Artigiani
Un attimo o per tutta la vita? Questione di stomaco
“Masters and sevants
The bill i forgot to pay
Desease I watched
But I went astray “
Qualche volta ho desiderato essere un uomo per comprendere la difficoltà di urinare centrando il buco.
L’ho provata in Turchia, dove per l’appunto il bagno era alla turca, bisognava non urinare fuori il bordo di un cerchio molto ristretto. Come il caffè con cui siamo soliti prendere la mattina, iniettando quella giusta dose di caffeina necessaria al risveglio. Ecco, io solo allora riuscirei a centrare il bersaglio. Diversamente lascerei tracce sulla ciambella. Che si sa non tutte riescono col buco.
Quanto dura un attimo? Un istante o una vita intera? Solitamente si dice che le persone che colgono l’attimo sono quelle interessate a cogliere un’opportunità. Quanti treni si è atteso senza prenderne nessuno? Fermi sulla banchina li si guarda passare, uno dopo l’altro. Il primo è troppo affollato, il secondo è un regionale frequentato per lo più da extracomunitari di cui non si tollera il cattivo odore, il terzo lo perdete perché una fame tremenda vi ha portato ad acquistare un sandwich e quel treno ha sfidato la vostra voglia famelica di riempire lo stomaco. Quello su cui abbiamo piantato il pelo.
Colpa di Trenitalia, del nero che dovrebbe starsene al suo paese invece che usare servizi che uno Stato troppo tollerante non riserva all’ italiano. La colpa si scarica sempre sull’altro, come si scarica un Modello Unico quando si dichiara un reddito. Evadere le proprie responsabilità è lo sport preferito di chi il conto non è mai abituato a pagarlo. Lo addebita, qualcuno lo pagherà.
È tradizione napoletana quella del caffè sospeso. Quello che chi conosce le condizioni in cui l’altro versa, è solito offrire.
Sospeso, come tutti gli irrisolti delle nostre vite.
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