Teatro

Venezia, Manuela Infante rilegge Ovidio, a Latina il festival “Tendance”

12 Maggio 2023

Torna in Italia, a Venezia, Manuela Infante, la brava e visionaria regista cilena, rivelatasi in Italia, nell’estate 2019 con il capolavoro “Estado Vegetal” mostrato alla Biennale teatro diretta da Antonio Latella. La regista sudamericana sbarca ancora nella laguna veneziana, per iniziativa del Teatro Stabile del Veneto, il 13 e 14 maggio, negli spazi del Piccolo Arsenale per presentare “Metamorphoses” tratto dal poema di Publio Ovidio Nasone scritto oltre duemila anni fa. L’adattamento teatrale è stato curato dalla stessa regista e drammaturga assieme a Michael De Cock e vede in scena Hannah Berrada, Luna De Boos e Jurgen Delnaet. Autore delle musiche e del suono è Diego Noguera, scene e luci di Andrés Poirot. Presentato due anni fa al festival di Santarcangelo – nell’edizione curata dai Motus“Metamorphoses” nella regia curata da Infante mette in evidenza gli elementi patriarcali e maschisti di una cultura come quella classica che alle donne assegnava un ruolo di sottomissione (qui l’intervista alla regista fatta dal nostro giornale due anni fa:https://www.glistatigenerali.com/teatro/santarcangelo-dei-teatri-infante-svela-il-cuore-nero-delle-metamorfosi/ )

Uno dei motivi forti da cui parte questa originale messa in scena è quello di conoscere come viene prodotto il concetto di “umano” nelle storie raccontata da Publio Ovidio Nasone. Molte delle quali narrano di donne e ninfe inseguite e aggredite da dei e uomini e che vengono trasformate in acqua o pietre. Infante sonda e mette in evidenza i limiti, la linea di faglia tra i due fronti. Per farlo disegna nel palcoscenico una foresta ingombra di aste e microfoni come fossero alberi: all’epoca scrivemmo che fosse “un interessante modello di melodramma contemporaneo quello che Infante costruisce in scena allineando sullo stesso piano musica e teatro” (in questo articolo la recensione completa dell’opera pubblicata su Gli Stati Generali: https://www.glistatigenerali.com/teatro/santarcangelo-dei-teatri-un-fantastico-mutante/ ).

Il testo del poeta latino secondo Infante rivela i fondamenti della società classica profondamente maschilista (foto Danny Willems)

Dall’altro capo dell’Italia del Nord, a Torino, Giorgina Pi, tutte le sere al teatro Astra, fino al 14 maggio, cura la regia de “La Tecnologia del Silenzio” messo in scena da Bluemotion. “Un’operetta rock ispirata alla science fiction e alla filosofia della scienza femminista. Omaggiando Ursula Le Guin e Donna Haraway, seguendo i passi e le speculazioni di giovani filosofe e scienziate come Angela Balzano e Laura Tripaldi”. Per altri versi lo spettacolo è “una piccola favola fantascientifica in cui due persone si incontrano e con parole sussurrate e cantate rendono (post)umane questioni rimosse”.

Scrive Giorgina Pi che “al centro c’è il desiderio di restituire un senso di smarrimento e possibilità allo stesso tempo che ci pone lo sguardo interrogativo delle donne filosofe e scienziate sulla vita del pianeta e delle altre donne. Interrogativi di diverse scienziate, Filosofe e scrittrici di SF che rendono possibile il ricorso a un approccio femminista e a pratiche ecologiste, in grado di superare le distorsioni e di trasformare il racconto della materia scientifica”. In scena: Monica Demuru, Cristina Parku, Roberto Dell’Era, Valerio Vigliar, Andrea Pesce, Cristiano De Fabritiis. Ambiente sonoro di Collettivo Angelo Mai. Direzione musicale di Valerio Vigliar. Suono di Daniele Tortora, luci di Andrea Gallo e costumi di Sandra Cardini.

