Teatro
Teatro, si torna a respirare, è di scena la natura
Respirare è un’azione che nel regno animale e vegetale coincide con la vita stessa. Ma negli ultimi tempi pandemici abbiamo avuto, in virtù dei gesti barriera, un grosso problema. Metti la mascherina, togli la mascherina. Stop and go. Nulla è più importante al mondo di questo gesto minimo ed essenziale. E’ il cardine stesso del nostro esistere. Ogni momento del giorno e della notte è scandito da questo metronomo fatto di inspirazione ed espirazione. Eppure da tempo gli uomini compiono male questo atto dispensatore di energia e di ritmo. Ignorando talvolta che il respiro è addirittura strategico per la conoscenza, per migliorare la salute e mettersi in sintonia con una natura che, giorno dopo giorno, è sempre più ammaccata purtroppo, a causa di un invadente e nefasto antropocentrismo. Quello dei combustibili fossili, degli incendi devastanti intere zone verdi, dell’inquinamento di plastica fino nel profondo degli oceani. E se tornassimo al punto zero dell’esistenza? Se una buona pratica di resilienza ci portasse a riprendere confidenza con questa azione? Riscoprendo magari con occhi diversi il mondo intorno a noi, dai monti alle valli, dai fiumi al mare, riprendendoci l’arte del respirare come insegna il recente libro del giornalista americano John Nestor, “Breath; the new science of a lost art”, che in pochi mesi è diventato un best seller in molti paesi, rilanciato in Italia dal seminale magazine on line “Doppiozero” da un approfondito articolo di Eva Pattis Zoja che passa in rassegna tutta l’indagine di Nestor utile per risvegliare una antica pratica che ha diverse discipline in tutto il mondo. Non certo per diventare dei guru ma per rileggere un po’ di storia migliorando l’approccio con il mondo che ci circonda. Il teatro può essere di sicuro l’arte che potrebbe accompagnare meglio in questo percorso. E l’offerta in questo caso, in giro per l‘Italia è stavolta di rilievo. In Sardegna ad esempio. In un paese di minatori, dove le miniere non esistono più, a Fluminimaggiore, borgo in via di restauro ricco di storia operaia inserito in una cornice ambientale da brividi, fatto di boschi e vecchi villaggi, antiche testimonianze nuragiche e spiagge mozzafiato, Sardegna Teatro ha varato per questa settimana un festival. Dal 24 al 28 giugno si terranno infatti le “Giornate del Respiro”, un programma fitto di incontri, workshop e spettacoli che trasformerà, il centro nel sud dell’Isola, in un avventuroso luogo per ripartire e ritrovare se stessi in contatto con la natura. La prima edizione della rassegna, il cui programma è stato curato da Giulia Muroni in collaborazione con Valentina Salis intende infatti “ripristinare il contatto tra il mondo dell’arte e quello della natura e dei suoi viventi, creando occasioni di incontro con tutte le fasce della popolazione; aprendo a delle residenze affinché gli artisti possano conoscere la comunità, ascoltarne le storie e i caratteri, trarre ispirazioni e restituire la gioia di tornare a condividere spettacoli dal vivo”.
Così in collaborazione con il Comune, le associazioni del luogo e la Sardegna Film Commission sono stati allestiti percorsi e iniziative squisitamente ambientalistiche: come le iniziative di Naturabilente, visite guidate al museo della memoria mineraria di Su Zurfuru, laboratori di propedeutica di musica e suoni e visite al tempio di Antas, rituali di solstizio d’estate a cura di Rimettiamo Radici, anteprima di Andaras, festival di corti di viaggio e jam a Flumininmusica. E tutte le mattine classi di yoga aperte a tutti. Meera Mascia e Sandra Giura condurranno un laboratorio di respirazione creativa con esito finale. Altri workshop sui Fuochi di San Giovanni, uno sulla costruzione di aquiloni con Landworks e musicali a cura di Start Uno.
