Teatro
Una comunità difronte alla “Traiettoria calante”
Prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, un prezioso spettacolo di Pietro Giannini che ripercorre la tragedia del crollo del Ponte Morandi.
Genova. Quando il soggetto di uno spettacolo teatrale è una disgrazia recente, una ferita aperta e ancora zuppa di sangue, è molto difficile trovare la forma e soprattutto la giusta distanza per affrontare l’argomento in modo rispettoso del dolore delle persone (comunità o singoli che siano). Molto difficile: facilmente infatti si riaprono ferite, ci si concentra nella mera ricerca dei colpevoli, si rischia di perseguire – anche comprensibilmente – la vendetta. Lo sapevano benissimo gli antichi greci che, proprio per questo motivo, per interpretare e raccontare la realtà nei suoi risvolti più tremendi, inventarono la tragedia e scelsero bene presto di lavorare col mito. Ed è esattamente per come affronta questa difficoltà che risulta veramente notevole “La traiettoria calante”, il lavoro che il giovane attore e drammaturgo genovese, Pietro Giannini, ha scritto, costruito e interpretato per raccontare la tragedia del crollo del Ponte Morandi accaduta il 14 agosto del 2018. Si ricordi: 43 morti e centinaia di sfollati. Lo spettacolo è andato in scena nella Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova dal 26 novembre al 1° dicembre e avrà altre repliche dal 10 al 13 sempre di dicembre 2024. Giannini ha elaborato una narrazione di quella tragedia ricostruendo, con rigore e implacabile pazienza (non bisogna dimenticare che si è avvalso della consulenza del Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi), tutta la fitta e quasi incredibile trama di comportamenti delittuosi e motivati soltanto dal lucro. Si ripercorrono incredibili sciatterie, inaccettabili atti d’incuria, omissioni, menzogne, colpevoli azzardi che hanno provocato negli anni il rovinoso infragilirsi e poi l’implodere di quell’opera che pure, quando tra il 1963 e il 1967 era stata costruita, aveva inorgoglito i genovesi e l’Italia intera. E ancora, dapprima sullo sfondo e poi sempre più esplicita e furente, ecco la denuncia ferma e indignata per il comportamento incommentabile della proprietà privata della società “Autostrade per l’Italia” controllata dalla famiglia Benetton mediante la Holding “Atlantia”. In questo contesto, a parte la qualità della scrittura e la solidità della presenza scenica, che cosa riesce a fare Giannini di veramente significativo e tale da rendere notevole lo spettacolo? Riesce a proporre il suo monologo collocandolo e collocandosi esattamente a una distanza tale da suscitare l’attenzione partecipe del pubblico genovese (ma non è difficile immaginare che lo spettacolo girerà l’Italia) che viene sollecitato non solo a prendere posizione e a pretendere, coralmente, giustizia per il gravissimo torto subito dalla città, ma soprattutto a rielaborare positivamente il lutto conseguente al crollo: non vendetta e non soltanto giustizia, ma consapevolezza e la necessaria e civile pretesa che non sia soltanto il profitto a guidare chi amministra e gestisce beni pubblici. Una distanza di rispetto affettuoso e partecipe, una distanza che non distrugge e, anzi, in qualche modo sollecita la fitta rete degli affetti e dei legami che tiene unita una comunità civile. Lo spettacolo inizia riportando in strettissimo dialetto di Genova una antica leggenda cittadina legata a San Giovanni: è un attacco poco comprensibile, ma affascinante perché situa immediatamente la tragedia che si va a raccontare nel cuore stesso della comunità genovese. Probabilmente questo preambolo, col tempo, lo si dovrà rendere comprensibile anche a chi genovese non è, ma il suo senso appare chiaro anche al di là della lettera: è solo la comunità che, nel suo insieme, può rielaborare e superare un lutto. E non basta la giustizia, che pure è necessaria, ci vuole la comunità che rende umano il mondo e lo preserva (o, meglio, prova a preservarlo) dalla mortale blasfemia di chi mette il lucro sopra tutto e tutti.
Traiettoria calante
Genova Sala Mercato, dal 26 novembre al 1 dicembre e dal 10 al 13 dicembre, nel contesto della stagione del Teatro Nazionale. Di e con Pietro Giannini. Consulenza drammaturgica del Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi. Visual artist Loredana Antonelli. Luci Aldo Mantovani. Produzione del Teatro Nazionale di Genova. Crediti fotografici Cosimo Trimboli.
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