Teatro
Teatro e l’arte dello spettatore, un festival ad Arezzo
Teatro, un festival dedicato esclusivamente a quello che è l’utilizzatore finale, il destinatario cioè di qualsiasi atto o messa in scena: il pubblico. Arriva, dal 20 al 24 ad Arezzo, la sesta edizione del Festival dello Spettatore, battezzato stavolta “Esserci o non esserci”, ideato e promosso dalla Rete Aretina con l’esperienza diretta di quel magnifico centro propulsore di idee e attività che sono gli Spettatori Erranti e il sostegno di Mibac, Regione Toscana e Comune, il Rat, residenza artistiche della Toscana e varie Fondazioni, Una rassegna unica in Italia e diventata celermente punto di riferimento per quelle assemblee nate spontaneamente qua e là per lo Stivale, ispirate soprattutto a quella dei gruppi che in Toscana hanno messo ormai radici e una robusta serie di iniziative: oltre agli Erranti basti pensare ai Visionari del festival Kilowatt, in qualche modo degli apripista. Ciascun gruppo ha la propria originale via al teatro ma essenzialmente resta un incredibile e appassionante esempio di cittadinanza attiva dentro il quale si confrontano persone di generazioni diverse animate dall’amore per la scena. Ogni gruppo programma le proprie attività spesso in sinergia dialogante con i teatri presenti sui loro territori di riferimento. Incontri, laboratori, seminari e altro purché sia mirato all’affinamento di quella che è comunque un’arte: quella della visione.
L’occasione aretina sta diventando ogni anno sempre più importante, vero centro di nuove idee e, soprattutto primo importante nodo di un network ancora da venire ma che nei fatti sta mettendo le sue prime importanti basi. I gruppi di spettatori laddove funzionano infatti sono già importanti stimoli per il pubblico in generale a cui offrono aiuto e consulenza, ancor più per i programmatori e i teatranti che hanno finalmente modo di avviare una relazione quanto mai produttiva per il loro lavoro creativo. Focus di questo anno sarà la “questione digitale” già affrontata lo scorso anno e il rapporto tra cultura e sostenibilità. Il programma si articolerà tra giornate di studio, workshop e, ovviamente, spettacoli, diversi dei quali in anteprima coniugati alla scoperta del territorio e quanto questo possa offrire di storico e artistico.
Diversi i momenti di riflessione che sono stati curati in collaborazione con il Festival Teatro tra le Generazioni. Si inizia il primo giorno (dalle 15 alle 18 aula magna del liceo Piero della Francesca) con la rotonda “Fare e vedere teatro a scuola nell’era post-pandemica”. Intervengono Massimo Ferri, presidente Rete Aretina, Renzo Boldrini, coordinatore Rat, Giorgio Testa, Casa dello Spettatore e Fabrizio Trisciani di Sonar. “Spettacolo dal vivo e linguaggi digitali, un nuovo patto spettatoriale” è il tema della discussione prevista per l’indomani 21, dalle 15 alle 18,30 al teatro Pietro Aretino alla quale partecipano accademici, organizzatori, teatranti e critici teatrali.
“Sostenibilità della cultura-Cultura della sostenibilità” è invece l’argomento attorno a cui ruoteranno le riflessioni di Valentina Montalto di Unipolis, Antonio Taormina di Symbola, Univesrità di Bologna, Massimo Clemente Cnr, Fausto Ferruzza Legambiente, Alessandra Carbonaro, Commissione Cultura del Senato, Stefano Tè del teatro dei Venti, Daniele Ronco, Mulino ad Arte, Giovanni De Monti,Castell dell’Arte, Andrea Paolucci, Teatro dell’Argine, Serena Bravo Earthink Festival, Stefania Minciullo e Alessandro Fabrizi della Festa del teatro ecologico di Stromboli. Altri eventi collaterali sono la presentazione del libro “Lavoro culturale e occupazione” di Antonio Taormina e Valentina Montalto (sabato 23 alle 11 presso la libreria Feltrinelli) e la proiezione del film “Rastrelli. Arte, teatri e attori al tempo della peste” di e con Andrea Merendelli (domenica 24 alle 17,30 al Cinema Eden e infine l’attesissimo “Spettatori la Gran Reunion”, appuntamento nazionale dei gruppi di spettatori in Italia (sabato 23 alle 14,30 al teatro Pietro Aretino).