Il 23 giugno si inaugura l’installazione “Gaia” di Luke Jerram: una affascinante e perfetta riproduzione del pianeta, visto dalla Luna, con un diametro di sette metri e la superficie creata attraverso la combinazione di immagini ad alta definizione fornite dalla Nasa. Una terra vicina, quasi da toccare che si confonderà con la sua stessa natura. L’ungherese Eva Bubla presenta la sua opera “Designated Breathing Zone” dedicata proprio all’arte del respiro e le sue connessioni con il mondo vegetale, mentre il collettivo AmoriDifficili curerà l’installazione “Flautus Resonance-Una dimensione onirica” in collaborazione con Martina Still.
Ogni giorno, a cura di Edumondo verranno curati degli incontri e dei talk sui temi del respiro e delle nuove forme di ecologia e architettura sensibile. Naturalmente ci sono anche gli eventi spettacolari. Il 24 giugno al teatro del Respiro (il vecchio centro culturale del paese, completamente restaurato, rinnovato ad hoc per il festival) ospiterà “L’Avvoltoio” con la regia e la drammaturgia di César Brie; venerdì di scena Filippo Michelangelo Ceredi in “Between Me and P”, Sara Marasso e Stefano Risso con “131 Respiri”, Spaziodanza con “Kumblaka”, Niccolò Fettarappa Sandri con “Apocalisse Tascabile”. Sabato (21,30) all’anfiteatro va in scena “Pitecus” della compagnia Rezza e Mastrella. Domenica alle 19,30 concerto del trio del sassofonista Gavino Murgia.
La natura è anche al centro della diciassettesima edizione de “Il Giardino delle Esperidi”, da giovedì 24 giugno a domenica 4 luglio nei centri di Colle Brianza, Ello e Olgiate Malgora. Stavolta a confrontarsi con i temi dell’ambiente anche i temi della sperimentazione digitale, accessibilità e multi disciplinarietà, performance site specific, musica, teatro e poesia. Oggetto dell’indagine di questo anno è “l’evoluzione della performing art nel paesaggio a partire dalle sue radici legate al Teatro Natura, passando attraverso il teatro immersivo nei boschi e nello spazio urbano, per arrivare a sperimentare nuove azioni performative accessibili e percorsi artistici di realtà aumentata nello spazio concreto di un sentiero, di un bosco di una piazza”. Venticinque i titoli in programma (quattro in prima nazionale) del festival diretto da Michele Losi e curato da Campsirago Residenza: dal teatro di ricerca a quello di figura, performance e installazioni.
A proposito di Campsirago due i debutti da segnalare: “Amleto, una questione personale” spettacolo con dieci attori nato da un ciclo di formazione sul teatro nel paesaggio, in prima nazionale il 25 giugno. Non un Amleto classico ma una esperienza collettiva e personale attraverso gli interrogativi del principe di Danimarca. La regia è di Anna Fascendini, Giulietta De Bernardi e Michele Losi. Altra opera è “Il gatto con gli stivali” (27 giugno) che parte dalla drammaturgia digitale dell’allestimento visto la stagione scorsa. Prima nazionale sempre il 27 giugno per “Robot” coprodotto da Unia Teatr Niemozliwy e l’artista cileno David Zuazola nato da una riflessione artistica sul mondo in cui viviamo, spesso intollerante e ingiusto, e dal linguaggio poetico e al tempo stesso inquietante del teatro di figura. I congegni e i pupazzi sono costruiti con materiale di riciclo.
In prima anche “Ladies Bodies Show” (il 26 giugno) di Qui e Ora Residenza teatro, di Silvia Gribaudi e le immagini dell’artista visivo Matteo Maffesanti, con la collaborazione drammaturgica di Marta Dalla Via. Al centro del lavoro c’è “il corpo come carne, guardato, massacrato, giudicato, abbandonato, ricostruito, accettato o allontanato”.
