Teatro

Teatro, la “Caridad” di Liddell solo a Bologna e a Rimini c’è “Supernova”

12 Aprile 2023

La primavera dopo l’annuncio di una energizzante Biennale di Teatro, Musica e Danza nella magnifica Laguna veneziana, offre altri interessanti appuntamenti: un mese d’aprile ricco di sorprese. Festival, rassegne e prime da non perdere. Come le due giornate in compagnia dell”artista spagnola Angélica Liddell che presenterà a Bologna, il 15 e 16 nell’Arena del Sole (alle 19 e alle 16), uniche date italiane della tournèe della nuova creazione “Caridad”. Ovvero “Un’approsimazione alla pena di morte divisa in nove capitoli”. Presentato in prima al Festival Temporada Alta di Girona , lo scorso ottobre, è una coproduzione internazionale di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Iaquinandi S.L, Festival Temporada Alta Girona, CDN Orleans Centre Val de Loire, Teatros del Canal Madrid e in collaborazione con Aldo Miguel Grompone (Roma). Lo spettacolo, diviso in nove capitoli, richiama testi sacri come il “Vangelo” per riflettere sul tema del male e le possibilità del perdono. Così attraversa i territori “della vendetta, del crimine e del peccato, per indagare la virtù della carità, considerata più importante sia della fede che della speranza” che, secondo la Liddell può condurre “ad abbracciare gli assassini”. Per l’artista spagnola “la vera carità non può essere immorale, poiché redime il ladro, lo stupratore e l’assassino. Il suo latte non nutre i bambini, ma i vecchi. La carità è la più conflittuale delle virtù teologali. La carità, infatti, ci pone dinanzi a un conflitto morale: amare oltre la legge. Amare il criminale. Proprio come l’arte, la Carità è capace di commuoversi fino al punto da farci deporre la legge”.

La regista spagnola Angélica Liddell all’Arena del Sole nelle due uniche tappe italiane dello spettacolo “Caridad” (foto di Bruno Simao)

Secondo la regista quindi “arte e crimine sono equiparabili”, in quanto provengono da una stessa matrice originaria, l’”Irrazionale”, e agiscono fuori da ogni legge, nel segno della libertà. «Se accettiamo il fatto della libertà – afferma l’artista – dobbiamo accettare il fatto dell’arte e del male. Il crimine, l’arte e l’amore rappresentano l’impotenza della ragione». Angélica Liddell per la sua riflessione filosofico-poetica ha preso ispirazione dall letture di Bataille, Foucault, Beckett, il Marchese De Sade, Jan Luc Godard, Dreyer e Pier Polo Pasolini (In particolare il “Vangelo secondo Matteo”).

ERT / Teatro Nazionale ha pubblicato nella collana Linea, edita con Luca Sossella, due volumi dedicati ad Angélica Liddell: “Non devi fare altro che morire nell’arena” (2022), contenente il testo di “Liebestod” e due saggi di approfondimento scritti dall’artista; e “Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli” (2023), il 36esimo volume della collana, entrambi con la traduzione di Silvia Lavina. Linea è un progetto editoriale curato da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono. I libri verranno presentati domenica alle 11 presso l’Arena del Sole”. Dialogheranno con l’autrice Maddalena Giovannelli, docente di Storia del Teatro e critica teatrale e Valter Malosti direttore dell’Ert. “Caridad”, scene, costumi e regia di Angélica Liddell sarà interpretato da: David Abad, Yuri Ananiev, Federico Benvenuto, Nicolas Chevallier, Guillaume Costanza, Angélica Liddell, Borja López, Sindo Puche e con il coro di laringectomizzati Shout at Cancer: Guy Vandaele, Frank Meeus e Andrew Pett.

Un’altra immagine da “Caridad” o “Un’approssimazione alla pena di morte divisa in nove capitoli” di Angélica Liddell di scena a Bologna

