Teatro
“Terreni Creativi”, ad Albenga con i Babilonia Teatri e Simona Bertozzi
Teatranti resistenti. La voglia di riannodare i fili di un discorso che è stato sospeso, ma idealmente mai interrotto, ha spinto in molti in tutta Italia a riprendere nelle proprie mani il rapporto con il pubblico montando festival o rassegne che, se pur limitati nei programmi per le conseguenze di una pandemia che ha messo in ginocchio un intero Paese, celano nel profondo del loro cuore un bel potenziale di energia. Si riparte insomma anche se si è un po’ ammaccati. O addirittura “Scàmpati” come hanno titolato, con una dose salutare di ironia, quelli di Kronoteatro, protagonisti della diffusione del teatro contemporaneo dentro le strutture produttive agricola del territorio di Albenga, il loro undicesimo festival “Terreni Creativi” che in poche edizioni si è guadagnato riconoscimenti importanti e prestigiosi come il Premio Garrone (2016) e quello della Rete Critica (nel 2017).Quindi si riparte da “Scàmpati”, titolo dal duplice significato. “Daun lato l’aver subito, come tutti, un doloroso contraccolpo ed esserne usciti fuori ammaccati, disorientati, ma non per questo meno combattivi, dall’altro è invece un riferimento al dialetto ligure, dove scamparsi sta per “divertirsi, svagarsi”. Ancora una volta, vogliamo, già dal titolo, dichiarare la nostra natura e il nostro intento: guardare gli orizzonti più lontani, senza dimenticarci del nostro territorio” così affermano in modo diretto Maurizio Sguotti, Alex Nesti e Tommaso Bianco.Seppur con un programma più ridotto ed un format necessariamente meno conviviale “crediamo che sia importante dare un segno politico di presenza e resistenza tanto alla comunità che siamo riusciti a creare sul nostro territorio, quanto al comparto nazionale. Sarà un “Terreni Creativi” perciò diverso, ma non per questo meno interessante, teniamo duro e pensiamo già a come sarà il nostro festival 2021”.
Ecco quindi il programma che sarà concentrato in due date, il 1 e 2 agosto nello spazio di “Bio Vivo” azienda biologica di Albenga. Il format è semplice: due spettacoli a sera, uno di danza e uno di teatro. Negli interspazi la musica dal vivo e quella dei dj. Ad inaugurare “Terreni Creativi” sarà con “Porpora” la coreografa e danzatrice Simona Bertozzi, progetto realizzato ad hoc per il festival ligure, con musiche di Brian Eno e Mahler. Simona Bertozzi cita il poeta Henry David Thoreau (“Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere”) e affida il suo pensiero ad alcuni versi: “…. alba dentro il tramonto, ma anche il panneggio porpora, la trasparenza e anche la sopravvivenza che sta per iniziare e che si configura per fuggire dalla forma e si stupisce per quello che non vede, guarda tutto ma non vede nulla epifania, vigilanza come l’animale sta nelle apparizioni e nelle fughe”.
Lo spettacolo teatrale a seguire è “Calcinculo” dei Babilonia Teatri. Un lavoro dove “musica e teatro si contaminano e dialogano in modo incessante e vertiginoso”. Dicono i Babilonia: “Viviamo in un tempo ossessivo che le parole e le immagini non riescono più a raccontare da sole, la musica arriva in soccorso come una medicina e o una miccia esplosiva”.Ad introdurre la serata e a segnare l’intervallo tra i due spettacoli è la musica eseguita al piano dal compositore Luigi Ranghino, musicista apprezzato e stimato in Italia e all’estero. Ranghino ha collaborato tra gli altri con John Ethergide, Wayne Darling, Monty Waters, Bireli Lagrene etc… Tra psichedelia e sonorità afro e orientali è la musica dei Magical Faryds incaricata di aprire la serata del 2 Agosto prima della performance di danza e del teatro.
Spettacolo di danza della sera è “Primitiva”, coreografia di Manfredi Perego coprodotto da Tir Danza e Teatro Comunale di Vicenza. “Primitiva” è “un viaggio all’interno della più antica percezione di sé, animalesca e al contempo impulsiva e fragile. Per poter giungere alla parte originaria e autentica di noi stessi, in quella natura che non sapevamo abitarci o che forse abbiamo solo intuito, la ricerca richiama una temporalità lontana e il collegamento con memorie primarie, stretta-mente connesse con il luogo che ospita il corpo. Un ambiente in continua ma lenta modifica, generato da un tempo autonomo non controllabile o modificabile dall’uomo”.
E’ una sorta di documentario teatrale quello messo in scena da Maniaci d’Amore in “Siede la terra” di e con Francesco D’Amore e Luciana Maniaci, realizzato appositamente per “Terreni creativi” e che vuole mettere a fuoco temi “incandescenti” come: il senso della comunità, l’interdipendenza degli individui, il rapporto tra le generazioni. “Siede la terra” è ambientato a Sciazzusazzu, paese inventato d’Italia che, come tanti, nasconde le sue vergogna.Altri ospiti musicali della seconda serata saranno infine i Pink Puffers Brass Band che si ispira al funk delle brass band americane, modificato dalle deviazioni e perversioni rock.
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