Gli stessi in anteprima presentano anche “Saga salsa noir” (il 25) di Silvia Baldini e Giovanni Guerrieri con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Vallo per la regia di Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri. Sono previsti due spettacoli concerto nella natura di Sista Bramini, una lettura di Arianna Scommegna, “Un albero di trenta piani” (il 25) assieme alla fisarmonicista Giulia Bertasi. Un reading che è un invito a prendersi cura della natura. Marco Cacciola con “Farsi silenzio” mentre i Vico Quarto Mazzini il 4 luglio presentano “Livore”, loro ultima produzione che prendendo spunto dal mito di Mozart e Salieri scava nelle ragioni dell’invidia nel mondo contemporaneo. Sperimentazione musicale con il progetto di Camilla Barbarito “Nina Madù e la sua band le Reliquie Commestibili con la partecipazione di Nina’s Drag Queens (il 26). Video e suono stanno insieme in “Fantasmi” di Diego Dioguardi e Serena Crocco (il 25), mentre Luca Maria Baldini si occupa di sonorizzare il film muto “L’uomo meccanico” di Andrè Deed, primo film di fantascienza italiano che questo anno compie 100 anni (2 luglio). Via alla performance “Ho sonno”, rappresentazione per corpi, voce, suoni “ a cura di Giulio Escalona e Vittorio Ondedei ( in scena il 3 luglio).
Domenica 4 luglio la compagnia Pleiadi in collaborazione con l’associazione Fedora presenta “Alberi maestri” dove il percorso all’interno del bosco di Ello sarà guidato da interpreti LIS e saranno forniti testi in Braille e la mappa tattile del sentiero. “Alberi maestri” è una performance itinerante ed esperienziale alla scoperta del mondo degli alberi e delle piante, principio e metafora della vita. “Un cammiono d’incontro con il mondo vegetale, con la sua stupefacente esistenza, complessità, intelligenza e incredibile capacità di analizzare e risolvere situazioni complesse, di agire in rete, di affrontare traumi e aggressioni”.
Nei nove giorni della rassegna non mancheranno gli angoli talk per riflettere su natura e arte, poesia e nuove tecnologie. Il via alle “Esperidi” il 24 giugno con l’installazione artistica site specific “Vivarium” in cui si fondono musiche, suoni e drammaturgia originale con opere digitali di realtà aumentata. Un percorso artistico itinerante nel bosco fruibile attraverso il proprio smartphone e realizzato da Campsirago Residenza. Alle 18 Oliviero Ponte di Pino condurrà un incontro sul tema del rapporto tra teatro e tecnologia.
“Piazza della Solitudine promenade” del collettivo Wundertruppe all’alba e al tramonto del 30 giugno e 1 luglio sono performance itineranti sul tema della solitudine. Il 30 giugno il Cada Die presenta “Riva Luigi ’69/70 – Cagliari al di là dello scudetto” di Alessandro Lay. La stessa compagnia sarda presenta l’indomani “Il respiro del vento” di Mauro Mou e Silvestro Ziccardi. O Thiasos Teatro Natura il 2 luglio al Mulino Trincati porta in scena “Canti dal vivo” con Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini.
Il 4 luglio Matteo Galbusera è in scena con “Maicol Gatto” dove intreccia musica, mimo e circo contemporaneo. Per le nuove generazioni infine le Scarlattine mettono in scena “Angeli di Terra” (il 2 luglio) e “Nina e il mare” (il 4 luglio).
Ha cercato invece gli spazi culturali lungo la via Francigena del Sud la terza edizione di “Radure” che si tiene nei comuni laziali di Sezze, Segni, Maenza, Cori, Norma e Priverno, primo festival di valorizzazione dei Monti Lepini attraverso la commistione di arti dello spettacolo dal vivo, identità dei luoghi e la partecipazione attiva delle realtà operanti in questi paesaggi di natura tutta da scoprire. Come luoghi aperti alla sosta dove arrivano e ripartono i sentieri per camminare. “Radure” rappresenta così, nelle intenzioni degli organizzatori un punto di confluenza per viaggiatori, di condivisione di idee, di divulgazione della cultura e delle arti dello spettacolo “quale mezzi di conoscenza, di coesione sociale, di riscoperta della centralità dei territori e dei cittadini che li abitano”.