Spettacoli. Per tutta la durata del festival, dal 21 al 24, nella Sala Sant’Ignazio, dalle 9 alle 22 sarà possibile (uno spettatore per volta con un casco per la realtà virtuale) seguire “Nel mezzo dell’Inferno” drammaturgia di Fabrizio Pallara, autore anche della regia e Roberta Ortolano. L’uso del virtuale, del suono in 3D pone ogni spettatore a contatto “con la totalità di una dimensione fantastica”. Il viaggio sarà ovviamente dentro l’opera di Dante con i suoi principali protagonisti, da Virgilio a Beatrice allo stesso Dante Alighieri.
La sera, ore 21 al teatro Petrarca, spazio a Carrozzeria Orfeo che presenta il suo “Miracoli metropolitani”. Drammaturgia di Gabriele De Luca che ne ha curato la regia con Massimiliano Setti (autore anche delle musiche) e Alessandro Tedeschi. Scene e luci di Lucio Diana. Gli autori di questa pièce così descrivono la cornice dentro cui si muovono i loro personaggi: “siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione delle relazioni e dell’amore inteso in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali un’insensata auto-reclusione nel mondo parallelo del web, pericoloso sostituto del mondo reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile dell’Isis”.
Appuntamento classico del festival è il Pulmann dello spettatore che questa volta porterà il pubblico a Terranova Bracciolini per seguire “Hess” a cura di KanterStrasse (giovedì alle ore 19 e 21,30 all”Auditorium Le Fornaci). “Hess” di Alina Nelega si avvale della drammaturgia e regia di Simone Martini e Tazio Torrini anche in scena. Il riferimento dello spettacolo è al celebre gerarca nazista, sodale di Hitler di cui fu il vice, condannato alla fine della Seconda Guerra Mondiale all’ergastolo e rinchiuso nel carcere di Spandau a Berlino. Lo spettacolo intende soprattutto analizzare il tema della solitudine per cercare di capire “cosa sia la “verità” profonda dell’essere umano”.
Il venerdì in piazza San Jacopo (ore 16,17 e 18) i Nata Teatro presentano “Il teatro alla finestra: Parole Trasparenti e Pinocchio” di Livio Valenti con Laura Gorini, Mirco Sassoli e Livio Valenti stesso. La sera appuntamento con il Pulman dello Spettatore che conduce il pubblico a Monte San Savino. Qui al teatro Verdi alle 21,30 Zaches teatro presenta la popolare fiaba di “Cenerentola”, regia, drammaturgia e coreografia di Luana Gramegna. Scene, luci costumi e maschere di Francesco Givone, progetto sonoro e musiche di Stefano Ciardi con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco ed Enrica Zampetti.
Sabato al teatro Pietro l’Aretino (ore 18,30 e 21,30) va in scena “Lo sbernecchio del Bubbù” con Pino Basile e Giuseppe Muscarello, quest’ultimo autore della regia e coreografia. Pino Basile delle musiche eseguite dal vivo e la drammaturgia di Giuseppe Provinzano. Fortemente ispirato alle tradizioni popolari siciliane in questo spettacolo “musica e danza hanno generato un segno dove l’apparente nonsense si fa linguaggio. Un gioco di sospensioni e metafore per esprimere attraverso il riso il potenziale trasformativo dell’empatia. Un musicista diventa danzatore e un danzatore diventa musicista, le loro fragilità nell’essere “fuori ruolo” sono l’unica via per scoprire quanto la fiducia verso l’altro possa cambiare la vita di ciascuno”.
Alle Case popolari di via Malpighi (ore 21,30) il Mulino ad Arte presenta il monologo sostenibile “Mi abbatto e sono felice” di e con Daniele Ronco, regia di Marco Cavicchioli in cui si parla di crisi, povertà scarsa produttività, inquinamento e surriscaldamento globale.
