. A realizzarlo ci pensò il figlio Silla che lo consegnò nel 1583 alla città. Primo allestimento, durante il Carnevale del 1585, fu “Edipo Re” di Sofocle. Per questo spettacolo Vincenzo Scamozzi, erede del Palladio, diede vita a una possente scenografia che riproduceva le sette vie di Tebe, le stesse che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco di prospettiva. Da allora queste sovrastrutture in legno restarono e sono le stesse che si possono ammirare i nostri giorni. Per il resto la sala teatrale offre una cavea fortemente ellittica, cinta da un colonnato, con statue che fronteggiano il palcoscenico e un importante proscenio aperto da tre arcate con diverse semi colonne, dove si ammirano edicole e nicchie contenenti statue e bassorilievi. Opera magnifica e di grande impatto visivo ma, rovescio della medaglia, resta quantomeno arduo progettare spettacoli e allestimenti teatrali se non ad hoc, tenendo ben presente la geometria del luogo.
Una sfida che la coppia teatrale formata da due artisti di talento quale, il regista Marco Martinelli e l’attrice, nonché fondatrice e direttrice del centro internazionale sulla vocalità “Malagola”, Ermanna Montanari, entrambi fondatori del Teatro delle Albe di Ravenna, ha deciso di accettare accogliendo l’invito della città a progettare in questo Teatro una direzione artistica per la durata di due anni. In particolare di essere a guida delle edizioni 77 e 78 degli Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza, promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Bertoliana che vede a fianco della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza il coordinamento artistico de La Piccionaia Centro di produzione teatrale.
Un prestigioso festival internazionale dunque, per una coppia di teatro e di vita che ha un curriculum di eccellenza costituito da ben quindici premi Ubu (otto Montanari, sette Martinelli), nonché tantissimi e altri riconoscimenti nazionali e internazionali. Montanari e Martinelli alcuni giorni fa alla presentazione alla stampa hanno raccontato che il loro sì alla chiamata per l’Olimpico di Vicenza è stato subito “un sì affettivo, un sì denso di ricordi, tra cui, “Rosvita”, il concerto che lì abbiamo allestito nel 2010”. Successivamente i due artisti hanno disvelato le linee guida per il loro progetto.
“L’immagine guida per questo biennio 2024-2025 – hanno affermato i due membri del Teatro delle Albe– sarà quella del “coro”, inteso come radice fondante del teatro: nella parola “coro” i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un’alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo specchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da “spettatori”, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto “politico”, oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa “chiamata pubblica”, dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico».
Tra le anticipazioni del programma che sarà reso pubblico a primavera, ci saranno anche tre “call o chiamate pubbliche” nonché la presenza in cartellone di artisti di livello internazionale. Marco Martinelli porterà in scena sicuramente il “Pluto” di Aristofane che metterà in scena con una ottantina di giovani nell’anfiteatro romano di Pompei. Alcuni di questi saranno anche a Vicenza e collaboreranno con i loro coetanei vicentini.
Possibile anche la presentazione di “Dante e il Purgatorio dei poeti” con una massa di attori a recitare i versi del Sommo Poeta fiorentino. Si pensa anche ad una terza chiamata pubblica per allestire nella Basilica un lavoro con tanti musicisti con brani di Francesco Giomi, compositore e regista.
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