Dal 19 giugno al 1 agosto in ognuno dei sei comuni accanto a una star ospite (sono Ascanio Celestini, Debora Caprioglio, Lucrezia Lante della Rovere, Michele Placido, Roberto Gatto e Sebastiano Somma) ci saranno anche le compagnie presenti e attive nel territorio che presenteranno i loro lavori. Si tratta di performance inedite costruite in residenze e che si sono avvalse dell’accompagnamento artistico di tutor come Bartolini/Baronio e Andrea Cosentino. Queste le compagnie: Matutateatro, Le Colonne, Gko Dance company, Acta Teatro, Kalenda Maya Chorus e InCantu. Si è partiti da Sezze con Ascanio Celestini in “Barzellette” e il coro InCantu. Il 3 luglio di scena a Segni presso la Cisterna romana la Caprioglio in “Callas d’Incanto” e Gko company in “L’ospite indesiderato”. Il 10 luglio a Maenza “L’uomo dal fiore in bocca” con Lucrezia Lante della Rovere e i Kalenda Maya Chorus in “L’amore che move il sole e le altre stelle” (11 luglio). Il 17 luglio a Cori Sebastiano Somma con Cartisia J. Somma accompagnato dal violino di Riccardo Bonaccini va in scena con “Il vecchio e il mare” di Hemingway al Tempio di Ercole. Il 18 luglio al chiostro Sant’Oliva Matuta Teatro presenta “Eneide. A sound film”.
Nel parco archeologico Antica Norba Imperfect trio di Roberto Gatto in concerto con Marcello Allulli e Pierpaolo Ranieri (24 luglio). Il giorno dopo nella chiesa San Rocco Acta Teatro presenta “Filo di pietra”.
Il 31 luglio nel parco archeologico di Priverno Michele Placido in “Serata d’onore” con Gianluigi Esposito, chitarra e Antonio Saturno, chitarra e mandolino. Il 1 agosto nel Castello di San Martino le Colonne mettono in scena “Caravaggio perduto” di Giancarlo Loffarelli.
“Teatro fra parentesi”. Così ha definito Marco Paolini il tempo sospeso del lockdown. Molti spettacoli nati durante i giorni e le notti delle sale chiuse saranno di scena dal 1 al 7 luglio nella dodicesima edizione di Scene di paglia, il festival delle acque e dei casoni che si tiene a Piove di Sacco, battezzato questo anno “Corpi Anticorpi”. Il festival diretto da Fernando Marchiori ospiterà quindici spettacoli con importanti autori e artisti teatrali come lo stesso Paolini, Cesar Brie, Andrea Pennacchi, Balletto Civile, in luoghi suggestivi della Saccisica e oltre Piove di Sacco coinvolge altri sei comuni della provincia di Padova: Arzergrande, Brugine, Codevigo, Legnaro, Sant’Angelo di Piove di Sacco in collaborazione con il Consorzio di Bonifica del Bacchiglione. Saranno quindici appuntamenti che nelle intenzioni degli organizzatori vogliono essere occasioni di incontro “senza la fisicità degli schermi, per ritrovare gli sguardi, le voci, le emozioni palpabili”. Tornare soprattutto a “fare comunità attraverso il teatro, per trovare qui gli anticorpi della società contro le discriminazioni, le chiusure, le paure”.Da dodici anni il festival anima i luoghi simbolo del territorio: palcoscenici naturali fatti di casoni, valli di pesca, idrovore, scuderie, ville, piazze cittadine. Luoghi cioè carichi di storia e inseriti tra campagne , natura e i paesaggi della laguna. Il programma si aprirà il prossimo 1 luglio