“La tecnologia del Silenzio” di Bluemotion, regia di Giorgina Pi questi giorni al Teatro Astra di Torino (foto Andrea Macchia)

Dal Nord ci spostiamo al sud in terra laziale dove dal 15 al 28 maggio tra i comuni di Latina, Pontinia e Sezze si tiene la tredicesima edizione di “Tendance” festival di danza contemporanea a cura di Danila Blasi e Ricky Bonavita. Si parte con una residenza a Sezze, si prosegue a Latina con “Chaosia” un laboratorio di community dance a cura di Enrica Felici e Francesca Schipani che “vuole costruire sperimentando nuovi assetti, una città immaginaria”. Il 17 maggio il festival si sposta a Pontinia per tre spettacoli, dove si terrà l’appuntamento di “Scrivere la danza” una “riflessione sulla narrazione della danza che mette a confronto critica e letteratura. Al teatro Fellini il 17 alle 21 va in scena “El pueblo unido jamas serà vencido” di Alessandro Bernardeschi e Mauro Pacchianella, compagnia Wooshing machine del Belgio. Uno spettacolo “di minoranza, nei tempi bui che vivono l’Europa e il mondo, che vuole rendere omaggio ai tanti che han creduto nell’idea o nella possibilità di un mondo migliore”. La sera successiva è di scena Lorenzo Covello con il suo convincente “Prometeo?” Partendo dal mito greco “di Prometeo e dal significato del suo nome, “colui che sa prima”, si affronta il tema della scelta e l’illusione del controllo sulle conseguenze delle decisioni che prendiamo”. Il 19 alle 15 spazio a “Scrivere la danza” incontro a cura di Daniela Blasi e Graziano Graziani con Gisella Blanco, Ginevra Lamberti, Carmelo Zapparrata e il vostro cronista Walter Porcedda. L’obiettivo è quello di capire se “i linguaggi si possano ibridare per rendere il racconto della danza accessibile anche a chi non conosce ancora i linguaggi, senza per questo perdere di intensità”. A Graziano Graziani sarà affidato il compito di estrarre un lemmario dalla discussione , isolare le parole più luminose e quelle più oscure, tra quelle usate da critici e scrittori, e di rimetterle al centro della discussione, per fare un’analisi condivisa del linguaggio che usiamo”.

Un’immagine di “Prometeo?” del performer e danzatore Lorenzo Covello al festival di danza “Tendance” in programma a Latina

A seguire va in scena “Doppelganger- chi incontra il suo doppio muore” spettacolo della compagnia Abbondanza/Bertoni con Michele Abbondanza, Antonella Betoni e Maurizio Lupinelli. “Il doppio, la dualità come differenza, l’opposto che dà origine al mistero: questo lavoro parla e dà forma soprattutto all’incontro tra i corpi dei due interpreti, Francesco Mastrocinque, attore con disabilità, appartenente all’esperienza del Laboratorio Permanente di Nerval Teatro e Filippo Porro, danzatore” A Sezze dal 15 al 21 maggio nello spazio Mat si terrà la Residenza del progetto Scrolling di Francesca Santamaria”Codeuomo”, Nello stesso spazio dal 22 al 28 maggio residenza artistica del progetto Negabscence/Arianna Berton – “Zerogrammi”. A Latina, il 20 maggio. Al Museo Cambellotti (ore 17) “We are present” di Fabio Liberti. Danzano: Eva Johanna Forsehag e Jernej Bizjak. La performance che si avvale del contributo del pubblico è “un giocoso dispositivo partecipato che attinge all’energia e alla spontaneità di un momento unico e irripetibile, ispirato specificamente dall’energia di coloro che sono presenti in quel preciso momento”.A Opera Prima (ore 21) va in scena “Fitting” di Nicholas Baffoni in scena con Camilla Perugini. La coreografia “racconta di relazioni, un sistema complesso e dinamico, criptico ed enigmatico che troppo spesso resta sottotraccia”. Opera Prima (21,30) Prima nazionale di “Hansel e Gretel Alteration”, coreografie di Vidafè Crafts. Danzano: Fabio Cavallo, Noemi Dalla Vecchia, Chiara Mocci e Matteo Vignali. “Alterando la struttura narrativa della celebre fiaba dei fratelli Grimm, trasponendo i personaggi della storia in un’altra dimensione, l’opera pone la sua attenzione sulla liquidità della famiglia contemporanea e sui relativi disagi educativi che questa reca all’adolescente”.

