Teatro
Teatro, Eva Robin’s è tra “Le Serve”; e Villoresi sogna il “Gabbiano” di Cechov
CESENA _ Teatro è donna. Tre debutti al femminile tra Cesena, Bologna e Roma. Di forte interesse quello previsto al teatro Bonci di Cesena (dal 1 al 4 febbraio, ore 20,30 e domenica ore 16). Si tratta di “Seagull Dreams” o “I sogni del gabbiano” ispirato dal celebre “Il gabbiano” di Anton Čechov e vede sul palcoscenico una signora della scena, Pamela Villoresi, assieme a Geoffrey Carey, come protagonisti dell’allestimento con la regia e i video di Irina Brook, la figlia d’arte nata dall’attrice Natasha Perry e il regista e uno dei padri della ricerca contemporanea Peter Brook, che in questo caso “esplora la propria biografia di figlia d’arte attraverso le parole di Anton Čechov. I temi e le atmosfere de “Il gabbiano” infatti “affiorano dal suo vissuto personale, in filigrana a una riflessione sul teatro inteso come laboratorio dei sentimenti”.Trasportata in un contesto aggiornato ai nostri giorni, l’opera ripresa dal dramma russo, oltre ad avvalersi di un volto storico del teatro brookiano, Geoffrey Carey, e quello di Pamela Villoresi, vedrà in azione un gruppo di giovani promesse attori e attrici diplomati alla Scuola del Teatro Biondo di Palermo che ha anche prodotto lo spettacolo inserito nella stagione dell’Ert. Questi sono: Giuseppe Bongiorno, Monica Granatelli, Giorgia Indelicato, Vincenzo Palmeri, Giuseppe Randazzo. Nello spettacolo “vita e teatro si confondono nelle dinamiche di una compagnia in cui la malinconia per epoche che tramontano e la tensione verso qualcosa che deve ancora nascere fanno da sfondo all’eterno conflitto tra giovani artisti e “vecchie glorie”.
La vita nel teatro e viceversa. Su questo tema, dichiara Irina Brook, “Il gabbiano” di Čechov“ parla “del nostro mestiere con tutto l’amore appassionato e la crudeltà disperata che può suscitare. Al centro ci sono i temi ineludibili del successo e del fallimento, la necessità di vivere una vita di creatività, e la più distruttiva delle malattie avvertite dagli artisti: il bisogno dell’approvazione».
E’ invece una prima assoluta quella de “Le serve” di Jean Genet, coprodotta da Cmc-Nidodiragnom Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale e Stabile di Bolzano messo in scena da Veronica Cruciani, dal 1 al 4 febbraio all’Arena del Sole di Bologna, nella sala intitolata a Leo De Berardinis (alle 20,30, sabato alle 19 e domenica alle 16). Lo spettacolo vede nel ruolo della Signora l’attrice nonché icona queer Eva Robin’s, mentre il ruolo delle Serve è affidato alle brave attrici Beatrice Vecchione e Matilda Vigna. Le due “bonnes” Claire e Solange hanno un rapporto di amore e odio con la Signora. Hanno deciso di denunciare il suo amante con delle lettere anonime. Ma questi, senza alcuna prova verrà rilasciato esponendo le serve allo scoperto e al rischio concreto di essere scoperte. Per paura decidono così di assassinare la Signora. La storia diventa così un impressionante altalenante gioco al massacro. Le due serve infatti sognano di essere come la loro Signora. Ciascuna a turno ne immagina a suo modo la parte. Un meccanismo infernale che le spinge a passare “dall’adorazione al servilismo, fino alla violenza”.
Nota la regista di questo allestimento, Veronica Cipriani che “questo rituale è l’incarnazione di una frustrazione: l’azione di uccidere l’oggetto amato e invidiato non potrà essere portata a compimento nella vita di tutti i giorni, quindi viene ripetuta all’infinito come un gioco. Tuttavia questo gioco non raggiunge mai il suo apice, la messa in scena che le due sorelle compiono viene continuamente interrotta dall’arrivo della padrona”.
Un rituale che è “un gioco assurdo”, nella pratica è “ il desiderio di compiere un’azione che non potrà mai superare la distanza che separa il sogno dalla realtà”. Le scene sono di Paola Villani, i costumi di Erika Carretta, il disegno luci di Théo Longuemare, drammaturgia sonora di John Cascone, drammaturgia del movimento di Marta Ciappina.
Arriva invece a Roma, nel palcoscenico dell’Argot Studio, dal’8 all’11 febbraio “Fata Morgana; un’allucinazione dalla folle e sensazionale vita di Nico”. Lo spettacolo dedicato alla musa di Andy Warhol e cantante rock della formazione dei Velvet Underground, è scritto e interpretato da Margherita Remotti, con la regia di Jon Kellam.
Al centro dell’opera è quindi la figura di un’artista forse poco conosciuta al di là della fama mondana e musicale, cioè Christa Paffgen, alias Nico appunto. Verrà raccontata in scena la complessa figura di donna inserita nel periodo degli anni Settanta nel mondo della pop art e della musica rock. Saranno rievocate le sue relazioni sempre difficili con uomini del mondo della musica e del cinema. Da Alain Delon con cui ebbe un figlio, Arì, a Jim Morrison, il leader e cantante dei Doors. Sarà ricordata la sua fragilità e il talento di artista non convenzionale sempre sul filo tra successo e autodistruzione.
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