al Casone Ramei con “I figli della frettolosa” di Gianfranco Berardi, autore non vedente e Gabriella Casolari che hanno costruito il lavoro per una settimana intensa di un laboratorio aperto al pubblico. Piccole storie biografiche utilizzando diverse tecniche teatrali. Lo spettacolo è stato fatto in collaborazione con l’Unione dei ciechi e ipovedenti. Il 2 luglio nel cortile di Palazzo Jappelli a Piove di Sacco esternerà le sue riflessioni di “Teatro fra parentesi” elaborato durante la pandemia immaginando un ruolo nuovo per lo spettacolo dal vivo. Stessa location l’indomani per César Brie che presenterà in prima assoluta “Una ballata del mare salato” ispirato alle vicissitudini di Corto Maltese il marinaio inventato da Hugo Pratt. Spazio anche alla danza lo stesso giorno per la prima di “MAD- Museo antropologico del danzatore” di Balletto Civile al Casone Ramei. La mattina del 4 ancora César Brie mostrerà lo studio di “Boccascena. Ovvero sulle conseguenze dell’amore teatrale” nato durante la pandemia dal dialogo tra l’attore e il critico e storico Antonio Attisani. La sera alle Scuderie La Gardesana va in scena “Spaesaggi” di Zelda che racconta il 2020 un anno zero come fu il 1976 l’anno del terremoto in Friuli.
Il 5 luglio si torna al palazzo Jappelli per la prima assoluta di “Farmacia Zooè in “R.R.” che riprende la vera storia di Rolandina Roncaglia nata Rolandino in fuga dal suo paese nel 1300 per poter vivere libera.
Una grande attrice come Giuliana Musso nella tenuta de La Posa degli Agri a Polverara offre una grande prova nello spettacolo “La Scimmia” ispirato a un racconto di Franz Kafka (6 luglio). Il 7 luglio al Casone Ramei è di scena “Fagiolino e la Gru” del Teatro Medico Ipnotico dalla celebre novella del Boccaccio “Chichibio e la gru”.La stessa sera all’idrovora di Santa Margherita a Codevigo Saverio La Ruina presenta “Mario e Saleh”. All’indomani di un terremoto un arabo musulmano e un cristiano occidentale sono costretti a stare assieme sotto la stessa tenda.
Alvise Camozzi e Sokol Prekalori al Casone Ramei metteranno in scena il racconto musicale “El Pessecan”. Stessa sera al Casone Azzurro di Arzergrande c’è Serena Balivo e la Piccola compagnia Dammacco in “L’inferno e la fanciulla”. Il 9 luglio nella Villa Roberti di Brugine il teatro delle Ariette porta il suo “Pane e petrolio dedicato a Pier Paolo Pasolini” La compagnia torna ad uno dei suoi spettacoli più amati con il pubblico seduto attorno a un tavolo mentre loro impastano e cucinano condividendo cibi e storie. Il giorno successivo spazio ad Andrea Pennacchi nella Corte Benedettina di Legnaro in “Mio padre, appunti sulla guerra civile” con le musiche di Giorgio Gobbo, Graziano Colella e Gianluca Segato. Sipario domenica 11 luglio ai Casoni della Fogolana di Codevigo dove Shi Yang Shi presenta “Arlecchino traduttore-traditore di due padroni”. Lo spettacolo è il primo prodotto in Italia con un protagonista di origine cinese. Yang giunto in Italia a undici anni è stato lavapiatti, venditore di erbe e unguenti nelle spiagge poi studente alla Bocconi fino a percorrere una carriera in tv e al cinema.