“Hansel & Gretel Alteration” di Vidavè Crafts con Noemi Dalla Vecchia, Fabio Cavallo, Chiara Mocci, Matteo Vignali (foto di Alice Colombo)

21 Maggio. Opera prima. Alle 16 proclamazione del vincitore del premio Theodor Rawyler 2023. Creato in memoria di uno degli ideatori e direttori di Tendance, il Premio ha lo scopo di promuovere e sostenere la produzione e la diffusione di progetti originali nell’ambito della danza contemporanea, favorendo il lavoro di artisti emergenti”. Opera Prima, alle ore 21 Prima nazionale di “Tracce”, Looking for a place to die” Coproduzione Company Blu/Tendance-Rosa-Shocking con sostegno di Anghiari hub e Armunia. Di e con: Sara Capanna, Barbara Carulli, Michele Scappa. Musiche originali: Joaquin Nahuel Cornejo. Lo spettacolo è “un viaggio alla ricerca di un con-vivere e di un con-morire: una crisi attraversabile con il gioco della matassa, descritto da Donna  Haraway, «tramite grovigli e zigzag che necessitano di passione e di azione, di momenti di stasi e di mosse improvvise, di ancoraggio e di slancio». Opera Prima, ore 22. “All you need is”. Concept e coreografia di Emanuele Rosa e Maria Focaraccio. Performance: Emanuele Rosa, Maria Focaraccio, Armando Rossi. L’opera si chiede “di che cosa si ha bisogno per continuare a coesistere in una relazione tra più di due elementi? Com’è possibile trovare e mantenere l’equilibrio e il ritmo tra tutti? A quale costo?”

27 maggio. Museo Cambellotti. Ore 17 “Il mondo altrove” di Nicola Galli. Lo spettacolo è “una creazione coreografica in forma di rituale danzato che celebra il moto di un mondo inesplorato.La creazione traccia un percorso ideale tra Occidente e Oriente, ispirandosi ai rituali indigeni dell’America del Sud, ai simboli del teatro Nō giapponese e alla ricerca musicale di Giacinto Scelsi”. 27 maggio Madxi, Ore 20,45. “Danza a tratti” della Compagnia Excursus, coreografia di Ricky Bonavita, “ si muove fisicamente ed emotivamente percorrendo tracciati dell’animo…”

Nella foto la coreografia “Il mondo altrove” danzata dal suo autore Nicola Galli, tra gli spettacoli della rassegna “Tendance”

Alle 21,22 e 22,45 “Touch in VR, installazione performativa di Ariella Vidach e Claudio Prati. Si tratta di “una installazione laboratoriale in realtà virtuale che propone una condizione spazio/temporale inconsueta e chi partecipa è posto al centro di una esperienza unica che coinvolge i sensi e nella quale è possibile percepirsi e percepire la presenza degli altri”.Ore 21,45. “Ruggine”, coreografia e danza di Manfredi Perego prodotta da Tirdanza è “un pensiero drammaturgico che tratta dell’oscuro, l’inquietudine, del capriccio, della sofferenza; osservando senza giudizio queste emozioni e le azioni che provocano”. Ore 21,45 “Small living space” , coreografia e interpretazione di Antonio Taurino. E’ la “drammatica storia di un uomo ‘senza volto’, che si nasconde dai pregiudizi della società; un uomo come tanti, fragile, ma che non vuole mostrarsi tale. Spogliarsi e mettersi a nudo sembra essere l’unica strada per essere accettati dagli altri o semplicemente da se stessi…” (in replica anche l’indomani alle 22). 22,15 “B _ or der” di Masoumeh Jalalieh (Iran/Austria). “I confini ci circondano. Come esseri umani, noi stessi li costruiamo continuamente. Costruiamo confini per estendere la nostra proprietà, attaccamento e libertà, ma qual è la linea per questi confini? Non limitiamo la libertà degli altri estendendo i nostri confini?”. 20 maggio. Madxi, ore 17. “Trasmissioni-Ossessioni”. Incontro a cura di Danila Blasi e Roberta Nicolai. Con gli artisti del festival Marta Ciappina, Nicola Galli, Masoumeh Jalalieh, Martina La Ragione, Andrea Rampazzo, Manfredi Perego, Claudio Prati, Viola Scaglione, Ariella Vidach. In collaborazione con Teatri di Vetro. Ore 20,45 “Danza a tratti” di Ricky Bonavita. Ore 21, 45 e 22,45 “Touch in VR“, installazione performativa di Ariella Vidach. Ore 21,15 “This wall has no title”, coreografia di Martina La Ragione e Andrea Rampazzo. La performance “mira ad essere il più vicino possibile ad un “lavoro di strada” e utilizza il muro come matrice creativa, come superficie, come punto di appoggio, come specchio, come limite, come contenitore dai molteplici significati. Il muro abitato dai corpi genera molteplici suggestioni, come finestre o scorci che si aprono su situazioni differenti da osservare, interrogare e mettere in discussione”.