Restiamo in territorio bolognese per assistere sino al 16 aprile al teatro delle Moline, “L’estinzione della razza umana” firmato da Emanuele Aldovrandi uno dei drammaturghi emergenti più conosciuti. Lo spettacolo che vede in scena Giusto Cucchiarini, Eleonora Giovanardi, Luca Mammoli, Silvia Valsesia e Riccardo Vicardi, racconta con ironia e tinte tragicomiche, le atmosfere attraversate nei due anni di pandemia nel pieno del lockdown. E’ una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Associazione Teatrale Autori Vivi, in collaborazione con La Corte Ospitale – Centro di Residenza Emilia-Romagna. “La pièce è ambientata in un mondo incastrato dentro ritmi frenetici e disumani, che sottraggono tempo al pensiero e all’introspezione, riducendo il dialogo tra gli individui a litigi “da bar” o “da social network”. A ribaltare la situazione è l’arrivo improvviso di uno strano virus che trasforma le persone in tacchini: l’ansia si sospende e la vita di prima non sembra più possibile”. Giovedì 13 e venerdì 14 in programma al Teatro Storchi di Modena va in scena “Museo Pasolini” di e con Ascanio Celestini che farà da guida in un ipotetico museo dedicato alla figura del grande cineasta e intellettuale bolognese. Tutto questo attraverso le testimonianze di uno storico, un psicanalista, uno scrittore e un criminologo che l’hanno conosciuto. Musiche di Gianluca Casadei, suono di Andrea Pesce, prodotto da Fabbrica e Teatro Carcano, voci di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio.

Un momento di “Museo Pasolini” di e con Ascanio Celestini di scena al Teatro Storchi di Modena (foto di Musacchio Iannello Pasqualini)

C’è da spostarsi in terra romagnola per assistere alla nascita di una “Supernova”. Non è una rassegna e né un festival ma è di fatto il primo evento pubblico curato dai Motus nella loro città, Rimini, che promettono “un’esperienza inedita, capace di dare una nuova forma agli spazi culturali della città adriatica. Il primo movimento di questo progetto triennale vedrà una comunità di performer nazionali ed internazionali abitare per cinque giorni consecutivi il Teatro Galli. Sarà in realtà una sorta di “occupazione” pacifica di tutto lo spazio, dal palcoscenico al foyer da cui gli eventi artistici si espanderanno anche alle aree esterne: piazza Cavour, il museo Part, la piazza dei Sogni e la retrostante piazza Malatesta.

Questa è la motivazione ideale e poetica dei Motus: “Partire dal centro per mettere in dialogo il dentro con il fuori, il classico con il contemporaneo in una nuova simbiosi, inevitabilmente nutrita della visionarietà felliniana cui sono dedicate le aree limitrofe”

Lo spazio sarà aperto sin dal mattino per concentrarsi sulla scena artistica indipendente che in questo momenti vive tempi duri e incerti. “Annusare i fiori finchè si può”. Così si intitola il ciclo di incontri organizzati con alcune delle compoagnie presenti: Cristina Kristal Rizzo, mk, Kinkaleri, Masque Teatro, Ateliersi, Fanny e Alexander, Bluemotion, gruppo nanou.

“Of the Nightingale I envy the fate” è il titolo della performance dei Motus di scena a “Supernova” di Rimini (foto di Andrea Macchia)

Oltre a queste compagnie, “Supernova” ospiterà anche realtà nuove o emergenti e palcoscenico per il progetto “E’ Bal”, prima rete a livello nazionale sostenuta da Ater Fondazione, un cartellone ideato per favorire la diffusione della danza contemporanea.

Mercoledì di scena Parini Secondo in “Speed”, Melissa Guex/Cie Sumo in “Down”, Katerina Andreou in “Mourn Baby Mourn. Giovedì di scena Cristina Kristal Rizzo con “Paso Doble”, Giorgina Pi e Bluemotion in “Guida immaginaria”, Ateliersi in “Nell’impero delle misure” e NicoNote+Wang Inc in “Limbo Session”.

Venerdì. Si parte con quotidianacom in “I greci, gente seria! Come i danzatori”; Motus in “Of the Nightingale I envy the fate”; Eva Geatti in “La Vega Grazia”; Susanna Botero Santos e Andrés Silva Diàz in “Criatura Humanas Stage party”. Sabato: Elisabetta Consonni in “Plutone Esploso”; mk in “Piscina Mirabilis”; Masque Teatro in “Il presente”; Kinkhaleri in “Hello”; Dj set Collettiva Elettronika.

Domenica Cristina Kristal Rizzo presenta “Echoes”; Muta Imago in “Ashes”; Parini Secondo e Bremo in “What Will Happen Tomorrow”.

Un momento di “Guida Immaginaria”, performance presentata da Giorgina Pi e Bluemotion nei prossimi giorni a “Supernova” dei Motus a Rimini

Venerdì 14 aprile a Genova Alessandra Cristiani al Teatro Akropolis presenta “Lingua. Da Claude Cahun” seconda tappa della Trilogia “Il linguaggio corporeo e l’arte di Amendieta, C. Cahun e S. Moon”. Dopo “Matrice – da Ana Mendieta”, che ha debuttato in prima assoluta lo scorso novembre al XIII festival “Testimonianze Ricerca Azioni” di Teatro Akropolis, Alessandra Cristiani presenta al pubblico un’anteprima della seconda tappa del suo progetto triennale, dove la danza incide in forme e immagini le ossessioni dell’arte di Claude Cahun, artista, fotografa e scrittrice francese, esponente del surrealismo, fondatrice con Georges Bataille e André Breton del gruppo di teoria rivoluzionaria Contre-Attaque.