Ed è giù a Sud, nel Salento, che si trova un luogo di agrumi profumati che fanno ombra e lasciano spazio ai raggi di sole. E’ il posto confortevole e naturale che ospita la quindicesima edizione del festival “Teatro dei luoghi Fest” tra Lecce e Valona, diretto da Rosario Tramacere. E’ l’Ortale di Koreja che allestisce l’intera rassegna e così presenta il nuovo spazio: “un altro luogo che torna a casa, che fiorisce, che si fa generativo e dissetante. La casa-teatro che è la nostra terra fertile ancora una volta, ora e sempre, ci fa scommettere sulle radici, ci fa intravedere le foglie verdi e noi abbiamo il dovere morale di mettere acqua quanto basta, di concimare se serve, di regalare i semi a chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare”.
Il teatro dei Luoghi Fest 2021 è così un posto “dove i limoni sono dolci e le erbe aromatiche brillano, dove la provincia rivive nelle feste di paese e nei suoi santi bruciati vivi, dove si fanno i giochi dei bambini, le donne si chiamano tutte Rosa e i giardini sono ancora di plastica”.
Dopo un omaggio in “Suddissimo” a Matteo Salvatore e Adriana Doriani, con “canti e versi che bucano lo stomaco” a cura di Dario Muci, Enza Pagliara, Roberto Lici ed Emanuele Licci e lo spettacolo inaugurale “Giardini di plastica” a cura di Koreja tenuti nei giorni scorsi, la rassegna entra nel vivo con “Dire, fare, baciare, lettera testamento” a cura dei Babilonia Teatri in cui si racconta quanto importante sia per i bambini il gioco. Necessario quanto l’aria che respirano. E parla dei mondi che il gioco contiene e dischiude e di come sia uno spazio in cui crescere e confrontarsi”. Il 26 e il 27 due incontri. Il primo è con il giornalista e insegnante Giancarlo Visitilli in “E’ bravo ma potrebbe fare di più. Ha le possibilità ma non le sfrutta”. L’indomani, Gennaro della Volpe, in arte Raiz, già anima e voce degli Almamegretta, poi diventato anche attore che in “Il bacio di Brianna” racconta di Yusuf un ragazzo giunto a Napoli dal Senegal e poi sprofondato nel male. Il 27 chiude il concerto funk dei Bundanove.
Il 2 luglio in piazza Morrone a Lecce Abraxa teatro propone la sua “Festa di colori”, spettacolo di teatro di strada sui trampoli. Il 30 e 31 luglio, il 6 e 7 agosto si terranno altre azioni teatrali in strada in piazza Morrone a Lecce e a Valona in Albania curate direttamente da Koreja. Il giorno dopo è di scena Fabrizio Saccomanno nel monologo “Parole date”. Una riflessione sul senso ultimo del raccontare. “Un viaggio che diventa suo malgrado una riflessione su come le storie ci abitano e determinano il nostro modo di stare al mondo”.
Il 4 è sul palco il violoncellista Redi Hasa, già collaboratore di Ludovico Einaudi, che proporrà il live “The Stolen Cello”. Hasa si esibirà con Rocco Nigro alla fisarmonica e Marco Schiavone e Cristian Musio agli archi. Il 9 e 10 spazio a una produzione di Koreja. Sul palco Nando Popu (già Sud Sound Sistem) in “Casalabate 1492”, testo di Fernando Blasi in scena con Carlo Durante, regia di Salvatore Tramacere, scene di Alessandro Cardinale, e disegno luci di Lucio Diana.
In “Casalabate 1492” Fernando Blasi si fa cantastorie di un’infanzia che “non ha smesso di scavare e farsi eco nelle sue vene dove riecheggiano ancora i nomi e le voci di personaggi mitici e perduti, come Narduccio e Sartana, il primo musicista che Nandu Popu dei Sud Sound System ha incontrato ancora bambino sui marciapiedi di Casalabate”. Il 16 è una produzione dei padroni di casa, un omaggio alla grande cantante Rosa Balistreri in “Rosa Rose, i corpi le voci”, da una idea di Valerio Daniele e Ninfa Giannuzzi, regia di Salvatore Tramacere di e con Angela De Gaetano, Ninfa Giannuzzi, e Valerio Daniele. Scene e luci di Lucio Diana. Rosa Balistreri, la cantatrice del Sud: “un’artista dalla voce potente, che si porta addosso tutto il peso di essere donna dolente, resistente e miracolata dalla sua stessa voce, una donna del sud”.