L’ultima giornata del festival, domenica 24, si apre con il Teatro Viaggiante in “La Famiglia Mirabella” di e con Elisabetta Cavana, Edoardo Mirabella e famiglia” , teatro di strada e arte circense in piazza Risorgimento alle 11,30. Al teatro Petrarca, alle 17,30 lo Stivalaccio Teatro presenta “La Bella e la Bestia”, testo e regia di Marco Zopello con Sara Allevi e Giulio Canestrelli e Matteo Pozzobon. Infine al Cinema Eden alle 21,30 si proietta il film “Rastrelli. Arte, teatri e attori al tempo della peste” di e con Andrea Merendelli e con Alessandra Chieli e Giuliano Del Taglia. Regia di Simone Marcelli.
Quasi a ricalco, qualche chilometro più in là, ma in un’altra regione limitrofa alla Toscana, l’Umbria, va in scena a Foligno il progetto multidisciplinare “Processi, creazioni, linguaggi” di Umbria Factory Festival. Tre diversi weekend dedicati a spettacoli teatrali, performance e concerti. Il progetto curato da Zut! e riconosciuto per la sua importanza dal Mibac tra ottobre (21-24), novembre (11-14) e dicembre (9-12) mette in cartellone eventi e appuntamenti multipli negli spazi di Zut! stesso, gli Auditorium Santa Caterina e San Domenico (ma c’è anche il Teatro Secci di Terni). Questi luoghi saranno animati da spettacoli di teatro, musica, e danza in connessione con arti visive, video, sound art e cultura digitale. L’intento per quelli di Zut! È di “aprire la scena locale alle arti attuali, attraverso il coinvolgimento sia del tessuto artistico locale e nazionale che del sistema artistico internazionale”.
Apre Silvio Impegnoso, autore e attore locale con “C’era una volta in Umbria” che racconta il successo e la caduta di tal Cavadenti personaggio dotato di un vero talento negli affari (il 21 allo spazio Zut: ore 18,30 e 21,15) Woody Neri del collettivo Sotterraneo è impegnato in un one man show dove il Bardo in “Shakespearology” mette in scena se stesso (stessa location venerdì alle 23 e alle 18).
Due progetti per il gruppo Nanou, entrambi dedicati a Dante. Sono :“Canto primo: Miasma/Arsura”, solo coreografico che incontra il suono della band Ovo (Auditorium San Domenico alle 21,30 di venerdì 22) e “Paradiso (Bozzetto Sn 003)”. Quest’ultimo che ha debuttato a luglio nell’ambito di Ravenna Festival, è la terza tappa che viene presentata in prima nazionale di avvicinamento alla terza cantica della “Commedia” . L’opera in questo caso da una parte interseca lo sguardo dell’artista visivo Alfredo Pirri e le musiche di Bruno Dorella con le coreografie danzate del gruppo Nanou (sabato all’auditorium Santa Caterina: alle 19,30, 20,30 e 21,30).
Musica improvvisata sabato alle 22,30 nello spazio Zut! Con il trio She’s analog (Stefano Calderano, chitarra, Luca Sguera, piano e synth e Giovanni Iacovella, batteria, elettronica) in collaborazione con Young Jazz presenyta il suo nuovo progetto musicale.
Carolina Balucani e Mirco Bonucci propongono il reading “Tristessa” che racconta le vicissitudini di Tristessa, prostituta e tossicomane nella Citta del Messico incontrata da Kerouac lungo il suo viaggio in Messico.
Sabato alle 17 e domenica alle 18 la compagnia Cuocolo-Bosetti Iraa Theatre presenta “The walk” performance itinerante. Al centro un mistero che mantiene assieme viaggio, memoria e narrazione. Il pubblico sarà guidato lungo una camminata dalla voce di un’attrice. Nei prossimi appuntamenti sono attesi i seguenti artisti: Sarteanesi/Bosi/Officine della Cultura, Ciccioli/Russo/Matrisciano, progetto Demoni/Ultimi Fuochi teatro, Saroos, Angelo Campolo/Compagnia DAF, Andrea Belfi e Muta Imago.
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