Teatro

Temere un giorno alla volta

24 Settembre 2020

«Nei Salmi troverà tutto, la storia mia e la sua, e tutto gettato meravigliosamente in grembo a Dio, un enorme diario di tutto l’uomo scritto per i soli occhi di Dio.»

Cristina Campo, Lettere a Mita

 

24 settembre 2020

Il cinismo dei tempi, la leggerezza quasi inconsapevole con la quale ci rifiutano parole, segni, segnali, immagini. Vana ricerca dell’autenticità (che nasconde solo paura) e  pregiudizio che l’insonnia dia maggiore lucidità di giudizio, rispetto al torpore.

Hanno perduto tutto, anche la stessa perdita.

Ma è davvero inutile scrivere, se non si legge più? Per chi si scrive, in fondo? Per rivolgersi ad un amico lontano, che non sa neppure che vuoi ancora parlargli, nonostante le delusioni con le quali ti ha  prima deluso e poi ignorato?

Parlare dell’immaginario ridotto a sfibrante ripetizione del pronome «io» («io sono, io faccio, io scrivo,  esisto..») senza nessuno sviluppo.

Solo dilazione.

Tu dici: verrà il tempo in cui parlerò: fallo subito

Dico per te, dico a te.

Temere un giorno alla volta.

Continua (forse)

 

 

 

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