Un momento di “Tracce- Looking for a place to die” di Company Blue in prima al festival “Tendance”  di Latina (foto di Enrico Gallina)

Ore 22,15. “Sista site specific”, coreografia di Simona Bertozzi. Danzatrici: Marta Ciappina e Viola Scaglione. Così descrive il lavoro Simona Bertozzi: “Una scia desiderante, questa la materia sulla quale ho sentito congiungersi le nostre prospettive e da cui sono partita per tracciare le tappe di pratiche e visioni, approdi e memorie, ricercando nel movimento il grado di presenza necessario, netto e poroso al contempo. Fiducia, necessità, benessere. Confondere il tempo, chiudere gli occhi, percepire l’origine”.

Altri appuntamenti. Va in scena a Roma, al Teatro Quirino, dal 16 al 21 maggio, “Riccardo III” da William Shakespeare, per la regia di Kriszta Székely. Per questo allestimento ha realizzato l’adattamento del testo il drammaturgo Ármin Szabó-Székely; la traduzione è a cura di Tamara Török. Lo spettacolo è interpretato da Paolo Pierobon (nel ruolo di Riccardo), Matteo Alì, Stefano Guerrieri, Manuela Kustermann, Lisa Lendaro, Nicola Lorusso, Alberto Boubakar Malanchino, Elisabetta Mazzullo, Nicola Pannelli, Marta Pizzigallo, Francesco Bolo Rossini, Jacopo Venturiero e con, in video, Alessandro Bonardo, Tommaso Labis. Le scene sono di scene Botond Devich, i costumi di Dóra Pattantyus, le luci di Pasquale Mari, il suono di Claudio Tortorici e i video di Vince Varga. “Riccardo III” è prodotto da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile di Bolzano e da Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale.

Un altro momento del coinvolgente dramma shakespiriano “Riccardo III” con la regia di Kriszta Székely (foto di Luigi De Palma)

Perdersi per ritrovarsi. Il labirinto è uno dei luoghi più enigmatici e misteriosi. A questa figura è dedicato l’appuntamento in prima nazionale del Teatro Pubblico ligure del 18 maggio al Comunale di Sori a chiusura della stagione Soriteatro. Ial centro de “Il grande racconto del Labirinto”, con l’attrice Arianna Scommegna e il grecista Giorgio Ieranò condotti in scena dalla regia di Sergio Maifredi, testi antichi e moderni saranno strumento per dar voce – o meglio, restituirla – a personaggi leggendari, uomini e donne appartenenti a un’epoca remota. Arianna, Europa, Pasifae, il feroce Minotauro, e poi Teseo e Fedra, per raccontare in prima persona la propria versione dei fatti narrati attraverso l’interpretazione di Arianna Scommegna.

il Teatro Dadà di Castelfranco Emilia ospita venerdì 12 e sabato 13 maggio alle 20.30 il debutto in anteprima di Amleto, il nuovo spettacolo di Teatro dei Venti realizzato all’interno dei progetti nel Carcere di Castelfranco Emilia. Il lavoro segna infatti il primo esperimento di professionalizzazione dei detenuti nell’ambito del progetto europeo AHOS All Hands On Stage, a cui aderiscono per 30 mesi organizzazioni e Istituti Penitenziari di cinque paesi (Italia, Germania, Polonia, Romania e Serbia) per coinvolgere i carcerati in processi di inserimento lavorativo nell’ambito tecnico dello spettacolo dal vivo.

“Amleto” è anche uno degli eventi di Trasparenze XI edizione, il programma diffuso di Teatro dei Venti nei territori di Castelfranco Emilia, Modena e Gombola. Capitolo finale della trilogia che Teatro dei Venti dedica a Shakespeare e composta da “Giulio Cesare”“Macbeth alla radio”, l’anteprima di “Amleto” è realizzata in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro nazionale; il debutto in prima nazionale dello spettacolo è previsto a Modena a novembre 2023. Drammaturgia di Vittorio Continelli e Stefano Tè autore anche della regia.

Il regista del Teatro dei Venti Stefano Tè durante le prove dell'”Amleto” (foto Chiara Ferrin)
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