Il 17 e 18 è di scena il grande César Brie con “La riparazione”. L’atto unico è ambientato in una stazione dove però non ci sono treni ma solo persone che vanno e vengono. Incontri fugaci e intensi “dove finalmente si può dire la parola non detta”. Il 19 concerto “Capitoli pugliesi” con il Trio Orione Ludovica Rana, Stefania Argentieri e Gianluigi Caldarola. Il 22 è il “Concerto per l’Abito della Festa”, quattro quadri accompagnati dalla musica che “descrivono quel particolare e unico momento in cui un abito diventa una vita”. Scritto da Giulia Maria Falzea, regia di Salvatore Tramacere con Carlo Durante. Il 22 incontro con Mario Desiati.
In luoghi diversi, nelle Mura Urbiche di Lecce il 25 e il 30 luglio si snoda lo spettacolo itinerante “Il cielo sopra legge” (coproduzione La Piccionaia/Koreja), percorso di frammenti d’autore sul tema del desiderio di ripercorrere lo spazio pubblico dopo la quarantena. Drammaturgia di Anagoor, Sotterraneo e Massimiliano Civica. Cornice narrativa Carlo Presotto, cornice sonora di Andrea Cera, la Guida di Eleonora Lezzi.
“La semplicità ingannata, Satira per attrice e pupazze sul lusso di essere donne” è lo spettacolo di e con Marta Cuscunà, seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine ispirato liberamente a “Lo spazio del silenzio” di Giovanna Paolin. Uno spettacolo che parla del “destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo” (23 luglio). Il 24 spazio alle Nina’s Drag Queens” che in “Nina’s Radio Night” “avvolte in un’atmosfera in bianco e nero, saranno voce e corpo delle divine del passato, sapienti narratrici di mondi perduti interpreti di capolavori dimenticati”
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E’ uno degli spettacoli più emblematici del teatro delle Albe, “Rumore d’acque” allestimento ispirato al dramma dell’emigrazione e della vicenda di Mazara del Vallo, scritto da Marco Martinelli. In scena Alessandro Renda con le musiche dal vivo dei Fratelli Mancuso (25). Il 31 luglio è la volta di “Freetime” di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov, regia di Pierpaolo Sepe. Il testo è “un mix “di farsa arrabbiata,detective story, action movie e ruminazione filosofica che, partendo dal crollo della Lehman Brothers, si muove nelle oscure atmosfere dell’economia contemporanea, attraversando gli ultimi dieci delicati anni di storia europea e globale”. Il 1 agosto Roberto Castello presenta la coreografia “Mbira” dedicato al grande contributo culturale e musicale che ci ha consegnato l’Africa. Il 6 e 7 agosto stand up commedy con Giuseppe Scoditti in “ 1 e 95”. Il 25 agosto il teatro Metropol di Tirana presenta “Letra, La lettera”, un lavoro “sulla miseria che genera amore, una miseria condivisa, della vita di tutti, della storia di un pezzo di mondo in un paese di montagna, che è come la casa che ci manca, la vita che non sappiamo rileggere”. Chiusura affidata ai padroni di casa di Koreja con “Cumpanaggiu, il pane e il resto” scritto da Paolo Pagliani e Salvatore Tramacere autore anche della regia “è uno spettacolo sensoriale che vuole rappresentare una filosofia di vita mettendo in scena i sui prodotti tipici, commestibili e non, a partire dal pane, personaggio centrale. Guidati da due aspiranti fornai-attori, una celebrante di prodotti tipici salentini, un pedagogo fornaio in pensione e una traduttrice simultanea, gli spettatori vengono coinvolti attivamente in un percorso multisensoriale”.
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