Un’altra importante performer e sperimentatrice della danza contemporanea, Paola Bianchi, presenterà “Incipit” il 29 aprile alla Casa Madiba Network di Rimini e “Brave “ residenza dal 24 al 28 aprile a Exatr di Forlì. “Incipit” è l’inizio di un percorso che coniuga corpo e parola nel medesimo istante. Una dichiarazione poetica, un manifesto politico in divenire. Un atto di durata variabile.

La danzatrice e coreografa Alessandra Cristiani è di scena al Teatro Akropolis di Genova con “Lingua. Da Claude Cahun”

“Brave” invece è “frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento. “Brave” nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi sulla scena ma una piccola comunità che accoglie e protegge. Non c’è bravura, non c’è coraggio. C’è determinazione e desiderio. Ci sono due corpi che si incontrano: un corpo che torna in scena dopo otto anni di assenza, e un corpo che cerca una nuova modalità di presenza nella scena (creato e danzato da Valentina Bravetti e Paola Bianchi. Suono di Luca Giovagnoli, Davide Fabbri e Giacomo Calli. Luci di Paolo Pollo Rodighiero.).

Dal 13 al 16 aprile va in scena all’Argot Studio di Roma “Stand up poetry“ di Lorenzo Maragoni, uno spettacolo di poesia performativa: cinquanta minuti di testi originali fatti al 90% di poesia performativa e al 10% di tracce di stand up comedy, cercando e non riuscendo a trovare un equilibrio tra le due. Attraverso il racconto della vita quotidiana, in pezzi brevi a metà tra il teatro e una specie di concerto senza musica, si confronta con i temi classici della poesia: l’amore, l’identità, la sensazione costante che la vita sia sempre sul punto di iniziare e basterebbe fare qualcosa per iniziare a vivere davvero, ma non è del tutto chiaro che cosa”.

Un momento di “Brave” in residenza all’Exatr di Forlì a cura della danzatrice e coreografa Paola Bianchi qui in scena con Valentina Bravetti

“Aprile resistente” è il titolo di una rassegna che si tiene a Cagliari presso la Villa Saddi, allestita dal Crogiuolo. Venerdì Monica Zoncheddu presenta “Joyce Lussu e la Sardegna”. Il lavoro propone una selezione di brani poetici e narrativi, tratti in particolare dai testi in cui la scrittrice, poetessa e partigiana esplicita il suo rapporto di scoperta e amore per la terra ed il popolo del suo Mister Mill, il marito Emilio Lussu. La rassegna prosegue il 21 aprile alle 21 con “Il muro di Varsavia” ispirato al romanzo omonimo John Hersey (Tientsin, Cina, 1914 – Key West, Florida, 1993). Maria Loi ha adattato lo scritto dell’autore statunitense ed è sul palcoscenico con Rita Atzeri e Ivana Bussu alla fisarmonica. Il 23 aprile alle 19 è la volta di “Alla città morta” recital di Vito Biolchini, Massimiliano Messina, Massimiliano Rais, con Rita Atzeri, Gisella Vacca e al violoncello Gianluca Pischedda. Il 27 aprile alle 19 in cartellone “Lettere d’amore e di Guerra,” recital dall’omonima opera di Simonetta Giacobbe con Rita Atzeri, Isella Orchis, Cesare Saliu e Chiara Vittone all’arpa. La chiusura di Aprile Resistente è il 29 aprile alle 19 con lo spettacolo di narrazione Paolo Floris “Gramsci spiegato a mia figlia.” Aprile Resistente è stato inaugurato nei giorni scorsi da Teatro Inverno con “Una giornata particolare” ispirato alla celebre pellicola del 1977 di Ettore Scola, autore della sceneggiatura con Ruggero Maccari e Maurizio Costanzo. In scena Giuseppe Ligios, che ha curato l’adattamento e a regia e Marina Serra con la partecipazione di Teresa Soro. Disegno luci di Luca Usai.

“Una giornata Particolare” del Teatro Inverno ispirato al film di Ettore Scola. In scena Giuseppe Ligios, Marina Serra (foto di Dietrich Steinmez)

 

 

 

 

 

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